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Grillo: “Hanno perso i partiti. E chi non è d’accordo va via”

Grillo: “Hanno perso i partiti. E chi non è d’accordo va via”

5 stelle Il leader del movimento sulle elezioni amministrative

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 30 maggio 2013

«Catastrofe? Io sono felice, sono loro che depistano l’informazione per non andare sulla loro catastrofe. Loro hanno perso, noi abbiamo vinto». Le elezioni secondo Beppe Grillo. Che ieri, annunciato da un fotomontaggio che lo ritrae vestito da Highlander (una sua vecchia passione) dal blog è partito all’attacco di quanti accusano il Movimento 5 stelle di aver perso più della metà dei suoi elettori in soli tre mesi. E, alla vigilia della riunione che si terrà oggi tra i parlamentari per analizzare il voto, lancia un avvertimento ai dissidenti: «Chi si è candidato per il M5s al parlamento e vuole un accordo con il pdmenoelle scordandosi gli impegni elettorali e della sua funzione di portavoce per realizzare il nostro programma, è pregato di avviarsi alla porta. E’ meglio buttarsi nel vuoto da soli che essere spinti».

Grillo deve rispondere allo scontento che gira in rete tra i suoi sostenitori per l’esito delle amministrative. E lo fa cercando di dimostrare come se crollo c’è stato, questo riguarda i partiti tradizionali e non il movimento. Pd e Pdl in testa che, ricorda il leader, nelle elezioni comunali di Roma dal 2008 a oggi hanno perso rispettivamente il 48% e il 65% dei consensi. Confronto positivo, invece, per il M5s che dal 2008, quando si presentò con la lista Amici di Beppe Grillo per Roma, a oggi ha guadagnato il 22%. Quindi, sottolinea Grillo, «i partiti sono morti».

Un ragionamento che sa molto di vecchia politica e che comunque non spiega il tracollo subito dal movimento da maggio a oggi. Argomento sul quale Grillo anziché interrogarsi, preferisce glissare: «Non abbiamo fretta», scrive infatti ancora . «Dopo le elezioni politiche e l’affermazione del M5s Casaleggio disse che per lui ’Era un giorno come un altro’. Valeva anche per me. Nel senso che era la tappa di un percorso». «Il cosiddetto risultato catastrofico di ieri consentirà a circa 400 consiglieri del M5s di entrare nelle municipalità, di fare proposte, operare da sentinella per i cittadini». E sui prossimi ballottaggi ribadisce la volontà di non appoggiare nessuno: «Il movimento non è un partito, non fa alleanze né inciuci». Infine l’attacco alla Rai, una «fogna» che «perde 200 milioni di euro all’anno», dice. «Più che andare in televisione, bisogna cambiare la televisione. I nominati dai partiti comincino a fare gli scatoloni».

Riusciranno i discorsi del leader ad arginare il malcontento di molti parlamentari cinquestelle? Qualcosa si potrebbe capire forse già oggi, durante la riunione prevista in parlamento per discutere del risultato elettorale. Il clima non è certo dei più tranquilli. «Un dibattito interno è necessario. E se chi apre il dibattito viene visto come colui che se ne vuole andare, allora non è stato capito» è la replica di Walter Rizzetto, uno dei deputati critici verso alcune posizioni del gruppo, all’invito di Grillo a lasciare il movimento. Cosa che, almeno per ora, nessuno dice di voler fare. «Io ragiono con la mia testa», aggiunge un altro deputato, Aris Prodani. «E se c’è un ragionamento diverso non vuol dire che non si voglia proseguire questo percorso».

Dissidi e polemiche comunque sono orma all’ordine del giorno. Infastidito per alcunedichiarazioni rese da Tommaso Curtò – che in un’intervista ha detto in sostanza che sarebbe meglio se i parlamentari cinque stelle parlassero solo quando hanno qualcosa di dire, come «progetti, proposte, principi e metodi», Luigi Di Maio ha accusato il collega di essere in «malafede». «No so dove Tommaso abbia passato gli ultimi due mesi (forse a parlare di strategie con la stampa) ma lo informo che sul sito della Camera e del Senato sono disponibili tutte le proposte di legge».

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