Politica

Governo Draghi, dite la vostra /7

Governo Draghi, dite la vostra /7Mario Draghi – Ap

Il dibattito della community Dall’appello di domenica 14 ai lettori perché intervenissero sulla novità del governo Draghi, ogni giorno abbiamo pubblicato quasi cento lettere su carta e altrettante online. È stato un confronto intenso, che ci conforta. Oggi lo concludiamo, ma la verifica continua tutti i giorni sulle nostre pagine

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 24 febbraio 2021

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A me sembra pura follia
Grazie al Manifesto per l’oppurtunità che mi dà. Ho 81 anni e milito nella sinistra da oltre 50, da quando, lavorando in banca, i meccanismi perversi della società si manifestarono e in misura sempre maggiore si manifestano attualmente. Quindi i banchieri non rientrano nelle mie grazie, ma questo è un fatto personale. Ma diventa un fatto sociale quando scopri che le banche hanno, in modo diverso ma ritengo in toto, aiutato a sostenere una società corrotta e sempre più avida di denaro. Un tempo era di grande aiuto alle esportazioni di capitale, come minimo aiutando ad evadere il fisco, come le famose operazioni triangolari: oggi queste parrebbero giochi da ragazzi di fronte alla finanza che si auto alimenta sfornando miliardari che incrementano il loro capitale con altro capitale. L’economia reale è altra cosa. In merito al governo Draghi (…) il partecipare ad un governo di presunta salvezza nazionale, grazie, credo, anche al presidente della Repubblica, con personaggi avversati negli anni passati e tutt’oggi come Salvini, Berlusconi, Renzi, Brunetta, Gelmini, Giorgetti e via dicendo è al di la di ogni capacità di comprendere come questo minestrone sia digeribile e faccia bene alla salute. Dispiace dirlo, ma vedere un Pd ex Pds ex Pc accomodarsi a tavola con queste persone o meglio con le idee che queste persone esprimono, sia segno di impotenza. Ma davvero sperano di fare riforme, che certo vanno fatte, ma nella direzione di una società più giusta, più solidale, dove le persone siano considerate per quello che valgono ma non in termini di denaro. A me sembra pura follia. Per questo io dico NO al governo Draghi. Grazie al manifesto.
Romano Galligani

Non stiamo al balcone
In sostanza non si poteva stare al balcone a guardare lasciando spazi ancora maggiori a Forza Italia,alla Lega e a Italia Viva, ma la diffidenza è d’obbligo verso un governo nato non si sa perché sulle spoglie di un governo morto non si sa perché. Diffidenza verso un governo accolto in via pregiudiziale da cori trionfalistici di una stampa al servizio di poteri economici non identificabili. Diffidenza verso un governo che fa resuscitare sin dall’inizio un ormai sbiadito atlantismo. Diffidenza verso un governo che sostituisce il Ministro Costa con rappresentanti della destra, di Confindustria e della peggio burocrazia. Insomma stare dentro il governo per fare un’attenta vigilanza e una sana opposizione, con l’ intento di bilanciare le già oscene richieste della Lega e dei governatori leghisti. Fiducia al Governo, diffidenza verso chi lo incarna.
Giuseppina Aquino

È arrivato il “mago” salvatore della patria
È stato fatto cadere un governo, che aveva la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa al Senato, di un paese di 60 milioni di persone, con quasi centomila morti in un anno, legati a una pandemia di cui non si ricordano i precedenti. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sconosciuto fino a due anni fa, ma apprezzato da molti italiani ed anche all’estero, con il suo governo era riuscito ad arginare la pandemia ma non a sconfiggerla, ma questo, purtroppo, non è stato possibile in nessun paese del mondo. Quello che vedo è che il “personaggio”, ex segretario del Pd, che ha causato la crisi di governo, è rappresentato nel nuovo governo insieme al Pd, Movimento 5 stelle, LeU, Lega e Forza Italia con vari “cespugli”. Tutti partiti che avevano giurato di non mettersi mai insieme e ora lo fanno per il bene del paese. Ho troppi anni per crederci. Intanto è arrivato il signor Mario Draghi, mago della finanza e di tutta la gente che conta in quel mondo, subito proclamato “salvatore della patria”.P.S.: intanto questa semi paralisi delle istituzioni porterà quasi tutta l’Italia in zona arancione,come inizio non c’è male!
Raimondo Magnani

