Gli Usa spiano il ministro degli esteri tedesco Steinmeier
Salgono a 145 le utenze controllate dalla Nsa. Assange pronto a testimoniare nell’inchiesta.
Salgono a 145 le utenze controllate dalla Nsa. Assange pronto a testimoniare nell’inchiesta.
WikiLeaks «colpisce» ancora: ieri alle ore 18 ha documentato all’opinione pubblica come la National Security Agency spiava il ministro deglie steri tedesco Frank-Walter Steinmeier. Julian Assange (che dal 2012 vive rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra) ha puntato l’indice così: «La Nsa americana è stata usata per aiutare la Cia nei rapimenti e nelle torture. Per anni, nell’impunità e con la tacità complicità dei governi europei».
In dettaglio, WikiLeaks certifica come gli Usa spiassero non solo l’attuale ministro degli esteri, ma anche gli uffici di Bonn prima dell’11 settembre e avessero «attenzionato» Joschka Fischer, vice cancelliere dei Verdi e ministro degli esteri dal 1998 al 2005.
Su Steinmeier, invece, spiccano le intercettazioni nella visita ufficiale negli Usa il 29 novembre 2005, quando incontrò il segretario di stato Condoleezza Rice. Era l’epoca dello scandalo dei rendition flights che coinvolgevano anche cittadini europei, imprigionati e torturati. Gli Usa fornivano «assicurazioni diplomatiche» sulle attività della Cia.
Scrive WikiLeaks: «Quando Steinmeier era in visita ufficiale, erano appena affiorati documenti sul passaggio di quei voli nello spazio aereo tedesco. Ed erano stati messi da parte e non confermati dalle autorità tedesche».
La ricostruzione è però impietosa. Steinmeier prima del 2005 era capo dello staff del cancelliere Gerhard Schroeder e soprattutto responsabile del lavoro dei servizi segreti tedeschi. È diventato ministro degli esteri nel 2005 su indicazione Spd, poi confermato nel 2013, nei governi Merkel.
Intercettato dalla Nsa ai telefoni fissi e mobili, compreso il cellulare in dotazione, ma di proprietà del partito. Quella resa pubblica ieri era davvero top secret, perché Steinmeier si dimostrava sollevato per non aver ricevuto risposta definitiva sulle rivelazioni della stampa sui voli Cia attraverso il suolo tedesco come sulle prigioni segrete nei paesi dell’Est.
Eppure, nel 2004 fu vittima di una extraordinary renditions Khaled el-Masri, cittadino tedesco: «prelevato» dalla Cia e trasferito in uno dei luoghi della «lista nera» in Afghanistan dove venne interrogato e torturato per quattro mesi. Finché non ci si rese conto che era il «el-Masri sbagliato», rilasciandolo in una strada desolata dell’Albania. Un caso più che circostanziato, tant’è che – oltre a numerose conferme – è stato messo agli atti dalla commissione d’inchiesta del Parlamento europeo (presieduta da Claudio Fava)e poi dalla stessa Corte europea per i diritti umani.
Il 31 dicembre 2003 Khaled el-Masri era partito in bus da Ulma per visitare Skopje: sul passaporto un regolare visto della Macedonia. A Tabanovce, viene arrestato per 23 giorni, fino ad essere consegnato alla Cia e rilasciato soltanto il 29 maggio 2004.
Un altro «sospetto terrorista» rivelatosi del tutto innocente è Murat Kurnaz, nato e cresciuto in Germania, finito per cinque anni nell’inferno di Guantanamo.
Ma la documentazione rilasciata da WikiLeaks squaderna ultetriormente la penetrazione di Nsa e Cia ai massimi livelli della politica tedesca. Ora ci sono altri venti target telefonici e, nel caso del ministro degli esteri, si tratta di un’utenza Vodafone e di un altro numero della T-Mobile che serviva alle comunicazioni «di partito».
Così si arriva a 145 utenze apicali del governo di Berlino «ascoltate» dai servizi Usa.
In un’intervista appena pubblicata dal settimanale tedesco Spiegel, Assange si è detto più che disponibile a testimoniare di fronte alla Commissione di inchiesta del parlamento proprio sulle attività della Nsa in Germania.
Nell’ultima lista, WikiLeaks ha elencato altri personaggi di primo piano. Si tratta di Jürgen Borsch che lavorava all’unità di crisi del ministero degli esteri e ora è console generale a Miami; Viktor Ebling, che ricopre il ruolo di commissario della politica energetica internazionale, sempre al ministero degli esteri di Berlino; Bernhard von Waldersee che nel periodo 2008-11 dirigeva l’ufficio che si occupa di America latina e Caraibi, ora ambasciatore in Argentina; Peter Ammon segretario di stato al ministero nello stesso periodo di tempo, quindi ambasciatore tedesco a Washington e da un anno ambasciatore a Londra.
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