I battaglioni «sono gli eserciti degli oligarchi, non dello Stato»
Ucraina Sondaggio tra la popolazione
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Sembra si stia attuando abbastanza ordinatamente nelle Repubbliche di Donetsk e di Lugansk il disarmo delle formazioni militarizzate che non rientrano nella Milizia popolare o negli organi di sicurezza, il cui ordine, da attuarsi entro il 4 aprile, è stato firmato nei giorni scorsi dai leader delle due regioni, Zakharcenko e Plotnitskij. Giovedì scorso, nella Repubblica di Lugansk, hanno deposto volontariamente le armi i combattenti della brigata Rus.
Lo stesso giorno, Zakharcenko, mentre ricordava come il 90% della popolazione maschile della Repubblica di Donetsk abbia preso parte ai combattimenti nelle file della milizia, si è impegnato per il disarmo delle formazioni armate non riconosciute e il loro inquadramento nelle forze ufficiali. Questo, mentre la polizia militare di Donetsk liquidava un gruppo criminale dedito a rapine, estorsioni, sequestri di persona. La misura sul disarmo viene adottata per motivi di ordine pubblico, ma il provvedimento prelude a una strutturazione meno «spontanea» delle forze armate, in vista della formazione di un esercito unico della Novorossija.
Sul fronte opposto, quello dei battaglioni volontari ultranazionalisti e neonazisti ucraini, l’inglese Morning Star scriveva nei giorni scorsi che, «la peggior rinascita del fascismo in Europa avviene in Ucraina». Lo dimostrano le celebrazioni, ufficializzate dal governo, dell’anniversario del filo nazi Stepan Bandera. Lo testimonia soprattutto il fatto che oggi, «in nessun altro paese al mondo», come scrive il Morning Star, «persone che si dichiarano apertamente naziste controllano i servizi di sicurezza o occupano posizioni chiave nel Ministero degli interni o nel parlamento». È il caso del leader di Svoboda Tjagnibok e del suo pupillo Igor Miroshnishenko, classificato dal Centro Simon Wiesenthal al 5° posto tra i dieci peggiori antisemiti del mondo. È il caso del Ministro degli interni ed ex capo della Guardia nazionale Arsenij Avakov che, sostenendo il battaglione Azov, ha promosso il suo comandante Andrej Biletskij, capo della neonazista Patrioti d’Ucraina, al rango di tenente colonnello della polizia. È il caso del lancio del leader di Pravyj sektor Dmitrij Jarosh a consigliere del Capo si Stato maggiore. Ma cosa ne pensano gli ucraini? Secondo un sondaggio condotto dall’ucraino Korrespondent.net, alla domanda «Siete a favore dell’esistenza in Ucraina di battaglioni militari volontari?», il 10,6% ha risposto «Sì, sono eroi dell’Ucraina che combattono per il nostro paese»; il 22,5% «Sì, ma devono entrare ufficialmente a far parte del Ministero della difesa o di quello degli interni». Ma ben il 45% ha detto «No, sono eserciti degli oligarchi, non controllati dallo Stato» e il 21,9% «No, ai volontari si sono aggregati elementi criminali». E c’è ancora, anche in Italia, chi si entusiasma per l’alone leggendario che circonderebbe quei «volontari».
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