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Grecia: zero controlli per spingere il turismo, boom di contagi

Grecia: zero controlli per spingere il turismo, boom di contagiIl premier greco Kyriakos Mitsotakis – LaPresse

Covid-19 Con l'avanzare dell’estate i positivi aumentano: mercoledì segnalati ufficialmente 166 casi, di cui 26 gravi

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 13 agosto 2020

I segnali ci sono tutti: man mano che ci si inoltra nel cuore dell’estate i contagi aumentano: mercoledì segnalati ufficialmente 166 casi, di cui 26 gravi. Lunedì un decesso ha fatto salire a 215 le morti per coronavirus in Grecia negli ultimi due mesi. Il governo sta affannosamente cercando di arginare i contagi, con annunci pressoché quotidiani di nuove misure. Esami medici che certificano l’assenza del virus entro tre giorni dall’ingresso per chi viene da Spagna e altri paesi europei (non l’Italia), mascherine in ogni luogo chiuso, vietati gli assembramenti (ma la Chiesa greca non ci sta e già prepara le processioni di Ferragosto) e infine la misura più contestata: chiusura a mezzanotte di bar, ristoranti e di ogni altro locale. Per il responsabile della protezione civile, il rude Nikos Chardalias, la misura si impone dal momento che l’età media dei contagiati si è fortemente abbassata rispetto al periodo del lockdown: ora si aggira sui 36 anni. Segno che il Covid 19 si sta diffondendo tra i più giovani.

LA CHIUSURA a mezzanotte nelle isole e nei luoghi di villeggiatura è, detta in estrema sintesi, irrealistica. Nel periodo estivo, a mezzanotte si comincia appena a progettare la serata. E già i gestori di bar e ristoranti devono scontare un crollo drammatico del flusso turistico, che ha raggiunto solo il 20% dell’anno scorso. Cacciare dal locale in piena vacanza i pochi coraggiosi che si sono avventurati in queste terre sarebbe il colpo finale. Anche i villeggianti più giovani non sembrano disposti a seguire le nuove disposizioni. Già l’obbligo della mascherina era stato ampiamente ignorato, come hanno testimoniato di ritorno da Corfù i ragazzi aretini, dando nuovo impulso al turismo interno del Bel Paese. Mykonos ha già fatto sapere che non chiuderà alcun locale, mentre nelle altre isole il divertimento si sposta nella piazzetta o sulla spiaggia con birre comprate al chioschetto. Sempre più spesso i più grandi trovano sollievo e giustificazione morale nelle varie teorie negazioniste che imperversano nei media di estrema destra. Come politica di contenimento, non si può certo parlare di successo.

IL GOVERNO di Nuova Democrazia (destra) sta scontando le indecisioni mostrate all’inizio della stagione turistica. Tutti i segnali parlavano di un crollo verticale dei visitatori che avrebbe aggravato un Pil già sotto di più di dieci punti. Il premier Kyriakos Mitsotakis è un neoliberista convinto e si muove quasi esclusivamente all’interno dell’universo economico. L’economia quindi è prevalsa e la decisione era stata di aprire ai turisti le frontiere con poche eccezioni (fece clamore l’esclusione dell’Italia) e con misure precauzionali minime, spesso neanche messe in pratica. Il risultato è stato un segnale di rilassamento, come se l’epidemia non ci fosse più. I poliziotti che pattugliano senza mascherine, le spiagge ammassate, i locali notturni strapieni, una situazione incontrollata che si è protratta per quasi tutto il mese di luglio. Finché, in piena stagione turistica, i contagi sono esplosi in massa, con cifre a due zeri e qualche decesso. Lanciando finalmente un segnale d’allarme al governo.

SE LA STAGIONE TURISTICA è già bella e andata, ora l’assillo del governo è contenere di nuovo la diffusione del virus, stavolta però in zone remote dalla scarsa copertura sanitaria. Il precedente governo Tsipras aveva fornito le isole di almeno un presidio sanitario e in quelle più grandi aveva rimesso in funzione gli ospedali distrutti dalla Troika. Mitsotakis non osa ripetere che bisogna privatizzare il sistema sanitario, ma certo non ha fatto grossi investimenti nelle strutture pubbliche, spesso abbandonate alla loro sorte e mantenute in vita dal coraggio e dal sacrificio di medici ed infermieri. Se l’epidemia tornerà ai livelli invernali, con i complessivi 5.623 positivi, la crisi politica sarà alle porte.

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