JAZZ ITALIA
Il principio
della ripetizione

L’anafora è la ripetizione di un termine all’inizio di una frase riprendendola dall’espressione precedente. Molto jazz moderno è una sorta di applicazione del medesimo principio, e non per caso il pianista Filippo Deorsola ha così chiamato il suo gruppo, Anaphora, nato ad Amsterdam, di cui Auand propone Lexicon I. Un primo ascolto comunica una disorientante varietà stilistica, ma è tutto voluto, e la chiave unificante sta nella gestione matura dell’improvvisazione. Anche quando è su basi anaforiche, cioè sul «groove». Sempre per Auand, una registrazione del 2011 di Barber Mouse, trio ideato da Fabrizio Rat, Heretic Monk. Monk eretico lo è stato sempre, ma i decenni hanno fatto dimenticare la forza urticante di quei profili melodici asimmetrici e dissonanti. Il trio, con strumenti preparati acustici che emulano elettronica, scavano a fondo e rovesciano ciò che già era nato teatralmente sghembo: bella sorpresa. Sorprese ulteriori Auand? Drumbha di Giacinto Maiorca e Oscar De Caro, per grandi ottoni, percussioni, basso, elettronica, e una pletora di ottimi ospiti. A voi la scoperta. (Guido Festinese)

ART ROCK
Fusioni
a sorpresa

L’art rock si fonde con il prog e, qua e là, con l’elettronica. Ad esempio nel debutto di una nuova formazione capitanata dall’ex chitarrista e fondatore dei Rush, Alex Lifeson. Il progetto, che prende il nome di Envy of None così come l’album (Kscope/Audioglobe), vede accanto a Lifeson Andy Curran, Alfio Annibalini e la voce di Maiah Wynne, e crea sonorità che spaziano appunto tra i generi sopra elencati ai quali si aggiunge un sentore di dream pop. Nuovo lavoro per una delle formazioni cardine della scena neoprog internazionale, i Pineapple Thief. Certo che aver cooptato il grande Gavin Harrison alla batteria ha portato alla band un quid in più di interesse e notorietà, ma Give it Back (sempre Kscope), ha spunti davvero notevoli, ai quali il drumming di Harrison conferisce lustro. Vengono descritti come un gruppo alt rock e post prog i finlandesi Spiritraiser, che pubblicano Ciklos (Luminol). Gli elementi prog ci sono e sono chiari specie nelle linee melodiche, mentre gli arrangiamenti e il muro di suono che ne esce riportano tanto al post metal quanto al grunge. Una gradita sorpresa. (Roberto Peciola)

BLUES
Il contrappunto
ideale

Fervore alle stelle per cercare di toccare le emozioni di chi ascolta. Sempre piacevole il muscolare Dave Weld & the Imperial Flames, che con Nightwalk (Delmark), dimostra il suo entusiasmo per il blues elettrico di Chicago. Il ritmo impartito del bravissimo Tom Hambridge è incessante e su questo Weld e soci volano alla grande, come dimostrano Don’t Ever Change Your Ways e Now She’s Gone. Potrebbe bastare così, ma poi a far raggiungere vette clamorose concorrono le due versioni di Mary Who. Il blues progredisce anche così, applausi! Assai tonico è anche Kenny Neal che torna con Straight from the Heart (Ruf) dove propone il suo stile solare in cui i fiati sono il contrappunto adeguato per la sua veemenza chitarristica: se ne ottiene buona prova con New Orleans e Blues Keep Chasing Me. Roboante ed esplosivo è il sound della Bennett Matteo Band che si fa sentire grazie a Shake the Roots fuori con Gulf Coast Records. Jade Bennet e Gino Matteo, compagni d’arte e d’amore, hanno energia da vendere. Suonate Shiny Creatures. (Gianluca Diana)

