Gli Ultrasuonati
JAZZ
Evidente
lirismo
For a Better Tomorrow, questo il titolo scelto dal pianista lussemburghese Michel Reis per il suo nuovo disco, il nono da titolare, accanto a una miriade di collaborazioni con stelle di prima grandezza del jazz internazionale. Non sappiamo se il jazz possa contribuire a «un miglior domani»: di sicuro le sue composizioni intrise di un lirismo così evidente, così esposto, possono indurci ad affrontarlo, il domani, col cuore meno pesante. Pura poesia sonora. Poesia sonora anche in Call on the Old Wise (Ecm), diciotto tracce, veri e propri aggraziati, brevi haiku in jazz. Ne è autore il giovane pianista israeliano Nitai Hershkovits, madre marocchina, padre polacco, la capacità di fissare sugli ottantotto tasti impressioni fugaci, sentimenti sfuggenti, sorrisi e amarezze: titoli come A Rooftop Minuet e Of Trust and Remorse lo spiegano bene. Col conforto del bandoneon sublime di Daniele Di Bonaventura e una ritmica più che affidabile viaggiano le composizioni del pianista pugliese Alberto Iovene, un musicista che merita attenzione: ascoltate The New Day (Abeat), otto brani che scorrono d’un fiato. (Guido Festinese)
ALT ROCK
Non tutti i dischi
riescono col buco
ELECTRO
Gusto
sintetico
JAZZ ITALIA
La regola
postuma
LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico
ALTERNATIVE
Sospeso
e glaciale
MANU DELAGO
SNOW FROM YESTERDAY (One Little Independent/Bertus)
JAZZ ITALIA/2
Fantasia
scultorea
FELICE DEL GAUDIO
MOLAMBO (Caligola)
ALTERNATIVE/2
Il futuro
magmatico
FIXED ERROR
UNTOLD (Switchstance Recordings)
RISTAMPE
Scintille
di genio
PAUL MCCARTNEY & WINGS
BAND ON THE RUN (Universal)
NEOPROG
La vena
di Bruce
THE PINEAPPLE THIEF
IT LEADS TO THIS (Kscope/Audioglobe)
**** Bruce Soord, leader della band inglese, sembra avere una inesauribile vena compositiva. In solitario o con il gruppo – che da qualche tempo si fregia della fattiva collaborazione del magnifico Gavin Harrison alla batteria -, in elettrico o in acustico, Soord continua a sfornare musica. Riuscendo a non scendere mai sotto standard elevati, come in questo It Leads to This, che è, a nostro avviso, addirittura uno dei suoi lavori migliori, confermandosi così come – a parte il difficilmente raggiungibile Steven Wilson – il miglior esponente della scena neo prog. (roberto peciola)
LOUISE BERTIN
FAUSTO (Palazzetto Bru Zane)
*** Opera semiseria in quattro atti, tratta dal Faust di Goethe, inscenata per la prima volta nel parigino Théâtre-Italien, il 7 marzo 1831, possiede due peculiarità rare nel melodramma romantico: da un lato la scrittura è femminile, dall’altro si tratta di un’autrice francese, pur essendo un’opera italiana in quanto a lingua, stile e genere. Caduto nell’oblio dopo solo tre repliche, il Fausto risorge ora, per iniziativa «veneziana». (guido michelone)
JAMES JONATHAN CLANCY
SPRECATO (Maple Death Records/Audioglobe)
**** Le note ci dicono che questi sono «suoni post-tramonto e pre-alba (…) primordiali, dilatati nel tempo paragonabili al muschio che si arrampica su un albero o alle lucciole che si librano su un campo illuminato dalla luna». Una frase «aulica» che inquadra quanto si ascolta nel nuovo album del cantautore italo-canadese. Un disco notturno, intenso, ballate acustiche, e non lo negano le note, à la Scott Walker, ma con un forte accento personale. Da non perdere I Want You, con il flauto di Enrico Gabrielli che fa sognare. (roberto peciola)
ENSEMBLE SANGINETO
GRAND TOUR VOL.1 (Folkest)
**** Da quasi un quarto di secolo è attivo questo gruppo di folk prog, Adriano e Caterina Sangineto e Jacopo Ventura: voci armonizzate impeccabili, corde antiche e moderne assieme, focus sulle note gaeliche e bretoni. Ora ecco questo strepitoso progetto in due parti, che percorrerà il patrimonio popolare delle venti regioni italiane, un brano per ognuna. Qui le prime dieci, partenza dal cuore umbro, approdo in Friuli. Incanti e sorprese. (guido festinese)
MATTEO MOSOLO FLAVIO ZANUTTINI
HALF BLACK HALF WHITE HALF YELLOW/SUITE FOR CHARLES MINGUS (Caligola)
**** C’è l’ironia abrasiva e un po’ selvaggia, c’è l’esplosione di tenerezza che non contemplava smielate sdolcinatezze, c’è il blues tumultuoso e serrato incastonato nei riff e l’eco del Messico dove andò a morire. C’è molto Mingus in questo ritratto che dei temi originali contempla solo ricordi e citazioni incistate nei pezzi, scritti da Mosolo. Sfida apparentemente impossibile rendere un intero universo estetico con contrabbasso e tromba: vinta senza sforzo apparente. (guido festinese)
LA TERZA CLASSE
US (Soundinside Records)
*** Nuovo disco per la formazione napoletana, che sa come padroneggiare il linguaggio bluegrass e folk. L’autorevolezza giunge anche da una carriera che li vede da tempo in tour oltreoceano. Le nove incisioni pescano molto da quelle esperienze di strada e si fanno apprezzare per intensità e qualità brani come il gospel Who Will Save My Soul? e le ritmiche Free Soul e Pier Song. (gianluca diana)
ORFEO VECCHI
SIX-VOICE MOTETS (Dynamiuc)
**** Il Motectorum sex vocibus liber tertius (composto nel 1598) appartiene a un autore oggi dimenticato, ma tenuto in grande stima dai propri contemporanei: si tratta di repertorio sacro espresso con eleganza mediante raffinate sottigliezze fra dialoghi, antifonie e contrappunti; i 20 brani dei Mottetti formano un suono ricco, coerente ed eclettico a rivelare la maestria artistica e l’ispirazione trascendente. Prima registrazione mondiale grazie a Don Denis Silano che dirige la Cappella Musicale Eusebiana di Vercelli. (guido michelone)