Il signor Giorgia Meloni non potendo uscire dall’euro, dall’Europa, dalla Nato o dal suo stesso corpo, qualcosa di estrema destra doveva pur farla: sciogliere coppie di fatto? affondare gommoni di migranti? intitolare una piazza a Lombroso? accoppare un pronipote di Matteotti? Tutte cose identitarie sì, ma pure vecchie; qui invece ci vuole qualcosa d’altro tipo un reato nuovo di zecca. E quando uno è nato con la camicia, nera o non nera, sempre camicia è, infatti nel suo primo giorno di governo l’occasione gli è servita su un piatto d’argento: un rave di fattoni a Modena nella notte di Halloween. Sgombrare il capannone affollato di vampiri sconvoltoni, fantasmi sbronzi e zombie zompettanti, è per i celerini un gioco da balilla e permette al signor Meloni d’inventarsi ‘sto nuovo reato contro la pubblica incolumità: sei anni di carcere, diecimila euro di multa e confisca degli strumenti utilizzati per raduni di oltre 50 persone. Carcere quindi per quei fattoni cui salti ancora in testa di mettere su un rave, e sequestro di altoparlanti e dj-set. Bene. Ma alla vigilia dell’autunno più caldo dal ‘68…. prigione anche per gli studenti che occupano le scuole? per gli operai che occupano le fabbriche? I cassintegrati che sfilano e i disoccupati che si girano i pollici, con relativi sequestri di libri di testo, chiavi inglesi, striscioni e pollici? È possibile. Contrario però, si è subito dichiarato l’europeista Tajani: «queste cose manco nella Russia di Putin» ha detto a chiare lettere, «che infatti…» ha poi aggiunto a mezza bocca sentito Berlusconi «… è un amante della pace e fosse per lui a Bruxelles ci metterebbe delle persone per bene».

Ma per la Lega di Salvini non solo l’allarmismo dei putiniani moderati è fuori luogo, ma la norma stessa insufficente, dato che per gabbare la nuova norma, basterebbe ai facinorosi ballare, occupare, sfilare e sedersi sulle panchine in 49 al massimo. Il vicepremier incalza poi per abbassare a tre, al massimo cinque, il numero di persone radunate, sufficiente a far scattare la norma. Ma su questo punto il signor Meloni, a sua volta tirato dalla giacchetta da foglia di fico Nordio, si rifiuta di seguire il truce vice. E la norma passa così com’è. Negato allora, per il futuro, riunirsi, sfilare e dimostrare liberamente? Neanche per sogno, il modo c’è ed è alla portata di tutti: basterà calzare il fez, vestirsi in orbace, fare il saluto romano e inneggiare al duce come i duemila di Predappio. Quelli non danno più noia a nessuno.