Il processo digitale si è concluso come previsto, con l’espulsione di Adele Gambaro dal Movimento 5 Stelle. Nulla di nuovo. La cacciata della senatrice che ha criticato Beppe Grillo era praticamente scontata, anche se sul sito del comico genovese non sono mancati fin dal mattino i post di militanti stanchi delle liti, dei toni e dei veleni sparsi nei giorni scorsi tra i parlamentari stellati. E un segnale al leader del movimento è arrivato anche dalla bassa partecipazione al voto e, contemporaneamente, dal numero non proprio basso di coloro che si sono schierati a difesa della senatrice.

Forse anche per questo una volta chiuse le operazioni di voto, nel pomeriggio Grillo ha telefonato ai deputati Tommaso Currò e Paola Pinna, due tra i dissidenti che forse più di altri hanno fatto sentire – e con toni pesanti – il proprio malessere. Al punto che nei confronti della Pinna – che in un’intervista ha parlato di un clima da psicopolizia nel Movimento e definito talebani i fedelissimi del leader – era già stata presentata una richiesta di avvio della procedura di espulsione. «Ho ribadito a Grillo le cose che penso, sono stata chiara e schietta come sempre, è difficile che non mi abbia capito», spiega in serata la deputata sarda che ribadisce anche la sua volontà di non lasciare il M5S. «Mi hanno detto che la richiesta di espulsione nei miei confronti è stata ritirata – aggiunge -. Con Grillo siano rimasti d’accordo che ci sentiremo ancora: si tratta adesso di affrontare meglio alcune questioni».

Erano 48.292 i militanti chiamati a decidere sul futuro della senatrice Gambaro, e di questi solo 19.790 hanno risposto alla chiamata di Grillo. I favorevoli all’espulsione sono stati 13.029, pari al 65%, mentre in 6.761 (34,2%) hanno detto di no. Rispetto ai primi di maggio, quando il Movimento votò l’espulsione di Marino Mastrangeli per le troppe presenze in televisione, il numero di votanti è rimasto pressoché uguale, ma in quell’occasione a votare contro il senatore fu l’88,8%. La scarsa partecipazione al voto risulta ancora più evidente se si considera che alla «parlamentarie» e alla «quirinarie» votò il 60% di coloro che ne avevano diritto. Insomma Adele Gambaro perde sì la sua battaglia, ma segna comunque un punto a suo favore. «Sono umanamente dipiaciuto ma ricordo a me stesso che vanno coniugate libertà e responsabilità», commenta il capogruppo al Senato Nicola Morra. Ma la cacciata della collega indigesta per molti senatori. «La rete non aveva elementi per giudicare correttamente» – dice ad esempio Roberto Cotti, per il quale l’espulsione rappresenta «un danno di immagine enorme» per il Movimento. E di «scelta sbagliata» parla anche la senatrice Serenella Fucksia.

Bisogna capire adesso cosa succederà nel movimento, se si si preparano o meno nuove espulsioni. Le telefonate fatte da Grillo a Currò e Pinna potrebbero rappresentare un improvviso cambio di strategia da parte del leader e dei suoi fedelissimi dopo i toni violenti dei giorni scorsi, visti anche i numerosi segnali di malessere che ormai cominciano ad arrivare sempre più numerosi anche dalla rete. Parlare di un possibile nuovo corso rischia di essere però prematuro. «Di sicuro le telefonate sono un gesto di attenzione», ragione il senatore Franco Campanella, un altro contrario all’espulsione della Gambaro. «Spero che questo gesto fatto da Grillo abbia un significato politico e che porti e un esito positivo».