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Grandi opere, Salvini sbaglia Topolino

Grandi opere, Salvini sbaglia Topolino

Scivoloni Il ministro leghista delle infrastrutture si incarta presentando un vecchio fumetto Disney sul Ponte sullo Stretto, che viene costruito con i coralli da Rockerduck e subito distrutto dai turisti in cerca di souvenir. Avrebbe dovuto scegliere la storia del tunnel sotto la Manica, che nel 1970 anticipava di decenni la realizzazione dell'opera.

Pubblicato più di un anno faEdizione del 12 agosto 2023

Anche il giorno dopo le battute sui social media si sprecano, e Matteo Salvini in genere non ci fa una bella figura. Eppure l’idea di far vedere un Topolino di quarant’anni fa con la copertina dedicata al Ponte sullo Stretto aveva un suo perché, vista la sbandierata passione del leader leghista per la grande opera, a tal punto da avergli fatto annunciare tempo fa un tour europeo per trovare finanziamenti. Ma non aver letto la storia fino in fondo, o averlo fatto senza riflettere troppo sulle conseguenze della sua diretta social dagli uffici del ministero delle infrastrutture, è stato uno scivolone. Perché nel fumetto il ponte lo costruisce Rockerduck, e chiunque ami e legga Topolino ben sa che le imprese del miliardario rivale di zio Paperone sono molto spesso destinate al fallimento. Come succede nella storia del Ponte.

Nel video diventato subito virale Salvini cerca di essere un buon imbonitore: “È un Topolino del 1982, costava 700 lire, che nostalgia, celebrava i cantieri e i lavori per il ponte sullo stretto di Messina. Sono passati 41 anni e non c’è traccia del ponte anche se i progetti agli italiani sono già costati dei quattrini ma è un diritto alla mobilità e continuità territoriale per milioni di siciliani che devono andare a farsi curare, devono studiare, andare a lavorare senza aspettare ore i traghetti. Ecco, l’obiettivo è dare una risposta dopo 50 anni di chiacchiere”.

La risposta, all’epoca, se l’erano data lo sceneggiatore Giorgio Pezzin e il gran disegnatore dei paperi Giorgio Cavazzano: nella storia il ponte viene costruito, dopo vari tentativi andati a vuoto, addirittura con i coralli, su suggerimento di un pescatore. Ma viene anche rapidamente demolito dai turisti in visita dell’isola bella, che staccano i pezzi di corallo per portarli via come souvenir. Mentre per Rockerduck arriva una multa stratosferica delle autorità italiane per aver ingombrato lo stretto con un’opera “così… volatile”.

Del resto anche i progetti messi in campo da zio Paperone risultano inattuabili. Su incarico del papero più ricco del mondo gli scienziati ipotizzano un ponte a campata unica, uno sostenuto da palloni aerostatici, e perfino un tunnel sottomarino. Ma le prove sul campo dimostrano che sono tutti progetti fallimentari. Anche quel tunnel che dodici anni prima, nel 1970, Paperone era invece riuscito a costruire sotto la Manica, anticipando di decine di anni l’effettiva realizzazione del passaggio sottomarino tra la Francia e l’Inghilterra.

Ecco, quella storia rimasta negli annali della meravigliosa storia dei paperi, sceneggiata da Guido Martina e disegnata dal maestro veneziano Romano Scarpa, poteva essere più utile per Salvini, dimostrando che anche opere titaniche e assai problematiche alla fine possono essere comunque realizzate. Insomma si potrebbe dire che il ministro e leader leghista aveva avuto una buona idea. Ma ha sbagliato Topolino, oltre a non aver letto per intero quello che ha presentato con tanta enfasi.

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