Green pass nelle mense. Confindustria e sindacati contro la faq del governo
Sul sito di Palazzo Chigi sabato è stato pubblicato il chiarimento Filcams: «Sarà la committenza a verificare o l’azienda che lavora in appalto? Con quale delega e quale livello di inquadramento?»
Sul sito di Palazzo Chigi sabato è stato pubblicato il chiarimento Filcams: «Sarà la committenza a verificare o l’azienda che lavora in appalto? Con quale delega e quale livello di inquadramento?»
Obbligo di green pass per accedere alle mense: sabato sera il governo ha emesso una faq per chiarire la necessità di esibirlo anche nei luoghi di lavoro, incluse le mense delle forze armante. Ieri è intervenuta Anir Confindustria, l’associazione di categoria: «Il pass ci trova favorevoli ma c’è una grande confusione sia nella norma sia nel chiarimento del governo». Nella faq si legge: «Per la consumazione al tavolo al chiuso i lavoratori possono accedere nella mensa o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde. I gestori sono tenuti a verificare le certificazioni con le modalità indicate dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri 17 giugno 2021». Nel decreto è specificato: il controllo è affidato «al proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali, nonché ai loro delegati».
La spiegazione del governo non scioglie i dubbi. L’Anir: «Il controllo verso i fruitori della mensa non spetterà alle imprese eroganti il servizio. Le società della ristorazione collettiva non sono proprietarie dei luoghi e controllare l’utenza non rientra nelle loro competenze perché svolgono un servizio per conto terzi. Non si introduce un obbligo con una faq, piuttosto chiediamo di essere sentiti. Si rischia di aggravare i costi dell’appalto dovendo trovare personale addetto ai controlli, si rischia di vedere crollare gli utenti delle mense, controllati per accedere al pasto ma non al posto di lavoro».
Preoccupata anche la Filcams Cgil di Genova: «Le mense in appalto sono già in forte sofferenza a causa della pandemia e dello smart working, che ha decimato le presenze. La mensa aziendale è una conquista sindacale che sta già rischiando di sparire, un luogo in cui i protocolli di sicurezza sono stati immediatamente messi in atto». Poi c’è il tema del controllo del pass: «Si è volutamente fatto finta di ignorare che si sta parlando di un settore che, sia nel pubblico che nel privato, lavora nel 90% dei casi in appalto. Sarà la committenza a dover verificare se il suo dipendente è in possesso di green pass o sarà l’azienda appaltatrice? Si pretenderà che siano cuochi o addetti mensa a fare da controllori? E con quale delega? Quale livello di inquadramento?».
La Filcams è preoccupata per la tenuta stessa del settore: «Ci si domanda quando il governo vorrà affrontare il tema dello smart working con le parti sociali. Il nostro settore, che occupa 20mila persone, ha la necessità di veder tornare i lavoratori in ufficio. Se un lavoratore ha il pass per accedere a ristoranti, bar, bagni e spiagge, va spiegato perché non possano lavorare in azienda».
Il segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini, sulle mense spiega: «Occorre la contrattazione tra aziende e sindacati, aggiornando i protocolli sicurezza per introdurre in modo graduale il pass nei luoghi di lavoro». L’Uilm: «Tanti lavoratori sono stati costretti a mangiare sui marciapiedi, sotto al sole». E l’Osservatorio ristorazione collettiva: «Non è responsabilità della ristorazione decidere chi può accedere al servizio. Responsabilità che spetta al datore di lavoro, come stabilito nei contratti di appalto». Polemico il Sindacato dei militari: «Denunceremo chi impedirà ai nostri iscritti, e non solo, il libero accesso alla mensa».
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