STRUMENTI
Variazione
per fisarmonica

La fisarmonica, nelle diverse varianti cromatiche, torna protagonista anche nello scenario italiano. E al duo Gianni Coscia e Gianluigi Trovesi, Flaviano Braga & Simone Mauri in Ma però (Caligola Records) con accordion e clarinetto basso, paiono rifarsi, insistendo comunque maggiormente sui riflessi latinoamericani: stupenda Alturas (cult degli Inti-Illimani) non senza omaggiare, cameristicamente, la disco music nel medley finale. Daniele Falasca con Triade (Spoletium) si avvicina alla strada jazzistica principale, swingando egregiamente in quartetto su brani di sua composizione, tranne l’armstronghiana What a Wonderful World per la bella calda voce di Linda Valori. Infine il Duo Alambic grazie a Bach Continuum (DaVinci Classics) trascrive per violoncello e fisarmonica tutte le sonate per viola da gamba di Johann Sebastian Bach: alle prese con uno strumento «nuovo» (come il pianoforte per Glenn Gould) le antiche partiture non tradiscono, anzi rafforzano genialità, modernità, originalità del genio di Eisenach. (Guido Michelone)

 

LEGENDA

* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

WORLD MUSIC
Frammenti
techno

AFRORACK
THE AFRORACK (Hakuna Kulala)

***** Il musicista ugandese si era messo in luce tempo fa con il singolo Last Modular, all’interno di una raccolta firmata da Nyege Tapes. Qui presenta il suo esordio che si rivela entusiasmante, grazie a una miscela di ritmi tradizionali della sua terra, frammenti techno e una sorprendente attitudine psichedelica. Il disco è poliedrico e caratteriale al tempo stesso: si fa apprezzare sia nei momenti lisergici (Why Serious, Cowbell) che in quelli con cipiglio aggressivo (Bass Plus, African Drum Machine). Applausi per i suoi sintetizzatori modulari autocostruiti, all’apice in Inspired e Osc. (gianluca diana)

ALT ROCK
Una strada
alternativa

ARCADE FIRE
WE (Columbia)

**** Agli esordi – tre lustri orsono – in molti li definivano «il futuro del rock», il tempo ne ha dimostrato il talento, ma senza epocali trasformazioni. Canzoni sghembe, suite orchestrali, flirt (pesanti) con la dance, alla band va però dato il merito di cercare sempre strade alternative. E nel nuovo disco – riuscito al contrario del precedente – il gioco riesce. C’è l’epica di The Lighting – la melodia è sempre stata la loro specialità – ma anche la capacità di assemblare voci, pensate che in Unconditional II, cantata da Regine, troviamo perfino Peter Gabriel ai cori. Non resteranno nella storia ma suonano alla grande. (stefano crippa)

WORLD MUSIC/2
Le intuizioni
dello «scheletro»

BALUNGAN
KUDU BISA KUDU (Cuneiform)

**** Immaginatevi un raffinato gruppo art rock francese che contemporaneamente è anche parte di un ensemble di gamelan indonesiano; dodici musicisti, se li mettete assieme su un palco. Immaginatevi anche il contrario, un gruppo indonesiano trad che suona però con un’energia risolutiva rock. Esiste, il tutto, e si chiama Balungan, una parola che a Giava significa «scheletro»: il nucleo di fondo della musica, il nucleo duro. Questo disco è la storia incredibile di come un ensemble tradizionale sia diventato avanguardia, e di quanto l’avanguardia possa diventare «trad». (guido festinese)

SPERIMENTALE
Un risvolto
vitale

SLAGR
LINDE (Hubro)

***** Se non conoscete questo trasognato ed etereo trio proveniente da Oslo, questo è il lavoro migliore per entrare in contatto con la loro musica. Nello specifico il post partum di una delle componenti ha stimolato questa loro sesta uscita; la vita con i suoi risvolti, tanto estatici quanto caduchi, ha ispirato la scrittura dei brani. Che non sono ascrivibili a un solo genere, in quanto la band, il cui nome significa melodia, ha nelle ricerca delle emozioni da evocare la propria ragion d’essere. Frammenti di jazz, musica da cinema, ambient e tradizionale si rinvengono ovunque. (gianluca diana)

ALT ROCK/2
Intense
ispirazioni

THE SMILE
A LIGHT FOR ATTRACTING ATTENTION (XL/Self)

