Messaggio lungo, toni il più possibile pacati e quando alza la voce lo fa solo per dire: «Io non grido». Beppe Grillo torna al video proclama, appare sul sito con una camicia estiva, seduto in quella che pare la loggia della sua villa sulla spiaggia di Marina di Bibbona. «Non sono scomparso né latitante», esordisce, ma già le foto dalle spiagge ci avevano informato che è semplicemente in una lunga vacanza. Comincia attaccando Renzi, le sue «schifezze». Vale a dire l’aver alluso, naturalmente via twitter, che «il movimento è a favore del terrorismo, dialoga con i terroristi e non con il governo». «Bugiardo, falso, ipocrita», non si trattiene Grillo. Si vede che ha accusato il colpo.

Il messaggio serve a parare l’offensiva del Pd, la «vergognosa campagna di stampa»; vuole chiudere definitivamente ogni dialogo con Renzi. La strategia nel movimento però non è più così armonica. Nelle stesso ore in cui il capo dei 5 stelle diffonde il video, i due deputati di punta Di Battista e Di Maio, non troppo amici, ma entrambi vicini a Casaleggio, lanciano segnali opposti. Di Battista scrive una lunga spiegazione del suo «con i terroristi si deve trattare» fatto apposta per rinfocolare le polemiche (puntuali). Di Maio assicura che «siamo disponibili a qualsiasi dialogo, siamo pronti a discutere la riforma della giustizia. Ma se si vuole fare una riforma della giustizia con Berlusconi abbiamo qualche perplessità».

Altri toni. Che rendono chiaro perché Grillo abbia sentito l’esigenza di intervenire per richiamare a una linea che è cambiata. Adesso il movimento ha tre nuove priorità.

1) La fase del dialogo, quella che ha portato a due incontri in diretta streaming sulla riforma della legge elettorale – e tante polemiche all’interno del movimento – è chiusa. Grillo non ci aveva mai creduto. Quando aveva incontrato Renzi non l’aveva fatto parlare. Poi aveva mandato i suoi da soli. Un errore, dice adesso: «Se tornassi indietro non parlerei con lui». Anzi: «Gli darei uno scappellotto». Il cambio di linea implica anche una capriola logica. Dopo le europee Grillo aveva detto che, avendo preso il 40%, Renzi era stato legittimato e con lui bisognava parlare. Adesso riprende il vecchio adagio: «Renzi non l’ha eletto nessuno».

2) Il Movimento 5 stelle non dovrà (più) spaventare. È stata la critica che più ha colpito Grillo dopo il non esaltante risultato alle europee. E lui nel video non lo nasconde, spiega che si impegnerà. «Io modero i toni, voglio i toni bassi, voglio parlare bene, voglio essere moderato, voglio che voi non mi vediate sempre come quello che grida». Si rivolge al pubblico con una calma impostata, sorvegliando il linguaggio: «Abbiate pazienza». «Non so come, ma dobbiamo riprenderci il paese». Lo chiede per cortesia: «Vi prego di credermi, fidatevi, cosa avete da perdere? Dateci una possibilità».

3) La campagna d’autunno sarà sull’economia. Esclusi o autoesclusi dal capitolo legge elettorale, assai distanti sulla giustizia, i 5 stelle nella strategia del loro capo devono darsi l’obiettivo di attaccare lì dove gli italiani sono più sensibili. Il videomessaggio di ieri gira tutto attorno ai problemi economici. Renzi non ha mantenuto nessuna delle sue promesse: riforma del fisco, pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, blocco degli stipendi pubblici, i famosi 80 euro: «Una truffa. La recessione si sta fermando in molti stati tranne che in Italia». Spazio allora a pillole del programma grillino: «Facciamo il reddito di cittadinanza, facciamo la piccola e media impresa, detassiamo veramente l’Irap, mettiamo protezioni ai nostri prodotti». E soprattutto spazio a una speranza: «Vorrei andare a elezioni, per determinare se il popolo italiano vuole ancora essere preso per il culo da questo cartone animato».