In politica i colpi di scena sono sempre possibili, ma tutto indica che la partita sul caso Salvini-Diciotti si sia chiusa ieri. Il premier è andato oltre la semplice assunzione di corresponsabilità, attribuendosi un ruolo quasi da mandante. Di Maio, all’inizio più dubbioso, si è quasi bruciato ogni ponte alle spalle. Per la prima volta inizia persino a trapelare insofferenza nei confronti dei pentastellati rigidi che continuano a invocare i «princìpi» per reclamare un voto a favore dell’autorizzazione. Nella sterzata dei 5S hanno certamente pesato e peseranno fino al momento dell’ultimo voto diversi elementi: la propensione della maggioranza dei senatori...