Altro tassello nella prolifica carriera di Bonamassa, che presenta un progetto a dir poco monumentale. Per l’intera sessione si fa accompagnare dalla Hollywood Bowl Orchestra di stanza a Los Angeles, filarmonica con esperienza oramai secolare che ha prestato il proprio operato ai più importanti nomi della musica mondiale di ieri e di oggi. Avere un disco registrato con loro dona prestigio ed il bluesman, già avvezzo ad esperienze orchestrali analoghe, non si tira indietro. La selezione dei brani è curata al dettaglio: si parte da If Heartaches Were Nickels estratta dall’album A New Day Yesterday pubblicato nel 2000, fino ad arrivare alla più recente Curtain Call rintracciabile in Time Clock del 2021. Proprio queste due canzoni lo presentano in forma smagliante, come anche Twenty-Four Hour Blues, tema di Bobby «Blue» Bland che ha con sé da anni. Suona tutto alla perfezione, in quanto sia i quaranta orchestrali che il leader e la sua band non sbagliano di un centimetro. Il vertice arriva nella ottima esecuzione di Sloe Gin, incisione del 2007 che non subisce le angherie del tempo. Mancano però calore ed empatia, immolate sull’altare della indiscutibile magnificenza del progetto.