Hammond, insieme al pacco natalizio arrivano 40 licenziamenti
Regali Festivi A Marnate (Varese) la proprietà canadese annuncia la chiusura insieme al dono aziendale. I sindacati: mai visto un comportamento così
Regali Festivi A Marnate (Varese) la proprietà canadese annuncia la chiusura insieme al dono aziendale. I sindacati: mai visto un comportamento così
Dopo i 68 operai di Chieti licenziati il giorno di natale dalla Ball, un’altra multinazionale beffa 40 lavoratori durante le feste.
La Hammond Power Solutions di Marnate, provincia di Varese, ha consegnato insieme al cesto natalizio l’annuncio di «cessazione attività» e la procedura di licenziamento collettivo per tutti i dipendenti. La proprietà canadese che produce trasformatori ad alta tensione ha rilevato la fabbrica Marnate Trasformatori sei anni fa. Alla vigilia dell’incontro previsto coi sindacati per rimodulare i contratti dei 40 dipendenti che dovevano passare dal contratto Confimi» a quello – migliorativo – nazionale di Federmeccanica, è arrivata la notizia che nessuno vorrebbe ricevere, specie prima di natale. A darla un dirigente canadase venuto apposta nel giorno della consegna dei pacchi natalizi.
Alla base della decisione, secondo quanto scrive la stampa locale, un cambio di strategie della casa madre, che in Italia opera attraverso due stabilimenti, quello di Marnate, dove c’è anche la sede per l’Europa, e un altro a Meledo, nel Vicentino, dove la produzione era finita l’anno scorso mantendendo l’ufficio commerciale che ora sarà anch’esso chiuso.
La protesta dei lavoratori è stata immediata con striscioni appesi all’azienda che accusano la proprietà canadese: «Dal Canada sei arrivato, in cinque minuti ci hai licenziato, buon natale!», è il testo.
«È stato un fulmine a ciel sereno – spiega Ilaria Campagner, la sindacalista di Fim Cisl dei Laghi che sta seguendo la vicenda con il collega Rino Pezone della Fiom Cgil Varese – avevamo un incontro fissato con il capo del personale per il cambio di contratto e solo in un secondo momento abbiamo scoperto che era cambiato l’oggetto della discussione e che avremmo dovuto discutere dell’avvio della procedura di licenziamento».
«Non ho mai visto nulla del genere – dice ancora Campagner – . Non ci si comporta così. Quando un’azienda sta per chiudere ci sono dei segnali, ma non è questo il caso. I lavoratori erano in cassa integrazione, ma appena qualche giorno fa era stato assunto un nuovo venditore che si sarebbe dovuto occupare dell’area spagnola. Si è visto licenziare una settimana dopo l’assunzione».
È stato concordato un incontro per il 7 gennaio con il legale della società, un avvocato di Busto Arsizio. Il sindacato punta ad ottenere la continuazione dell’attività produttiva per ottenere tentare una reindustrializzazione della fabbrica.
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