Politica

Grillo gela il Pd: “Niente alleanze”

5 Stelle Morra: «Letta giudica positive la parole di Berlusconi. In Europa non ci sono casi simili»

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 6 agosto 2013

Nessuna alleanza con il Pd. Bastano poche righe sul suo blog a Beppe Grillo per sbattere nuovamente la porta in faccia a qualsiasi ipotesi di maggioranze alternative che vedano il M5S insieme al partito di Epifani e Sel. E allo stesso tempo per mandare ancora una volta all’aria ogni speranza di mettere il Pdl all’opposizione. Il leader del M5S è chiaro: «Pdl e Pdmenoelle pari sono. Non c’è nessuna possibilità per me di allearmi né con uno né con l’altro, né di votare la fiducia – scrive l’ex comico – Hanno la stessa responsabilità verso lo sfascio economico, sociale e morale del nostro Paese».
Un no netto, che Grillo invia al Pd e a quanti in questi giorni hanno avanzato ipotesi su una possibile alleanza, magari anche solo per varare una nuova legge elettorale («articoli inventati di sana pianta» dice attaccando come al solito i giornali). Ma che è un messaggio altrettanto chiaro anche per i suoi, per chi dentro al Movimento fino a ieri si è detto possibilista verso nuove intese, ora che la Cassazione si è espressa su Silvio Berlusconi e che per il Pd l’alleanza con il Pdl diventa ogni giorno più imbarazzante. E non sono pochi i pentastellati che vedrebbero bene nuovi scenari politici, come dimostra la mail che il senatore sardo Roberto Cotti avrebbe inviato ieri ai suoi colleghi per proporre «un governo della società civile». E della quale probabilmente si è discusso nella riunione che i sentori 5 stelle hanno tenuto ieri sera e convocata proprio nel timore di nuove prese di posizione distanti da quelle espresse da Grillo. Tanto più che sempre ieri uno come Nico Stumpo, deputato Pd non certo tenero con i grillini, è stato chiaro: «Penso che con il M5S non sia strutturabile nessuna forma di governo o pseudomaggioranza» ha detto Stumpo, che però non esclude un dialogo «con ogni singolo parlamentare». Facendo così riemergere la paura, mai davvero scomparsa, di un lavoro di scouting verso i pentastellati. «Le dichiarazioni dei vari Stumpo lasciano il tempo che trovano», risponde sicuro Nicola Morra, capogruppo M5S al Senato. «Noi rifiutiamo queste logiche. Poi se qualche singolo parlamentare lo vorrà fare…»

Morra è’ una possibilità che vi preoccupa?
No. Ci hanno provato già qualche tempo fa. Noi eravamo sotto pressione e secondo i giornali ci sarebbe stato un gruppo corposo di 15-18 parlamentari pronti ad andare via. Poi di fatto non è successo.

Intanto Grillo continua a dire che Pd e Pdl sono uguali.
Guardi io ci sto tutti i giorni con i colleghi e francamente devo dire che vedo ben poche differenze. Prendiamo la questione Berlusconi: noi l’abbiamo sollevata il 15 marzo, ora siamo arrivati a una sentenza definitiva e per il Pd è tutto normale. Letta ha detto di considerare positive le parole pronunciate da Berlusconi al comizio di domenica. Ma le pare? Qua siamo di fronte a un condannato in via definitiva e tu vai a valutare il senso della possibilità politica in funzione delle parole. Ma questi sono vecchi bizantinismi. Noi vorremmo un giudizio sulla sostanza, e la sostanza è questa: abbiamo un governo in cui uno dei partiti che lo sostiene è capeggiato da un condannato. Conosce casi simili in Europa? No. Allora o sono folle io o siamo folli noi italiani che accettiamo questa realtà.

Si rischia che adesso, anche grazie al M5S si trovi l’ennesima legge ad personam per Berlusconi.
Ma chi la fa questa legge? Non noi. Noi abbiamno semrpe detto che vogliamo i fatti: Berlusconi iniziasse a scontare la pena, è un cittadino italiano, la legge non è uguale per tutti?

Intanto il presidente Napolitano apre a una riforma della giustizia.
Anche questo non è ridicolo? Abbiamo rallentato l’analisi del ddl 813, quello che istituisce il comitato per le riforme istiuzionali perché il Pdl sembrava volesse farci entrare anche la riforma della giustizia. Tutti hanno alzato la voce e poi, dopo la sentenza, si cambia registro? Qua l’incoerenza di chi è, ma soprattutto la memoria di chi è?

Avete raggiunto un accordo per una vostra proposta di legge elettorale?
Il parlamento non ci devono essere condannati, poi deve scomparire il ceto dei nominati. Quindi reintroduzione non delle preferenze, ma della preferenza, che non sia da scrivere ma piuttosto da barrare. E infine vorremo un proporzianale con un sbarramento che potrebbe anche essere portato al 3 o 4%. Ma sopratutto vorremmo anche evitare la schifezza avuta con quella formazioni che sono entrarte in parlamento in coalizione e poi si sono dissociate diventando opposizione. Parlo di Fratelli d’Italiad’Italia ma anche di Sel.

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