Internazionale

Governo avanza a Sirte: riprese radio e tv

Libia Continuano gli scontri in una città svuotata dopo 13 giorni di raid Usa. Il premier al-Sarraj si gioca tutto: il consenso tra la popolazione è ai minimi e il generale Haftar preme a est

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 14 agosto 2016

Sirte non è ancora libera. Ma quasi: secondo il comando governativo nella città costiera libica, l’Isis è prossimo alla sconfitta. Ieri le milizie dell’esecutivo di unità del premier al-Sarraj, sostenute da 13 giorni di raid Usa, hanno ripreso la sede della tv Libya Mcmds e di Radio Sirte, un edificio vicino al complesso Ouagadougou, ex quartier generale del «califfato».

Ma si combatte ancora: i cecchini jihadisti sono ancora presenti e lunghe restano le operazioni di pulizia da ordigni e mine lasciati dall’Isis. La città è svuotata: i civili sono fuggiti dai quartieri caldi e a pattugliare le strade sono solo i pick-up delle truppe governative e delle milizie di Misurata.

Il premier al-Sarraj a Sirte si gioca molto: se poco dopo l’insediamento «forzoso», in primavera, il consenso tra la popolazione era salito, oggi è debolissimo. I libici sono furiosi per la quasi totale assenza di miglioramenti nella vita quotidiana: i prezzi dei beni primari sono alle stelle, gas e carburante sono rarissimi, così come elettricità e acqua corrente.

Lo ha detto con chiarezza anche l’inviato Onu in Libia Kobler: «Ad aprile Tripoli aveva 20 ore di elettricità al giorno, oggi ne ha 12. Ad aprile un dollaro valeva 3,5 dinari, oggi ne vale 5. Devastante per un’economia orientata all’importazione».

Resta così l’idea che una vittoria a Sirte possa risollevare le sorti del governo di unità. È la speranza condivisa da Italia e Stati Uniti che su al-Sarraj puntano per stabilizzare il paese che hanno devastato cinque anni fa. E che rimane diviso: in Cirenaica a comandare è il parlamento «ribelle» di Tobruk che nei giorni scorsi è stato impegnato in incontri con le autorità egiziane, prime sostenitrici del generale Haftar.

Il renegade libico sta apertamente sfidando – forte ad oggi dell’appoggio del Cairo e di Parigi – il governo di Tripoli. Puntando al tesoro: nei giorni scorsi ha accerchiato i terminal petroliferi a Zueitina.

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