Mattarella-Draghi, due pesi e due misure
Caro Manifesto, la metto giù brutale: trovo ipocrita la scelta di “condannare”, per così dire, Mario Draghi per “assolvere” Mattarella, perché è evidente che il giudizio sul primo si riverbera, fatalmente, su chi ha deciso di nominarlo. Il quale, vale la pena osservare, avrebbe ben potuto spendersi, con l’efficace drammatizzazione di cui è stato capace, a favore di un Conte ter. Al Presidente della repubblica, dunque, prima che a Draghi, va imputata la convinzione che a fronte della crisi del sistema della rappresentanza (politica) non resti che inchinarsi alle virtù taumaturgiche della finanza e del mercato, di cui l’ex presidente della banca centrale europea è stato il fedelissimo sacerdote. Sparare solo su quest’ultimo, vale a dire sul vocato all’esecuzione dell’improbabile piano di salvataggio del Bel paese (stretto tra pandemia e crisi politica e sociale), bypassando la scelta del capo dello stato, mi sembra un po’ come prendersela (perdonate la metafora) col boia, facendo salvo il giudice! Insomma, in questa sciagurata vicenda, la responsabilità, gravissima, di Mattarella non sta emergendo come invece dovrebbe.
Alessandro Punzo (Padova)

Il nuovo governo e la pace
Mario Draghi presentando il programma del suo governo ha parlato poco di politica estera, ma il poco che ha detto, insieme al non detto, ha indicato chiaramente le sue intenzioni: il nuovo esecutivo avrà una posizione completamente allineata alla Nato e all’Unione Europea, e pazienza se talvolta gli Usa e i paesi guida dell’Ue avranno tra loro posizioni diverse. L’importante per Draghi è stato affermare che non ci sono alternative all’atlantismo che per sua fortuna con l’elezione di Joe Biden è appena tornato protagonista sulla scena mondiale.
È difficile sostenere che Occidente e Ue siano sempre dalla parte della pace, e in Italia, dopo il blocco delle forniture di armi all’Arabia saudita deciso dal governo Conte a fine mandato, si ha l’impressione che il nuovo governo consideri la vendita di armamenti come uno dei volani della ripresa economica a cui Draghi lavora. Tuttavia è legittimo definirsi pacifisti e appoggiare il governo Draghi. È anche legittimo però, e secondo me più giusto, opporsi al nuovo esecutivo in nome dell’opposizione alle guerre.
Allora sarebbe utile alla causa della pace che coloro che la pensano a questo modo si pronunciassero subito, e non solo a livello individuale ma con prese di posizione collettive. Cosa che non avverrà, almeno in questi primi giorni di attività del nuovo governo. Inoltre nel 2021 l’Italia ospiterà il G20 e questo sarà un’occasione anche per i movimenti politici e sociali che potranno proporre all’opinione pubblica e alle istituzioni le loro posizioni sui temi oggetto del confronto internazionale.
E’ quindi è possibile che in Italia nell’anno in corso si torni a discutere di pacifismo e pacifismi. E’ anche probabile? Temo di no, ma ripeto però che sarebbe possibile farlo e non dovremmo perdere un’occasione che non arriva tutti gli anni.
Marco Palombo, Roma

È bastato sentire il senatore Faraone di Iv
La vera natura del governo Draghi si è rivelata nell’ormai celebre affermazione del senatore Faraone che nell’esprimere la fiducia di Italia Viva ha spiegato che quest’ultima non chiedeva più il Mes perché il Mes era Draghi stesso. Come dire che non è il programma che conta, ma solo chi lo dirige, e che non è la rappresentanza che conta, bensì solo chi comanda. Ancora più inquietante è che quest’investitura dell’uomo solo al comando, sia stata riconosciuta da illustri democratici come Violante e Ainis, come la scelta più consona al dettato costituzionale. Questo ci dice che se forse siamo a una svolta a destra della politica governativa, sicuramente siamo a una svolta antidemocratica rispetto alle norme che quella politica dovrebbero regolare. Come spiegato da Mauro Volpi negli ultimi articoli su questo giornale, si sono rispettare apparentemente le norme dettate dalla Costituzione ai fini della formazione del governo, ma nella sostanza si è cancellato il principio costituzionale della derivazione parlamentare del governo. Una scelta di commissariamento della forma di governo parlamentare che compie un deciso passo avanti verso il presidenzialismo. Quanto possa essere grave e minaccioso per il futuro questo passaggio dovrebbe essere chiaro alla luce della crisi ultraventennale che il sistema parlamentare e partitico attraversa nel nostro paese, e che quindi può trovare il suo esito presidenzialista, quasi in modo fisiologico. Sorprende come l’allarme su tutto questo sia così minoritario, persino tra coloro che non si sono uniti agli osanna per Draghi.
Francesco Tanzarella, Amelia

