Guerra di Segrate ultimo atto: ricorso respinto
Cassazione Fininvest dovrà pagare. De Benedetti: «Acclarata la gravità dello scippo»
Cassazione Fininvest dovrà pagare. De Benedetti: «Acclarata la gravità dello scippo»
La cifra è stata ridimensionata di 23 milioni. A questi vanno sommati gli interessi (Fininvest aveva già versato nel luglio 2011 a Cir i 564,2 milioni di euro stabiliti in appello) e si arriva a circa 70 milioni. Alla fine da pagare ne restano ben 494. Lo ha stabilito la Cassazione, che ha respinto il ricorso della Fininvest contro la Cir per il risarcimento del Lodo Mondadori. Si conclude così la «guerra di Segrate», anche se Marina Berlusconi non intende ancora mettere la parola fine sostenendo che «neppure un euro da parte nostra è dovuto». Mentre Carlo Benedetti registra che «dopo più di 20 anni viene definitivamente acclarata la gravità dello scippo che la Cir subì a seguito della accertata corruzione di un giudice da parte della Fininvest di Berlusconi, a quel tempo ancora lontano dall’impegnarsi in politica».
La sentenza dice che Cir è stata pesantemente danneggiata nella vicenda, ribadendo che la sentenza d’Appello che nel 1991 stabilì l’annullamento del lodo arbitrale sulla Mondadori favorevole a De Benedetti fu frutto di una corruzione in atti giudiziari, per la quale sono stati condannati il giudice Vittorio Metta e gli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora. Berlusconi venne prescritto nel 2001 perché il suo coinvolgimento nella vicenda era stato accertato fino al ’91 (per gli altri imputati era continuato fino al ’92).
Nel dispositivo della Cassazione si spiega che la corruzione di Metta ha privato Cir «non tanto della chance di una sentenza favorevole, ma, senz’altro, della sentenza favorevole, nel senso che, con Metta non corrotto, l’impugnazione del Lodo sarebbe stata respinta». E Berlusconi è stato «indiscusso beneficiario delle trame illecite materialmente attuate da altri sodali». La Cassazione ricorda che in Appello, così come in primo grado, è stato affermato che Berlusconi «non poteva non sapere». «La valutazione complessiva« degli «elementi ed argomenti di prova, condotta ai soli fini civilistici, di ricondurre alla società Fininvest la responsabilità del fatto corruttivo imputabile anche al dott. Berlusconi» risulta «correttamente motivata».
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