Guerra alla difesa, Salvini scopre le quinte colonne M5S
Che non ritenga la ministra della difesa Elisabetta Trenta sufficientemente marziale, Salvini lo dice da mesi. Ma ora che ha vinto le europee lo ripete con peso maggiore: è da […]
Che non ritenga la ministra della difesa Elisabetta Trenta sufficientemente marziale, Salvini lo dice da mesi. Ma ora che ha vinto le europee lo ripete con peso maggiore: è da […]
Che non ritenga la ministra della difesa Elisabetta Trenta sufficientemente marziale, Salvini lo dice da mesi. Ma ora che ha vinto le europee lo ripete con peso maggiore: è da quel ministero che vuole cominciare ad allargarsi, spostando sempre più la guida del governo al Viminale. Del resto è con la difesa che ha dovuto discutere e litigare in più occasioni, quando ha deciso di dare ordini alla guardia costiera e alla marina militare come fossero un’appendice del ministero dell’interno. Per il nuovo attacco basta un pretesto e non manca l’allusione maschilista di chi non sopporta che a capo delle forze armate ci sia una donna: «I militari meritano una copertura totale ma ho l’impressione che non si siano sentiti protetti», dice il capo della Lega.
Quello che Salvini forse non si aspettava è scoprire di avere una quinta colonna a palazzo Baracchini, tra i 5 Stelle. Avrebbe forse potuto intuirlo, dal momento che il sottosegretario Angelo Tofalo ha la sua stessa passione per le divise altrui: si è fatto fotografare in versione Rambo e Top Gun, ha imbracciato fucili, si è paracadutato in favore di telecamera e ha viaggiato sotto i mari e per i boschi. Ieri Tofalo ha spiegato di averlo dovuto fare «per avere la fiducia degli uomini che mi aiutano a ricevere in tempo zero le informazioni utili a svolgere il mio incessante lavoro». E deve procurarsele così, le informazioni, perché la ministra Trenta – che pure è dai 5 Stelle indicata – lo boicotterebbe: «Ho cercato per un anno di starle accanto e di spiegarle che il nemico non è Salvini, ma chi all’interno dell’apparato vuole continuare ad agire senza l’indirizzo e il controllo politico. Purtroppo, consigliata male, ha deciso di fare valutazioni diverse».
E qual è il modo per non litigare con Salvini, secondo Tofalo? «Spezzare le catene dei vecchi poteri che ostacolano l’ammodernamento dello stato». Mentre invece, denuncia, «mi sono ritrovato nel mio dicastero ad assistere a incomprensibili scelte, quasi mai coordinate politicamente, che hanno solo rafforzato l’influenza di capi e capetti del passato». A smentire Tofalo pensa la solita, anonima, nota dell’ufficio comunicazione dei 5 Stelle alle agenzie di stampa: «Fonti del Movimento» garantiscono che «tutto il M5S prende le distanze dall’iniziativa personale molto grave del sottosegretario», iniziativa «non condivisa dal vertice del Movimento, dagli eletti» e nemmeno «dai rappresentanti nelle commissioni difesa». Ma l’aria di burrasca nei grillini si fa sentire anche qui, e dopo poco prima uno, poi due, poi tre parlamentari grillini delle commissioni difesa – Mininno, Castiello e Russo – smentiscono la presa di distanza ed esprimono solidarietà a Tofalo. Nel frattempo a fiancheggiare Salvini ci pensano i senatori di Fratelli d’Italia che, durante il question time, accusano Trenta di essere una ministra peace and love, somma ingiuria, perché ha voluto dedicare la parata del 2 giugno all’inclusione. Lei risponde nell’aula del senato alzando tre dita: peace and love.
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