Hervé Gourdel, ostaggio francese, assassinato in Algeria
Un video di rivendicazione "Messaggio di sangue per il governo francese": un gruppo affiliato all'Isis rivendica l'esecuzione della guida alpina. Hollande: "la Francia continuerà a combattere il terrorismo dappertutto". Unione nazionale nel dibattito all'Assemblea sulla partecipazione francese attiva alla coalizione guidata dagli Usa. Polemiche sul mancato arresto di tre jihadisti di ritorno dalla Turchia
Un video di rivendicazione "Messaggio di sangue per il governo francese": un gruppo affiliato all'Isis rivendica l'esecuzione della guida alpina. Hollande: "la Francia continuerà a combattere il terrorismo dappertutto". Unione nazionale nel dibattito all'Assemblea sulla partecipazione francese attiva alla coalizione guidata dagli Usa. Polemiche sul mancato arresto di tre jihadisti di ritorno dalla Turchia
Hervé Gourdel, la guida di alta montagna rapita domenica in Algeria da un gruppo affiliato di recente all’Isis, è stato decapitato ieri. Gli jihadisti avevano dato 24 ore alla Francia per “ritirarsi” dalla partecipazione dell’attacco in Iraq assieme agli Usa. La notizia dell’assassinio dell’ostaggio francese, con un video che riprende anche delle immagini di archivio di Hollande, è arrivata a metà pomeriggio, mentre all’Assemblea nazionale era appena finito il dibattito – senza voto – sulla partecipazione francese alla coalizione. Gourdel, originario di Nizza, aveva 55 anni, il suo assassinio legato alla situazione in Iraq e in Siria fa seguito a quelli di due americani e di un britannico. Era stato rapito in una zona di montagna in Kabylia, nel parco nazionale Djurdjura, un tempo regione turistica oggi rifugio di jihadisti, dove si era recato per un trekking di una decina di giorni. I rapitori appartengono al gruppo Jund al-Khilafah (soldati del califfo), una formazione erede del Gia, che aveva imperversato nella guerra civile algerina negli anni ’90, che solo da pochi giorni si era affiliato all’Isis.
Grande emozione in Francia all’annuncio dell’esecuzione. Da New York, dove si trova per l’Assemblea generale dell’Onu, François Hollande ha confermato che l’ostaggio francese è stato “vigliaccamente, crudelmente assassinato”. Il presidente francese ha confermato che la “Francia continuerà a combattere il terrorismo dappertutto” e che “le operazioni militari continuano” in Iraq. Il primo ministro, Manuel Valls, ha rivelato di aver avuto l’informazione dell’assassinio verso mezzogiorno. “Un messaggio di sangue per il governo francese” è il titolo del video dei terroristi, che si conclude con delle immagini di Hervé Gourdel a terra, definito “crociato” francese. Valls, nell’intervento all’Assemblea, prima della notizia ufficiale dell’esecuzione, aveva affermato che con i rapitori non era in corso “nessuna discussione, nessun negoziato”. Per Valls, “non è l’intervento che ci espone al terrorismo”, in un periodo in cui “la sicurezza nazionale è in gioco come non mai nel corso degli ultimi anni”. Valls ha definito i terroristi “un insieme di assassini per i quali la vita umana non ha nessun valore” e ha precisato che la Francia parteciperà all’intervento aereo, limitatamente all’Iraq, “il tempo necessario, fino a che l’esercito dell’Iraq abbia trovato la superiorità” di fronte all’Isis. Valls ha ripetuto: “non impegneremo truppe francesi a terra”. La destra sostiene l’intervento. Lo ha affermato l’ex primo ministro, François Fillon, all’Assemblea: “oggi non c’è destra, non c’è centro, non c’è sinistra, c’è la Repubblica”. Ma Fillon ha sottolineato l’isolamento della Francia, unico paese europeo a partecipare agli attacchi aerei accanto agli Usa: “dov’è l’Europa?” si è chiesto l’ex primo ministro. A destra, il deputato Ump Alain Marsaud, ex magistrato, ha sottolineato che con questo isoamento, “la Francia diventa bersaglio numero uno” dei terroristi. Il Pcf ha messo in guardia contro un “ingranaggio militare” in cui la Francia sta “sprofondando”, senza poter controllare gli avvenimenti.
La notizia dell’assassinio di Hervé Gourdel è arrivata dopo una giornata di polemiche, in Francia, a causa del mancato arresto, martedi’, di tre jihadisti estradati dalla Turchia. Il ministero degli interni aveva dato la notizia del fermo, appena sbarcati all’aeroporto di Orly, di tre uomini, tra cui il cognato di Mohammed Merah responsabile del massacro alla scuola ebraica di Tolosa nel 2012. Ma in serata ha dovuto smentire: i tre erano in realtà atterrati a Marsiglia, per un cambio di aereo avvenuto in Turchia e di cui i francesi non sarebbero stati informati, ed erano sfuggiti ai controlli. Ieri mattina, i tre si sono arresi. Ma il ministro degli interni, Bernard Cazeneuve, e i servizi segreti erano in grande imbarazzo, per la dimostrazione del disfunzionamento dell’amministrazione. Cazeneuve andrà in Turchia per chiarire cosa è successo. Ma è chiaro che Ankara non è in grado – o non ci mette la volontà necessaria – di gestire l’afflusso crescente di volontari europei che passano per la Turchia per andare a combattere con l’Isis in Siria. Circa un migliaio di francesi sono andati in Siria. Adesso i combattenti sul posto sarebbero 350. Quasi 200 sono tornati, tutti passando per la Turchia.
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