I 50 anni di Adista, miracolo laico di una cooperativa di spiriti liberi
«Cinquanta anni alla sinistra del Padre» è il titolo scelto dal collettivo di Adista per festeggiare il suo mezzo secolo di vita e di storia oggi e domani, in una […]
«Cinquanta anni alla sinistra del Padre» è il titolo scelto dal collettivo di Adista per festeggiare il suo mezzo secolo di vita e di storia oggi e domani, in una […]
«Cinquanta anni alla sinistra del Padre» è il titolo scelto dal collettivo di Adista per festeggiare il suo mezzo secolo di vita e di storia oggi e domani, in una due giorni di confronto e dibattito a Roma.
Acronimo di Agenzia di informazioni stampa, Adista è stata prima agenzia e poi rivista settimanale dell’area del cattolicesimo critico e del dissenso, laica e sempre schierata a sinistra, nel mondo cattolico e in politica.
Edita da una piccola cooperativa non legata né ai grandi gruppi editoriali né all’istituzione ecclesiastica (Vaticano, Cei, congregazioni religiose, movimenti ecclesiali) – quindi «parente stretta» del manifesto –, rappresenta un’esperienza unica nel panorama dell’informazione religiosa italiana, conformista e megafono della voce del padrone.
«Cinquanta anni sono davvero tanti per un giornale. Se poi questo giornale vive del solo sostegno dei propri lettori, senza sponsor politici ed ecclesiastici, senza gruppi imprenditoriali e finanziari alle sue spalle, se non fossimo profondamente laici dovremmo gridare al miracolo», spiega Valerio Gigante, attuale presidente della cooperativa.
Adista nasce nel 1967, nell’ambito di quell’area cattolica che dal punto di vista ecclesiale preme per una piena attuazione delle istanze di rinnovamento emerse al Concilio Vaticano II e dal punto di vista politico intende rompere l’unità politica dei cattolici nella Democrazia cristiana ed aprire un dialogo tra cristiani e marxisti, in maniera particolare con il Partito comunista.
Infatti nella prima fase è molto stretta la relazione con l’esperienza della Sinistra indipendente, in particolare con il gruppo di deputati e senatori cattolici che, dopo le elezioni politiche del 1976, vengono eletti come indipendenti nelle liste del Pci, proprio per spezzare il dogma dell’unità politica dei cattolici (Raniero La Valle, Mario Gozzini, Giancarla Codrignani, Claudio Napoleoni e altri).
Successivamente, sempre all’interno dei confini dell’informazione e delle tematiche politico-religiose, Adista racconta e documenta tutte quelle esperienze di base che rivendicano un nuovo protagonismo dei credenti nella Chiesa e nella società: le Comunità cristiane di base (l’Isolotto di don Mazzi a Firenze, San Paolo di dom Franzoni a Roma e tutte le altre), i Cristiani per il socialismo, la teologia della Liberazione, i movimenti delle donne.
Negli anni Settanta c’è l’impegno per il divorzio con i Cattolici del no, poi per l’aborto.
Negli anni Ottanta la mobilitazione per la pace contro gli euromissili a Comiso, ma anche contro la restaurazione di papa Wojtyla e del suo braccio destro il cardinal Ratzinger e contro il «ruinismo» in Italia.
Più recentemente l’impegno contro la legge 40 sulla fecondazione assistita e contro la riforma della Costituzione di Renzi.
Sabato 9 e domenica 10 dicembre due giorni di incontro, confronto e dibattito a Roma, al Meeting Center (Largo dello Scoutismo 1), con alcuni dei protagonisti della storia di Adista (Giovanni Avena, lo «storico» presidente della coop, Raniero La Valle, Marcello Vigli delle Comunità di base), giornalisti che in passato hanno collaborato con Adista (Bianca Berlinguer e Marco Damilano), lettori e amici.
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