Per la sinistra siamo all’ultimo treno
Draghi porterà a terrmine la legislatura e dopo si tornerà alle urne; ma noi sinistra come ci presenteremo, ognuno col suo partitino, la sua frazioncina, con i suoi fedelissimi come l’armata Brancaleone? Vogliamo costruire una sinistra con la S maiuscola della quale siamo orfani da tempo o lasciare il campo alle destre di lotta e di governo? La mia generazione over 70 darà ciò che può della propria storia e delle proprie idee, ma saranno le nuove generazioni a costruire un mondo nuovo che sarà diverso da quello che abbiamo conosciuto. Allora cari compagni e amici vogliamo farlo questo passo decisivo e rinunciare al proprio orticello. Mi rivolgo ad art.1 a SI, a Rifondazione Comunista a Potere al popolo e alle tante piccole frange. Mi rivolgo ai tanti ex, ma anche a dirigenti della sinistra ritiratisi nell’ombra. Ma penso anche ai tanti amministratori sparsi nei comuni d’Italia e nelle regioni che possono dare una nuova spinta per una Sinistra del futuro.
Nella mia regione penso ad Elly Schlein e all’ enorme potenziale che abbiamo nel nostro Paese. Vogliamo prendere questo ultimo treno e dopo Draghi presentarci alle elezioni con una Sinistra degna del suo nome e della sua storia. Se non ora quando?
Valerio Benuzzi, Bologna

Non c’era altra scelta
Quando è stato chiaro che non c’erano i numeri per nessun governo politico di qualsiasi colore, il presidente Mattarella ha fatto un discorso brevissimo, 7 minuti, semplice e chiaro, che avrebbe capito anche un bambino. Si può andare in campagna elettorale e alle elezioni in piena pandemia e con il piano per il recovery da preparare? Il no è così ovvio da far apparire la domanda retorica. E allora, se non c’è scelta perché siamo di fronte a qualcosa che non è mai accaduto, i discorsi di certa sinistra, vedi Fratoianni, (cito lui ma è in buona compagnia) mi appaiono vecchi e inutili. Duri e puri, senza mai incidere sulla realtà e sulla vita reale delle persone. Siamo tutti bravi a dire che la Lega è brutta sporca e cattiva, grazie tante. Ma il momento è questo! Poi tra un anno o due si voterà e le cose torneranno a una normalità democratica, ma adesso è meglio stare dentro, e cercare di orientare il più possibile le scelte di questo governo. Certa sinistra è e rimarrà sempre infantile, incapace di prendersi delle responsabilità, condannandosi all’irrilevanza. Sono diventati
più adulti i 5 stelle in 3 anni che noi in 30.
Riccardo Pagnanelli

Il problema siamo noi elettori
Il governo “tecnico” pare approdo finale dei risultati del voto del 4 marzo 2018. Ma fosse che il problema siamo noi elettori? Magari in comunione con l’attuale sistema elettorale? Si finisce, da tanto, per perpetrare una sceneggiatura politica per ruoli, scelti a caccia di consensi. Voto “utile“ o “inutile”che sia, destra e sinistra sfumano, tutti alla ricerca dei “voti moderati”. Quindi l’onere, e il piacere, di leggere per informarsi e decidere, potrebbe evitare l’inevitabile e prevedibile, ma anche fonte di rilevanti dubbi, commistione del governo “tecnico”?
Pierluigi Pellecchia

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