Politica

Grillo Sì vax tra polemiche, un piccolo giallo e nessun vantaggio per la ricerca

Vaccini e politica La firma di Grillo non farà cambiare idea a Walter Ricciardi, che si è dimesso dalla presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità in polemica con le posizioni anti-scienza del governo. Né riporterà l’astrofisico Roberto Battiston al vertice dell’Agenzia Spaziale Italiana, da cui è stato rimosso senza molte spiegazioni

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 11 gennaio 2019

Beppe Grillo fa pace con la scienza. Il sostegno al «Patto Trasversale per la Scienza» proposto dell’infettivologo Roberto Burioni, il nemico giurato dei No Vax spiazza i militanti del Movimento 5 Stelle. Ma dietro la firma del comico c’è un piccolo giallo.

La notizia è data trionfalmente dallo stesso Burioni sul suo nuovo magazine online Medical Facts. L’appello in cinque punti promuove la «Scienza come valore universale», la lotta a pseudoscienze come l’«antivaccinismo», l’impegno dei politici a non ripetere altri casi Stamina, le campagne informative «a partire dalla scuola dell’obbligo» e il «raddoppio dei fondi ministeriali per la ricerca biomedica». Sono i cavalli di battaglia di Burioni, che si è costruito un pubblico fedele su Facebook con le sue brusche risposte a chi mette in dubbio l’obbligo vaccinale. Molti nomi noti della comunità scientifica, del giornalismo e della politica hanno firmato l’appello. Ma la firma che spicca maggiormente è quella di Grillo.

La battaglia contro l’obbligo vaccinale, infatti, è una di quelle fondative per il Movimento. Già negli spettacoli Beppe Grillo tuonava contro i vaccini obbligatori, sostenendo che difterite e poliomelite sarebbero scomparse anche senza. In una proposta di legge regionale, i 5 Stelle del Lazio avevano addirittura proposto la «quarantena» per i bambini vaccinati.

Il dietrofront non è piaciuto a molti militanti che sui social hanno gridato al «tradimento». Qualcuno, come Claudio Messora (blogger complottista un tempo molto ascoltato tra i grillini), ha cercato di indorare la pillola, sostenendo che tra le pseudoscienze c’è anche il «provaccinismo a prescindere». Viste le reazioni, Grillo ha poi precisato di non conoscere Burioni. L’appello gli sarebbe stato presentato da Guido Silvestri, immunologo della Emory University di Atlanta e consulente dei 5 Stelle. Il sostegno di Grillo, dunque, sarebbe stato ottenuto con un’astuzia, come ha adombrato qualche sostenitore che gli ha consigliato «ritira la firma».
In realtà, anche con il nome di Grillo il Patto di Burioni non ha un gran peso. Difendere la scienza dalle pseudoscienze non costa nulla, a patto che le pseudoscienze siano sempre quelle degli altri. Inoltre, l’impegno a raddoppiare il finanziamento alla ricerca suona decisamente beffardo. Giunge infatti pochi giorni dopo l’approvazione di una finanziaria che blocca le assunzioni di ricercatori universitari e, se si tiene conto dell’inflazione, sottrae risorse alla ricerca.

La firma di Grillo non farà cambiare idea a Walter Ricciardi, che si è dimesso dalla presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità in polemica con le posizioni anti-scienza del governo. Né riporterà l’astrofisico Roberto Battiston al vertice dell’Agenzia Spaziale Italiana, da cui è stato rimosso senza molte spiegazioni. A trarne profitto sarà solo Burioni, che tra casi politici, best-seller editoriali, nuovi progetti sul web e ospitate televisive si candida ad essere lo scienziato più mediatico del 2019.

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