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Guardie e ladri di biciclette

Ciclostyle Piero e Caterina .si muovono a Roma in bicicletta. Sono padre e figlia, e Piero accompagna Caterina all’asilo sulla sua bici da viaggio/città/tuttofare, con un bel seggiolino da cui Caterina […]

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 11 gennaio 2018

Piero e Caterina .si muovono a Roma in bicicletta. Sono padre e figlia, e Piero accompagna Caterina all’asilo sulla sua bici da viaggio/città/tuttofare, con un bel seggiolino da cui Caterina esprime le sue prime considerazioni sul posto in cui è nata (ancora non lancia poderose contumelie, ma dice Piero che è sulla buona strada). Piero è uno bravo ma una sera ha il classico momento dell’imbecille e lascia la bici appoggiata «un attimino», un po’ come i suv in doppia fila al bar con le quattro frecce d’emergenza: ovviamente la bici sparisce, sottratta da una manina svelta quanto irrispettosa dello stile di vita di Piero e Caterina.

A Roma c’è una comunità piuttosto forte di ciclisti urbani quotidiani di cui Piero è parte attiva: lancia quindi un grido d’aiuto abbastanza addolorato, chiedendo a tutti di aiutarlo a ritrovare la bici, che seppur non di pregio è tuttavia il suo mezzo di trasporto quotidiano, e il supporto dei suoi viaggi con la compagnia dei Cialtroni in Bici, di cui è sicuramente un muro portante.

Naturalmente tutti dànno occhiate in giro, vanno nei posti noti nella capitale per ospitare i gruppi di ladruncoli, ma la bici non si trova. Piero si fa prestare una bici per andare qui e lì a cercare la scarrafona, che tuttavia è la sua scarrafona. Con sé porta un casco di banane da tirare al ladro.
Nel frattempo viene creato un gruppo segreto su Facebook, per dare seguito a un’idea lanciata da uno dei suoi amici: una raccolta fondi per aiutare Piero a tornare in sella, con Caterina dietro nel seggiolino. Perché? Perché sì, è giusto, ci fa piacere, lui ha un reddito sincopato, e d’altronde ha messo a disposizione il suo sapere di architetto e urbanista per contribuire a sviluppare il progetto – geo referenziato e accuratamente disegnato da mesi di sopralluoghi di decine di attivisti – della rete di ciclabili che Salvaiciclisti Roma ha regalato al Comune senza nulla in cambio ma solo per la voglia collettiva di dare una mano a ‘sta povera città.

In meno di un mese parecchie persone, con donazioni anche modeste, riescono a raggranellare una cifra di diverse centinaia di euro, il tutto naturalmente all’insaputa del cialtrone che si è fatto soffiare la bici. Viene organizzata la consegna del malloppo nel giorno della Befana.
Prima di allungare la busta con la cartamoneta viene consegnata a Piero la Bici Più Brutta Del Mondo, malamente dipinta di rosso. E’ comunque felice, e mentre cerca di regolare quel catorcio arriva la busta: gli diciamo «c’è anche questa». Quasi sviene mentre tira fuori poco meno di 700 euro, Caterina urla di gioia, tutti ridono. Pochi istanti dopo Piero si precipita in un negozio amico, che contribuisce con un forte sconto all’acquisto di una bici stupenda che né Piero né tantomeno Caterina si erano mai sognati. La giornata poi prosegue con un pranzo «à la calabraise» a casa di Piero, dove l’unico che ha bevuto un bicchiere d’acqua ha rischiato le botte. Noi ciclisti urbani ci vogliamo bene, anche così.

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