L’ascesa a ministro Guido Crosetto, è tutto tranne che una sorpresa. 59 anni, famiglia di imprenditori piemontesi, comincia nei giovani Dc. Poi transita in Forza Italia, sbarca alla Camera e diventa sottosegretario alla difesa.

Quando gli ex An lasciano il Pdl di Silvio Berlusconi per riaccendere la fiamma in FdI, Crosetto si unisce all’impresa e guadagna sul campo il titolo di «co-fondatore».

Alla metà scorsa legislatura si dimette da deputato e annuncia di volersi dedicare alla sua professione. Si scopre quasi subito che non è proprio così: Crosetto ha mantenuto buone entrature nel comparto della difesa ed è presidente dell’Aiad, la Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza, carica incompatibile con quella di parlamentare.

A QUESTO PUNTO assicura di parlare a titolo personale ma moltiplica le sue presenze in televisione di fatto portando in forma ufficiosa la voce di Fratelli d’Italia. I giornalisti ci cascano anche perché nel partito di Giorgia Meloni non ci sono molte facce spendibili.

Crosetto forse si cala un po’ troppo nella parte. Pare che la futura presidente del consiglio non gradisca quando, a poche settimane dal voto, il «co-fondatore» invoca una specie di governo delle larghe intese. Il che non gli impedisce di attraversare di nuovo le porte girevoli e tornare in pista: da ministro e proprio alla difesa.