Per il triste lettore occidentale – che nei casi più fortunati può spingersi al massimo fino, e non oltre, le colonne d’Ercole rappresentate dalle lingue a lui più prossime – Han Kang fa fede di un problema letterario: un «modesto mistero», direbbe Borges, per il quale il problema Kang sarebbe stato forse di qualche interesse. Fino a oggi, il lettore italiano ha sperimentato la luce ambigua sotto cui si rivelano – e allo stesso tempo si negano – le opere dell’autrice coreana, attraverso le eleganti versioni di Milena Zemira Ciccimarra, ricavate però dalle traduzioni inglesi: rispettivamente di La vegetariana, Atti...