***** Annunciato da tempo, e preceduto da vari singoli, eccolo finalmente. È l’esordio dei The Smile, trio composto da Thom Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner. E che esordio! Uno spin off dei Radiohead? Solo in parte, perché qui c’è sì l’impronta classica della band di Oxford ma il tutto è forse meno complesso, più fruibile, ma di certo non meno ispirato e meravigliosamente intenso, grazie sempre alla voce unica di uno dei piccoli grandi geni della musica contemporanea, Thom Yorke. Sorridete, è uno dei dischi dell’anno! (roberto peciola)

KRISHNA BISWAS & GIOVANNI VANNONI
PICCOLA IMPRESA IRREGOLARE (Dodicilune)
*** Il duo tra chitarra acustica e pianoforte in questo doppio cd è al crocevia di tante esperienze stilistiche: dieci nuovi brani dove convivono scrittura e improvvisazion. Il punto di inizio potrebbe essere il jazz, anche se, in un ambiente cameristico, si dilata fino ad accogliere lontani echi di musica classica, prog, etnica, popolare, il tutto sempre imbastito su un interplay efficace e controllatissimo. (guido michelone)

MASSIMO DONÀ
FRAMMENTITÀ (Caligola)
**** Per il decimo album in vent’anni, lo studioso e docente universitario torna a integrare la letteratura nel proprio credo fusion alla Miles Davis: non è il jazz-poetry stricto sensu, ma autentica poesia italiana, recitata dallo stesso autore (Carlo Invernizzi) in dialogo con la tromba del leader in quartetto con molti ospiti (Ottolini, Damiani, Mirra, Bearzatti ecc.). Un disco quasi al servizio della parola, senza rinunciare al piacere del linguaggio sonoro improvvisato. (guido michelone)

LAURA LORIGA
VEVER (Ears&Eyes Records)
**** Più che una songwriter, una sciamana che sembra plasmare le proprie composizioni con la stoffa dei sogni: siano essi discese rassicuranti o affondi in zone oscure. Il tutto appoggiato su lunghi filamenti di note tenute all’organo, drone, e con una voce che evita ogni banalità decorativa. Bolognese trasferita a New York, Loriga s’è scelta uno a uno i musicisti che la accompagnano in questo viaggio onirico, sapientemente disturbante, del tutto originale. (guido festinese)

DINO & FRANCO PIANA ENSEMBLE
REFLECTIONS (Alfamusic)
**** Le Muse, a volte, si divertono a intralciare e depistare i percorsi cronologici. Fanno perdere il filo alle Parche, e restare giovane chi ha oltre novant’anni. Come il trombonista Dino Piana. Che insieme a suo figlio Franco al flicorno firma un nuovo disco, Reflections, che parte per trombone solo, diventa duetto, trio, quartetto, quintetto, sestetto, ensemble con archi, orchestra. Stefania Tallini, Dario Deidda, Roberto Gatto la base disupporto. E che base. La fantasia all’opera non ha età. (guido festinese)

JON PORRAS
ARROYO (Thrill Jockey)
**** Jon Porras è noto per essere la metà del duo psych drone Barn Owl ma da tempo ha intrapreso anche una carriera solista, che prosegue con questo bellissimo album. Quattro tracce che partendo da un unico accordo di base lasciano spazio a note di piano aperte e diradate. È musica ambient quindi, con un tocco di minimalismo e di neoclassicismo. (roberto peciola)

PORRIDGE RADIO
WATERSLIDE, DIVING BOARD, LADDER TO THE SKY (Secretly Canadian/Goodfellas)
*** Una voce dolente, quella della leader Dana Margolin, è il tratto distintivo della band di Brighton, giunta al terzo album. Un disco che in buona parte riprende le sonorità del precedente Every Bad, che li aveva portati a una certa notorietà. Siamo dalle parti di quell’indie rock un po’ tormentato molto in voga nei Nineties, tra Throwing Muses e Pixies, poco originale, certo, ma comunque interessante. (roberto peciola)