Internazionale

Guerra di religione sul gommone

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Migranti Dodici profughi gettati in mare perché cristiani. Arrestati gli aggressori musulmani

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 17 aprile 2015

Nell’album delle tragedie dell’immigrazione mancava solo questo orrore: una sottospecie di guerra di religione messa in atto da un gruppo di disperati su un barcone come sempre stracarico di profughi. Musulmani contro cristiani, con quest’ultimi buttati a mare dai primi e finiti in bocca ai pesci. Non sono chiari i motivi all’origine della rissa scoppiata tra i due gruppi durante la navigazione, se di natura religiosa o altro. L’unica certezza è che ad aver perso la vita in questo modo assurdo sono 12 immigrati nigeriani e ghanesi, mentre i loro connazionali si sarebbero salvati solo formando una catena umana e resistendo così agli aggressori di fede musulmana. Un dramma in più, come se non bastassero quelli che si verificano quotidianamente a causa delle condizioni fatiscenti delle imbarcazioni su cui i migranti sono costretti a viaggiare, o per le condizioni del mare. Come l’altra tragedia di cui si è saputo sempre ieri grazie alle testimonianze rese da alcuni sopravvissuti sbarcata a Trapani, stando alle quali almeno una quarantina di profughi orginari dell’Africa subsahariana sarebbero mori dopo essere partiti dalla Libia.

I contrasti tra profughi di fedi diverse purtroppo non sono una novità. Il rischio, adesso, è però che il fanatismo religioso sostituisca quel briciolo di solidarietà che pure dovrebbe legare le migliaia di disperati che cercano di arrivare in Europa. A denunciare quanto accaduto a bordo del gommone partito dalla Libia il 14 aprile, sono stati i racconti fatti tra le lacrime agli agenti della squadra mobile di Palermo dai profughi sopravvissuti. Resoconti terribili, pieni di «particolari agghiaccianti», come riferiscono gli agenti che li hanno ascoltati. Sul gommone carico di 105 persone si sarebbero trovato due gruppi. il primo, più numerose, formati da migranti di fede musulmana, ivoriani, senegalesi, maliani e della Guinea Bissau. Il secondo, più piccolo, fatto di nigeriani e ghanesi cristiani. Proprio la differenza di fede sarebbe stata all’origine di una lite scoppiata a bordo. I cristiani sarebbero stati minacciati di essere lasciati in mezzo al mare, minaccia che si sarebbe concretizzata circa mezz’ora dopo quando 12 cristiani sarebbero affogati dopo essere stati buttati in acqua da una quindicina di aggressori. Gli altri cristiani sarebbero vivi solo perché avrebbero resistito alle violenze unendosi tra loro, riuscendo così a fare blocco.

L’intero gruppo è stato poi soccorso dalla nave Foscari della Marina militare e una volta a Palermo hanno denunciato quanto accaduto indicando agli agenti 15 persone, tra cui un diciassettenne, indicate come gli aggressori. Tranne il minore tutti sono stati arrestati, mentre il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha firmato gli ordini di arresto, come prevede la legge quando un reato avviene in acque internazionali.

Sulle possibili motivazioni religiose di quanto accaduto, ha gettato ieri acqua sul fuoco monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della fondazione Migrantes. «Non esaspererei il concetto dell’odio religioso», ha spiegato. Siamo davanti a un aspetto nuovo del dramma dei migranti che dimostra la grande disperazione di queste persone. Ognuno, in no spazio limitato quali può essere quello di un barcone, cerca di salvare la propria pelle!». Un invito alla prudenza ignorato da chi, invece, preferisce speculare politicamente sui drammi dell’immigrazione. «Non solo dobbiamo assistere all’Isis che decide chi viene decapitato sulle coste libiche perché cristiano e chi invece può imbarcarsi, ma ora ci tocca subire anche l’uccisione dei cristiani da parte di profughi sui barconi», ha detto ieri Giorgia Meloni. La presidente di Fratelli d’Italia ha poi chiesto «che sia data a priorità ai rifugiati di religione cristiana rispetto a tutti gli altri». Fa eco alla Meloni il capogruppo della Lega alla Camera Massimiliano Fedriga, per il quale «Renzi e Alfano sono folli: aprono i confini all’assedio. I fatti dimostrano che stanno facendo sbarcare estremisti islamici violenti e accaniti contro i cristiani, potenziali terroristi pronti a colonizzare la nostra terra».

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