La categoria più colpita economicamente dalla pandemia è quella delle guide turistiche. Il lockdown è arrivato ad inizio stagione e proseguirà secondo le previsioni più realistiche fino a marzo prossimo. Per questo le 25mila guide turistiche – insieme agli accompagnatori turistici che si occupano di logistica e condividono lo stesso codice Ateco – hanno manifestato ieri Venezia davanti alla Basilica della Salute, a Napoli in piazza del Gesù e a Roma davanti a Montecitorio e al Pantheon. Nel giorno in cui il monumento riapriva il flash mob ha dato voce ai monumenti: ogni guida ne interpretava uno parlando in prima persona. La piattaforma rivendicativa della categoria fatta in gran parte di professioniste a partita Iva è precisa e dettagliata: un fondo per il turismo; misure specifiche, concordate con i rappresentanti di categoria; sostegno economico fino alla ripresa dell’attività: una indennità mensile per quelli con partita Iva e il prolungamento senza interruzione per quelli in cooperativa (concentrati in Campania); possibilità di rateizzare in 2 anni senza interessi i pagamenti di tutti i tributi e contributi dovuti nel 2020; una strategia efficace per riportare velocemente l’Italia ad essere competitiva sul mercato internazionale del turismo.
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«La profonda crisi innestata dal Covid rischia di essere esacerbata dall’esclusione delle guide dai siti in cui prima lavoravano – spiega Isabella Ruggiero, la presidente nazionale dell’Agta, Associazione guide turistiche abilitate – visto che molti siti stanno vietando completamente le visite guidate, anche laddove gli spazi le renderebbero possibili. In più il nostro lavoro è basato al 70% sul turismo straniero che rimarrà fermo per il blocco dei voli».
«Dopo i 600 euro avuti con ritardo per marzo e aprile, molte di noi a maggio non potranno avere i 1.000 euro previsti per i professionisti dal decreto Rilancio – denuncia l’archeologa romana Margherita Capponi – perché per averlo serve un calo di un terzo delle entrate quasi impossibile per chi era ad inizio stagione: un terzo di niente è niente. Chiediamo al governo di cambiare i requisiti per ottenerli».