Con l’aggiunta di una prefazione di Frankie hi-nrg mc e di cinque altri capitoli, U_net, ricercatore di storia e cultura afroamericana, ha dato alle stampe, tramite Agenzia X, la nuova edizione del suo secondo saggio Renegades of Funk, in origine uscito nel 2009. Un racconto, sotto forma di storia orale, che documenta le radici della cultura hip hop. Così, il Bronx degli anni Settanta, «occupato» dalle gang, è il teatro di una serie di storie di redenzione, aneddoti personali ed eventi che hanno segnato i primi passi dell’hip hop avviandolo a farsi strada anche in ambiti una volta inimmaginabili come, per esempio, la moda. Nei primi anni di vita della cultura urbana oggi più popolare al mondo c’era molto spazio per inventare e un esempio emblematico è la nascita dello scratch (raccontata in uno dei nuovi capitoli intitolato Dallo scratch al turntablism).

Questo aspetto e il fatto che ancora non si trattasse di un fenomeno di massa rendevano l’avvicinamento all’hip hop una reale e continua scoperta, come si capisce bene dalle testimonianze raccolte da U_net. In un altro dei capitoli aggiunti in questa nuova edizione si racconta la storia di Sha-Rock, una ragazza che, in piena adolescenza, alla fine degli anni Settanta, rappava in un gruppo a netta predominanza maschile, i Funky 4, e usava un effetto di eco che ha ispirato i Run DMC.

La sua è una delle tante vicende narrate nel libro in cui l’hip hop ha cambiato o comunque indirizzato la vita di una persona. U_net ha raccolto tante voci di membri delle comunità afroamericane e ispaniche, anche di nomi non proprio noti ma in ogni caso importanti per lo sviluppo dell’hip hop. In un periodo storico in cui in Italia le evoluzioni musicali di questa cultura, da poco meno di dieci anni, sono diventate quanto mai popolari dominando le classifiche di vendita, per orientarsi e decifrare meglio il linguaggio spesso controverso del rap è fondamentale approfondirne le origini, e in questo senso Renegades of Funk in Italia non può che essere un punto di riferimento. Il fatto che prima di questa edizione aggiornata si siano vendute più di diecimila copie del libro – un vero exploit per un saggio di un editore indipendente italiano – potrebbe proprio significare che c’è un’esigenza sempre più diffusa di voler comprendere da dove arriva un fenomeno oggi così rilevante anche qui da noi.