Godzilla e dintorni, i mostri dentro e fuori di noi

Provare a orientarsi nell’universo di Godzilla è uno sforzo senza fine. Mappe e linee temporali sono in costante aggiornamento. Crediamo di aver compreso gli eventi, di aver separato perfettamente il bene dal male, di aver ucciso i mostri dentro e fuori di noi, ed ecco che riemergono dalle viscere creature in conflitto tra loro e nei confronti dell’umanità, e anche disposte a sorprendenti complicità e alleanze. Dal Godzilla di Ishiro Honda (1954) al Godzilla Minus One di Takashi Yamazaki (2023), si contano più di trenta titoli cinematografici divisi in varie realtà produttive. E il 2024 promette altri capitoli di una saga evidentemente spettacolare e ricca di suggestioni che, agli effetti speciali e alle azioni rocambolesche, alterna riflessioni filosofiche ed esistenziali sul nostro contemporaneo, sui lati oscuri del mondo e, soprattutto, sugli orrori che siamo disposti a riattivare per avidità, malvagità e ottusità.

OVVIAMENTE, non potevano mancare, oltre a fumetti, libri e videogame, le serie tv. E tra queste, ultima in ordine di uscita, visibile su Apple TV+, Monarch: Legacy of Monsters. Un racconto creato da Chris Black che, per lo sviluppo, si è avvalso della collaborazione di Matt Fraction. Nell’albero genealogico, questo ciclo appartiene al ramo MonsterVerse, quello che attraverso la Legendary Pictures ha prodotto i film Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017), Godzilla II – King of the Monsters (2019), Godzilla vs. Kong (2021), l’ancora inedito Godzilla e Kong – Il nuovo impero e la serie animata Netflix, Skull Island (2023). Pur con variazioni sul tema (tra cui la presenza ironica e iconica di un Kurt Russell dall’età indefinita) e ammiccamenti a opere come Viaggio al centro della Terra, L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri, X-Files, Lost e tutte quelle narrazioni che giocano con il tempo e lo spazio, Monarch: Legacy of Monsters, che chiuderà la sua prima stagione venerdì prossimo, segue lo spartito del 1954 con una particolare attenzione, talvolta un po’ ridondante, per le relazioni umane. E così più che gli attacchi catastrofici, tornano d’attualità le sfide alle regole, quella vertigine che spinge lontano e verso l’ignoto. Il tentativo di guardare le cose dalla giusta distanza contro la mera reazione emotiva. E poi le questioni legate al nucleare, agli esperimenti senza controllo e la deriva di una collettività che, prima di trovare le risposte, dovrebbe porsi le domande giuste.