Guerra intestina nella famiglia Le Pen
Crisi al Fronte nazionale Marine Le Pen vuole impedire al padre Jean-Marie di essere testa di lista alle regionali di dicembre in Provenza-Costa Azzurra. Al centro dello scontro, la de-demonizzazione dell'estrema destra: il vecchio fondatore insiste sulla difesa di Pétain e sull'antisemitismo. In discussione anche la linea economica, non tanto l'uscita dall'euro, dove padre e figlia sono d'accordo, ma la "protezione" delle classi popolari nel programma della figlia. Il padre resta reaganiano
Crisi al Fronte nazionale Marine Le Pen vuole impedire al padre Jean-Marie di essere testa di lista alle regionali di dicembre in Provenza-Costa Azzurra. Al centro dello scontro, la de-demonizzazione dell'estrema destra: il vecchio fondatore insiste sulla difesa di Pétain e sull'antisemitismo. In discussione anche la linea economica, non tanto l'uscita dall'euro, dove padre e figlia sono d'accordo, ma la "protezione" delle classi popolari nel programma della figlia. Il padre resta reaganiano
Scontro aperto nella famiglia Le Pen, tra il padre e la figlia. Il Fronte nazionale, il partito di famiglia, rschia di spaccarsi. Marine Le Pen, che è presidente del Fronte nazionale dal 16 gennaio 2011, si oppone alla candidatura del padre, Jean-Marie Le Pen, alle regionali del prossimo dicembre, come testa di lista del partito di estrema destra in Provenza-Alpi-Costa Azzurra. In questa regione il Fn è molto forte e coltiva speranze di vittoria. Marine Le Pen parla di “spirale tra una strategia di terra bruciata e di suicidio politico” per definire le idee del padre, che ha fondato il partito nel ‘72. Sotto accusa sono le prese di posizione di Jean-Marie Le Pen, in un’intervista uscita ieri su Rivarol, una pubblicazione di estrema destra radicale, definita “fogliacio antisemita” dal numero due del Fn, Louis Aliot (che è anche il compagno di Marine Le Pen). Nulla di nuovo, per l’ottantaseienne Jean-Marie Le Pen: rivalutazione del maresciallo Pétain, ritorno alla Shoah come “dettaglio” della storia. Per Jean-Marie Le Pen, ormai la Francia è “governata dagli stranieri”, il primo dei quali è Manuel Valls, primo ministro che è diventato francese a 20 anni.
Il Fronte nazionale potrebbe prendere delle “sanzioni” contro il suo fondatore oggi presidente d’onore, perché ormai fuori linea. “Una crisi senza precedenti” per Marine Le Pen, che ha convocato la direzione, per “trovare il miglior modo per proteggere gli interessi del movimento”. Marine Le Pen vede ormai nel padre un ostacolo alla “de-demonizzazione” del Fronte nazionale, un freno sulla strada della conquista del potere, che pare a portata di mano dopo le vittorie elettorali degli ultimi due anni (municipali, europee, dipartimentali).
La tensione tra padre e figlia era già venuta alla luce in varie occasioni. Sempre sulla questione ebraica (“colpa politica” per Marine Le Pen le affermazioni di Jean-Marie sull’ “infornata” promessa agli artisti ebrei che si oppongono al Fn), ma anche sulla valutazione dell’occupazione tedesca (“non particolarmente inumana” per Jean-Marie Le Pen). Il fondatore del partito ha stabilito un asse con la nipote, Marion Marechal-Le Pen, contro la linea perseguita dalla figlia.
Il fondatore del Fn contesta anche la linea economica scelta dal partito. Marine Le Pen è accusata anche da Nicolas Sarkozy di aver adottato “il programma del Front de gauche”: per sedurre l’elettorato popolare, l’estrema destra propone oggi “protezione” di francesi, ritorno alla pensione a 60 anni, mantenimento delle 35 ore, nazionalizzazioni temporanee. Ai tempi di Jean-Marie Le Pen, il Fronte nazionale era invece reaganiano, ultra-liberista. Il Fronte nazionale ha oggi un gruppo di economisti che consigliano Marine Le Pen e propongono l’uscita dall’euro. Questa questione non divide in realtà il padre dalla figlia, visto che fin dal 2002 il Fn ha proposto l’uscita dall’euro. Ma è un punto che oggi fa discutere all’interno dell’estrema destra, perché secondo Marine Le Pen una proposta cosi’ estrema ha fatto perdere la partito alcuni punti percentuali alle ultime elezioni. Nel partito altri considerano che la scelta di difendere la “protezione” dei francesi ha impedito a molti elettori della destra tradizionale di votare Fn ai ballottaggi delle dipartimentali.
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