Italian Graffiti. Un post del tesoriere M5S Claudio Cominardi, un graffito raffigurante Biden che tiene al guinzaglio una lupa col volto di Draghi, scatena la polemica dentro il Movimento. Conte minimizza una cosa «senza importanza», Di Maio e alcuni parlamentari s’indignano: «Quella immagine è inaccettabile, non è diritto di critica, ne prendo totalmente le distanze e spero che il Movimento lo faccia il prima possibile, noi sosteniamo il presidente del Consiglio».

Così anche il deputato Gianluca Vacca e il presidente della commissione Ue Sergio Battelli: «Non derubricherei l’episodio, come ha fatto il presidente Conte, definendolo “senza importanza”. Io difendo questo governo».

PIÙ LA TENSIONE TRA CONTE e Draghi cresce, più si allarga la faglia dentro il Movimento tra chi accarezza l’idea di uscire dalla maggioranza, anche con un «appoggio esterno» (che vorrebbe comunque dire ritirare i ministri 5S) e chi invece (Di Maio) non ha alcuna intenzione di strappi che il ministro degli Esteri ha già definito «un nuovo Papeete che non ci possiamo permettere». Negli ambienti governisti dei 5S si sussurra addirittura che il post di Cominardi (personaggio assai riservato e poco incline alle uscite estemporanee) sia stato suggerito dai piani alti.

A QUESTO SI UNISCE il commento gelido di Conte sul piano di pace del suo ministro: «Gli sforzi per la pace non vanno fatti solo di domenica, non va fatto un tentativo e poi si continua a fare la guerra». E ancora, rivolto a Salvini che non gli ha dato una mano in aula per chiedere un voto sulle armi all’Ucraina: «Nella Lega sono pacifisti della domenica».

Al di là delle bagattelle sulla paternità del post col graffito il nodo è tutto politico: il sì o no alle armi è un tema perfetto per l’uscita dal governo. E infatti Di Battista ne approfitta: Di Battista coglie la palla al balzo: «Uno splendido murale satirico. Caro Claudio non ti curar di loro e magari non votare più la fiducia…». Il no grillino all’inceneritore di Roma, invece, potrebbe apparire un pretesto. E infatti l’assessora 5 stelle del Lazio Roberta Lombardi annuncia che l’emendamento che sarà presentato al decreto Aiuti sarà «comprensibile per le altre forze politiche». Tradotto: si lavora a un’intesa.

IN MEZZO ALLA BUFERA ARRIVA anche l’addio dell’eurodeputato Dino Giarrusso, ex Iena di Italia 1. L’annuncio ieri mattina a Coffee Break, su La7. «La base del Movimento è sparita, i valori sono stati traditi, c’è un piccolo gruppo che sceglie per tutti e isola i non allineati. Il M5S oggi è la caricatura di un vecchio partito». E ancora: «Stare nel governo Draghi è la morte del Movimento, non ci rispettano».

«Fondo un nuovo partito con fuoriusciti e scontenti», annuncia Giarrusso che lamenta poca attenzione da parte dell’avvocato. Conte lo gela: «L’ho incontrato molte volte, mi ha sempre chiesto poltrone, mai avevo percepito un dissenso politico». E ancora: «Non abbiamo bisogno di persone che ci danneggiano dall’interno».

DAL CAPO POLITICO la richiesta di dimissioni dal parlamento di Strasburgo: «Sia conseguente con quanto da lui stesso affermato in passato e lasci l’europarlamento». L’ex Iena si scalda: «Resto qui perché mi ci hanno mandato 120mila elettori. Io in cerca di poltrone? Parole completamente false e diffamatorie, sto valutando se querelarlo, non ho chiesto nulla, gli ho suggerito di far votare gli organigrammi ma lui ama circondarsi di yesman».

Da Bruxelles fanno sapere che a sera il parlamentare non aveva ancora comunicato al gruppo il suo addio. La tesi prevalente è che abbia pesato la vicenda delle regionali siciliane. Giarrusso, spiegano, puntava a fare il candidato dei 5 stelle, ma i siciliani (dai deputati dell’Ars fino ai parlamentari nazionali) avrebbero fatto muro: «Non sa fare squadra».

Di qui, spiegano, la decisione di sbattere la porta, con l’obiettivo di presentarsi come candidato alla guida della Sicilia con una sua lista. Intanto nelle chat corrono i vecchi post della Iena quando lui invitava i «voltagabbana» che lasciavano il M5S a dimettersi dai ruoli pubblici.

Veleni su veleni. A fine giornata l’unica buona notizia per Conte sono le lodi del ministro Pd Dario Franceschini: «Giuseppe sta portando i 5 stelle verso un percorso riformista e sta governando in modo intelligente anche certe pulsioni come quelle espresse dal post di Cominardi».