JAZZ ITALIA
Tavole
imbandite

Due folletti delle note afroamericane innestate e re-innestate in ogni angolo del Pianeta possono produrre una sola alchimia: la bellezza. Ciò che immaginano e toccano diventa sostanzioso nutrimento per lo spirito. E quanto appena detto non potrebbe avere più riscontro che qui, nel nuovo progetto di Paolo Fresu e Omar Sosa, sodalizio già protagonista di una lunga amicizia in musica, perché il nuovo disco targato Tuk Music è Food, cibo, e ogni composizione con la cucina e i gusti ha a che fare. Rarefazioni, addensamenti di suoni, campionamenti «cucinieri», poesia a sciami, il seguente parterre di ospiti: Idwe, Andy Narell, Cristiano De André, Jacques Morelenbaum, Kokayi. La tromba di Fresu, impastata di salmastro, di mirto, di miele trova spazio anche nel coraggioso Quattro di Nanni Gaias, stessa etichetta, inciso a Berchidda: batteria, manipolazioni elettroniche, chitarra, voce per un progetto che incorpora beat e loop, sciabolate rap e dolcezza mediterranee. Con una valanga d’ospiti. (Guido Festinese)

JAZZ
Il piano
al centro

Elementi comuni ai tre album – oltre l’etichetta Rogue Art da Parigi – sono da un lato la centralità del pianoforte nell’ambito del trio, dall’altro l’interscambio di esperienze fra musicisti Usa ed europei. Ciò detto, di maggior riconoscibilità jazzistica risulta O Kosmos Meta con Denis Fournier (batteria), Denman Maroney (piano) e Scott Walton (contrabbasso) dove i nove brani fanno intravedere le influenze del pianista: un mix ben congegnato di Monk, Duke, Ornette, Cage, Stockhausen, Messiaen. hEARoes a nome Joëlle Léandre (contrabbasso), Craig Taborn (piano), Mat Maneri (viola) sembra quasi l’incontro fra tre star «oltranziste» con la passione per la dodecafonia di Schonberg accanto all’hot di Armstrong, Hines, Dodds, in una miscela esplosiva di «suono a sorpresa» secondo Whitney Balliet. Infine Huapango con Tony Malaby (sax), Angelica Sanchez (piano e Wurlitzer), Tom Rainey (batteria) rimettono in scena quello stile che da oltre trent’anni contribuisce a ridefinire un jazz diversamente libero, lo si chiami free, new thing o creative music. (Guido Michelone)

INDIE ITALIA
Episodi
«in levare»

Ci vuole ogni tanto un po’ di sana spensieratezza. Arpioni, gruppo storico dello ska italiano, tra i pochi ancora in pista, ce la regalano con un’operazione geniale. Jannacci secondo noi (rido e piango che non si sa mai) (autoproduzione) è un bellissimo tributo al grande autore milanese. Due cose importanti da notare però. Uno che questo non è un disco ska. Il must, che in un paese normale dovrebbe diventare tormentone estivo (E la vita l’è bela), insieme a Rido sono gli unici due episodi ska fino al midollo. Il resto sono tutti episodi semplicemente «in levare», con un tessuto sonoro che mischia la canzone popolare italiana con la cultura giamaicana. Due. Nel disco scandagliano con cura il repertorio di Jannacci scovando brani sconosciuti ai più. Scelta coraggiosa. Chi invece non la vede troppo bene la nostra vita odierna sono i Soundsick, con il loro Epigram (Accannone Records). Assalto frontale a suon di megawatt, riff assassini in bilico tra stoner, post grunge ed eteree atmosfere psichedeliche. Disco suonato e registrato per mettere in risalto la «botta» della band, da ascoltare al massimo volume. (Viola De Soto)

JAZZ/2
Libertà
svedese

La storia della svedese The Association for Free Improvised Music, che parte nel 1976, racconta di una piattaforma gratuita ideata con il fine di dar spazio alla musica improvvisata. Dal 2021 il tutto si è evoluto nella Frim Records, che propone i concerti registrati dall’organizzazione madre. Meraviglioso in tal senso è Scenery Somewhere di Julia Strzalek & Cornelia Nilsson, inciso nella cappella funeraria di un ospedale a Stoccolma. Sax e batteria delle due artiste dialogano con leggerezza e talento, regalando bellezza nell’unica lunga traccia, che dona il titolo al disco. Brad Henkel in Croon (Neither/Nor Records), getta il cuore oltre l’ostacolo, dando vita ad un album di sperimentazione totale dove la sua tromba, diviene protagonista assoluta. Otto brani acustici che includono toni e timbri difformi, in base al posizionamento dei microfoni. Folle e accattivante. Per voi Whir e Clamor. Ancora Svezia con il nuovo progetto Kommun del chitarrista Finn Loxbo: Ephemeralds (Fönstret) è composto da un’unica traccia di trentacinque minuti troppo intimista. (Gianluca Diana)

LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

JAZZ ITALIA/2
Superare
l’orizzonte

FILIPPO COSENTINO
ASK (Ipogeo Records)

**** A conferma delle positive impressioni suscitate dai precedenti album, il chitarrista albese quasi supera se stesso approntando un trio con il grande Marc Copland al pianoforte e Daniele Bertone (batteria e percussioni). La presenza dell’americano spinge il sound verso una marcata linea jazz, benché le sette composizioni del leader riflettano un desiderio di ampliamento degli orizzonti, dei segni e dei generi musicali, che a loro volta incamerano atmosfere folk, etno, classiche, grazie a temi pregnanti forieri di tanti bei momenti solistici. (guido michelone)

 

 

POST ROCK
Dodici ore
di luna piena

FILM 2
SORGE* (BlauBlau Records)

**** La formazione svizzera di Berna, eccede come solo lei sa fare. Il trio ha composto e suonato per questo album una sola traccia chiamata Welt, della quale esistono tre versioni che vengono presentate come molto simili tra loro, ma comunque con degli accenti espressivi e anche un minutaggio, leggermente diversi. Le sessioni vengono anche fatte ascoltare in anteprima per dodici ore di fila, durante la luna piena, in tre giorni diversi su di un sito indicato dalla band. Post rock e kraut di stampo contemporaneo, sono l’orizzonte sonoro che troverete. Geniali. (gianluca diana)

 

 

ALTERNATIVE
Il Mississippi
sul Garda

GEMINI BLUE
PLAYERS WILL PLAY, LOVERS WILL PLAY (Artist First)

***** Lasciatevi stupire da questo duo con base sulle rive del lago di Garda ma che potrebbe tranquillamente arrivare direttamente dalle sponde del Mississippi. Blues, direte voi… sì, ma anche molto, molto altro. Certo le sonorità modern blues sono evidenti, e però sono abbinate a visioni più ampie, sperimentando e flirtando qua e là con il rock, con i ritmi afro, con il rhythm and blues, con il funk e via dicendo. Un esordio coi fiocchi e un nome da seguire con molta attenzione. Giù il cappello! (roberto peciola)

 

 

 

RISTAMPE
Le magie
di un «minuetto»

MIA MARTINI
IL GIORNO DOPO (Bmg)

***** Piccolo grande capolavoro della musica leggera italiana dei Settanta, Minuetto – musica di Dario Baldan Bembo e (splendido) testo di Franco Califano – compie 50 anni. Brano fondamentale nella carriera dell’interprete calabra, compreso in uno degli album più fortunati (e riusciti) del suo primo periodo. Arrangiamenti ad hoc, firme importanti (Venditti, Lauzi, Fabrizio, Evangelisti, Albertelli, Limiti) e cover di lusso (Your Song di Elton John diventata Picnic, Signora da Juan Manuel Serrat). Su tutto la voce cristallina di Mia, che sale su note impensabili.Versione rimasterizzata a 24 bit-192 Khz. (stefano crippa)

 

 

ETNO JAZZ
Salite
a bordo

MOTUS LAEVUS
SIFR (Felmay)

**** Sifr: lo zero, il cerchio, la cifra, Zefiro. Pluralità di significati per un gruppo di etno jazz mediterraneo che dal gran mazzo di voci del «mare bianco», come dicevano i turchi, tesse una trama unitaria, rinsaldando la riflessione di Mauro Pagani sulla «faglia di S. Andrea» della musica, l’asse balcanico che dall’Anatolia arriva alla Slovenia. Improvvisazione, ritmi dispari, la voce incantata e perentoria di Tina Omerzo, i fiati visionari etnici e no di Edmondo Romano, la chitarra guizzante di Luca Falomi. Salite a bordo. (guido festinese)

 

 

 

FRÉDÉRIC CHOPIN
VALSES (Ad Vitam Records)
***** Autentica summa dell’intera storia umana, i valzer del compositore/pianista romantico, assieme alle mazurke e alle polacche, riflettono il gusto dell’autore per la musica da ballo, che in lui si converte in musica d’ascolto, quasi a trasportare dal corpo alla mente l’idea di far danzare i sentimenti. E qui entra in gioco il giovane pianista Tristan Pfaff che sa perfettamente bilanciare tecnica ed espressione per meglio assaporare oggi la modernità dei 17 valzer iperclassici. (guido michelone)

RAFFAELE GERVASIO
PIANO WORKS (Phoenix Classics)
***** Finalmente c’è chi si ricorda di un grande compositore quale è stato Raffaele Gervasio, noto per aver creato la musica del Carosello. Il pianista Vincenzo De Filpo incide per la prima volta le diverse composizioni scritte per pianoforte. Ne esce fuori un cd che non ha eguali. Da ascoltare le Quattro invenzioni e le Nuvole, opere da cui si comprende la grandezza
di Gervasio, maestro del bel gusto e della lieve malinconica temperanza sonora. (marco ranaldi)

MARCO GESUALDI
HO PIANTATO UN ALBERO (Clapo Music/Marechiaro)
**** Ecco un bel disco che può andare a colmare il vuoto lasciato dal miglior Pino Daniele, quello che intrecciava canestri musicali danzando sulle corde tra funk e soul, r&b e quella sostanziosa leggerezza mediterranea che un po’ fa sorridere, un po’ tratteggia ineffabili malinconie. Lui era il chitarrista degli storici 666, oggi un compositore maturo che qui può contare su eccellenti collaboratori: due nomi per tutti, Simona Boo dei 99 Posse e l’incantevole Maria Pia De Vito. (guido festinese)

GENNARO PORCELLI
ME, YOU AND THE BLUES (Soundinside Records)
**** Why Are People Like That? spiega al meglio la bellezza insita nel nuovo lavoro per il il bluesman partenopeo. La compassata e divertente partenza a metà tra downhome e juke joint blues, sublima in un finale tiratissimo. Un esempio di come Porcelli riesca a trovare il momento giusto per rallentare in alcuni passaggi. Un paio di azzeccati e appassionati slow da brividi fanno da contraltare a brani più energici. Hit da suonare ad alto volume: Smiling Eyes. (gianluca diana)

IL SINDACATO DEL SOGNO
IL SINDACATO DEL SOGNO (Autoproduzione)
**** Progetto curioso e vitale: volgere in italiano, pressoché alla lettera, i testi dei favolosi Dream Syndicate di Steve Wynn. Lasciando inalterata, anche, nei limiti del possibile, linea melodica e clima generale da sferragliante Paisley Underground che fu. L’ha fatto Francesco «Franco» Zaio, rocker di classe genovese, in compagnia di Silvano Meneghelli, spartendosi una quantità di strumenti. Con approvazione diretta di Steve Wynn. E una piccola deviazione finale da scoprire. (guido festinese)

THE TELESCOPES
OF TOMORROW (Tapete/Audioglobe)
*** Oltre 45 anni di carriera per i Telescopes, band inglese che dagli esordi, 1987, a oggi ha cambiato costantemente line up, passando da un solo membro (Stephen Lawrie, unico superstite della formazione originale) a venti musicisti. Of Tomorrow è stato concepito e realizzato dal solo Lawrie e presenta sette brani alquanto omogenei, che richiamano new e electro wave dal vago sapore dark anni Ottanta. Non male. (roberto peciola)