Ora che Di Maio ha deciso di tenere per sé la delega alle telecomunicazioni sarà interessante vedere se la storica schizofrenia tra il dire e il fare della sinistra in fatto di riordino del sistema televisivo troverà, come temiamo, qualche postumo imitatore. Oppure se finalmente conflitto d’interessi, questione tv, e tutto ciò che ruota intorno all’anomalia italica dei media (editoria e pubblicità comprese) vedranno una soluzione in direzione di un pluralismo vero che oltrepassi il decennale duopolio. Il quale è ancora lì nonostante il digitale e i suoi cantori, visto che i tre quarti della fetta di ascolti sono appannaggio...