Guido Lutrario, dirigente Usb: «Servono reddito per tutti e lockdown veri»
Emergenza sociale Sulla scorta delle proteste di Napoli, l'Unione Sindacale di Base (Usb) ha avanzato tre richieste: reddito per tutti; lockdown veri; mezzi e personale nella sanità pubblica. «In piazza è sceso chi vuole proteggersi dal virus ma anche dalla fame che viene. Bisogna tassare i grandi patrimoni e i profitti di chi in questi mesi ha guadagnato tanto», dice Guido Lutrario, dell'esecutivo nazionale Usb
Emergenza sociale Sulla scorta delle proteste di Napoli, l'Unione Sindacale di Base (Usb) ha avanzato tre richieste: reddito per tutti; lockdown veri; mezzi e personale nella sanità pubblica. «In piazza è sceso chi vuole proteggersi dal virus ma anche dalla fame che viene. Bisogna tassare i grandi patrimoni e i profitti di chi in questi mesi ha guadagnato tanto», dice Guido Lutrario, dell'esecutivo nazionale Usb
Avete usato la parola che nessuno pronuncia: lockdown. Perché il tema non è all’ordine del giorno?
Perché il governo è ostaggio di Confindustria. Era già successo a marzo-aprile quando sono state lasciate aperte fabbriche che producono beni non essenziali causando contagi e morti. Oggi il problema è che sono mancate assunzioni e investimenti adeguati in sanità, trasporti e scuola e non ci sono misure economiche adeguate per garantire chi deve fermarsi. In settori come ristorazione, turismo, sport e cultura tutto ciò che è bloccato deve essere coperto per tutta la durata dell’emergenza. Perciò sosteniamo chi dice: «tu mi chiudi, tu mi paghi».
Chiedete lockdown e reddito.
Esattamente, ma non si può far passare prima il lockdown e poi le misure economiche. È fondamentale che si faccia il contrario. In primavera gli ammortizzatori sociali e la cassa integrazione non hanno coperto tutti. C’è una fetta enorme di lavoro povero che magari ha anche un contratto regolare, dove però risultano poche ore rispetto a quelle svolte davvero. Di conseguenza la cassa integrazione non supera i 3/400 euro ed è insufficiente. Quindi diciamo: misure economiche adeguate per garantire la vita delle persone e protezione della salute anche attraverso il lockdown, l’unica formula che può interrompere effettivamente la diffusione del virus.
Come va finanziato il reddito?
Bisogna prendere i soldi da chi ce li ha. Ci sono settori che durante la pandemia sono cresciuti, come il commercio online. Amazon per esempio. Questa non è una fase in cui ci si può arricchire o si possono moltiplicare i profitti, magari operando senza neanche pagare le tasse come i normali cittadini. L’intervento sui grandi patrimoni è ormai urgente. Se anche il Presidente della Repubblica riconosce che il Covid aumenta le disuguaglianze vuol dire che c’è qualcuno che sta bene e deve dare a chi non ha più nulla. Bisogna tassare i grandi patrimoni e i profitti di chi in questi mesi ha guadagnato. Poi c’è il tema della riduzione delle spese militari, una questione vecchia che però durante una pandemia ritorna con urgenza.
Cos’è successo a Napoli?
Il mondo del lavoro non tutelato, senza ammortizzatori sociali e quello della piccola e piccolissima impresa si è trovato senza possibilità di sopravvivere. Ha retto con difficoltà nella fase complicata della primavera-estate. Adesso, di fronte alla prospettiva di una nuova chiusura senza forme di sostegno economico, giustamente si ribella. Non è vero che quella piazza non riconosce con preoccupazione che c’è un virus da combattere. È una piazza che vuole proteggersi dal virus, ma anche dalla fame che arriva, dalle condizioni economiche insopportabili a cui ci stanno costringendo. Oggi le parole d’ordine sono: sanità pubblica, per proteggere la popolazione; reddito per tutti, per metterla nelle condizioni di affrontare degnamente questa situazione complicata.
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