«Habitat», in un film testimonianza la fine della speranza all’Aquila
/var/www/ilmanifesto/data/wordpress/wp content/uploads/2014/11/22/23soc1 inbasso laquila film habitat02
Italia

«Habitat», in un film testimonianza la fine della speranza all’Aquila

Torino La storia, raccontata nel corso di cinque anni, di tre amici che si rifiutano di lasciare la città
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 23 novembre 2014
«Guidiamo, guidiamo, guidiamo. Noi, abitanti dell’Aquila, passiamo il nostro tempo percorrendo spazi isolati. E guidiamo. Anche solo per raggiungere le macerie». Dalle new town del progetto C.a.s.e, voluto da Berlusconi, alla «vecchia» città ci sono almeno 14 chilometri. Abitare all’Aquila dopo il terremoto significa essere imbrigliati nel tempo. «Qui, il passato è più passato. Il presente è più presente, senza uno ieri e senza un domani» spiega Emiliano Dante, regista aquilano, autore di «Habitat – note personali» presentato ieri in anteprima al Torino Film Festival, all’interno del concorso Italiana.doc. Un film duro, forte, emotivo, vero, con un bianco e nero...
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi