Grillo prova a mediare tra Conte e Di Maio
Stellicidio Il fondatore veste i panni dell’Elevato. Ma si litiga anche sul significato delle sue parole. Intanto, il leader si sta convincendo: cacciare il ministro è impossibile e rischioso. Per adesso invita il governo a cambiare passo
Stellicidio Il fondatore veste i panni dell’Elevato. Ma si litiga anche sul significato delle sue parole. Intanto, il leader si sta convincendo: cacciare il ministro è impossibile e rischioso. Per adesso invita il governo a cambiare passo
Se, come diceva Charles Baudelaire, il capolavoro del diavolo è far credere a tutti che non esiste, pare che uno dei pezzi da maestro di un politico senza scrupoli stia nel nascondere ai suoi avversari quale sia il suo vero obiettivo fino all’ultimo momento utile. Così Luigi Di Maio sta trasformando l’indeterminatezza politica e la fase di passaggio in cui si trovano lui e il Movimento 5 Stelle in punti di forza. A detta di tutti Giuseppe Conte ha il vantaggio dei numeri: dei parlamentari che lo sostengono a maggioranza, probabilmente degli iscritti che lo hanno eletto presidente e secondo i sondaggi anche dell’elettorato. Ma senza una linea politica esplicita da contrastare non trova appigli critici verso il ministro degli esteri. Per questo motivo il disegno di Di Maio rappresenta un mistero attorno al quale si arrovellano i colonnelli del capo grillino a colpi di ipotesi e suggestioni. Non si capisce se voglia tentare la scalata ai vertici del Movimento 5 Stelle, se stia pensando di uscirne per fondare una sua «cosa centrista» oppure se punti a restarvi dopo aver trovato un accordo con l’ex presidente del consiglio.
SI RACCONTA che Conte, spaesato dalla capacità del suo rivale di restare a mezz’aria e al tempo stesso logorare i suoi nemici, starebbe convincendosi che buttare Di Maio fuori dal Movimento 5 Stelle come un dissidente qualunque non gli conviene (meglio non creare un martire). Stanti le regole, peraltro, attuali non gli è neppure possibile. Senza considerare che l’attuale statuto è in attesa di giudizio della magistratura, dopo il ricorso di alcuni iscritti al Tribunale di Napoli. Dunque, l’avvocato, si starebbe convincendo a tenere dentro il suo antagonista per poi isolarlo gradualmente. Magari, se davvero si procedesse a un rimpasto di governo, ritirando uno dei sottosegretari del M5S che sono vicini all’ex capo politico. Rischierebbe uno tra Laura Castelli, Carlo Sibilia, Dalila Nesci e Manlio Di Stefano.
PER ADESSO, comunque, il leader si limita a chiedere un cambio di marcia all’esecutivo. «Il Movimento 5 Stelle è stato chiaro – ha detto ieri – serve un patto per garantire risposte ai bisogni dei cittadini, non ad altri interessi. Come ripetiamo da tempo, è il momento di accelerare per sostenere la ripartenza e offrire soluzioni rapide ed efficaci alle urgenze del paese». Di Maio procede con la diplomazia parallela: ieri ha incontrato il leghista Giancarlo Giorgetti per fare il punto generale della situazione politica dopo l’elezione del Capo dello Stato.
ANCHE I CAPIGRUPPO alla Camera e Senato, Davide Crippa e Mariolina Castellone, starebbero lavorando per ricucire lo strappo. Però circola il timore che se Conte scegliesse la guerra di logoramento più che lo scontro frontale offrirebbe a Di Maio il campo di gioco che più gli è congeniale: in fondo, dicono i suoi detrattori, in questi mesi non ha fatto altro che lavorare ai fianchi della leadership. Fino al climax della settimana di trattative per il Quirinale.
A RENDERE più evidente (e surreale) questa atmosfera di sospensione arriva Beppe Grillo, con un breve post sul suo blog intitolato «Cupio dissolvi». «Una volta un padre venerabile (Bapu Ghandi) disse ai suoi ‘Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo’ – recita il testo – Così egli (l’Elevato) non volle essere un padre padrone, ma un padre che dà ai figli il dono più grande. Sicché rinunciò a sé per consentire il passaggio dall’impossibile al necessario». Dopo aver evocato in toni lirici la sua fuoriuscita dalla prima linea del Movimento 5 Stelle, Grillo intima ai suoi: «Non dissolvete il dono del padre nella vanità personale (figli miei). Il necessario è saper rinunciare a sé per il bene di tutti, che è anche poter parlare con la forza di una sola voce». E ancora: «Ma se non accettate ruoli e regole restano solo voci di vanità che si (e ci) dissolvono nel nulla».
GRILLO IN PASSATO aveva definito il M5S «biodegradabile», cioè destinato a dissolversi senza lasciare scorie. Adesso invita i suoi a non farsi prendere dalle ambizioni personali per salvare la sua creatura. Conte piazza un like tattico su Facebook al post del Garante. Dal suo staff dicono che l’apologo è stato concordato con i vertici del M5S, visto che in sostanza invita a rispettare le gerarchie date. Dalla fazione di Di Maio invece si sostiene che Grillo inviti tutti quanti a mettere da parte i rispettivi ego per provare a dialogare e convivere.
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