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Gli Ultrasuonati

JAZZ ITALIA Non c’è trio senza quartetto Un trio, due quartetti: molte le uscite per la Emme produzioni musicali in questi tempi, ma iniziamo le segnalazioni con questo primo lotto […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 13 maggio 2023

JAZZ ITALIA
Non c’è trio
senza quartetto

Un trio, due quartetti: molte le uscite per la Emme produzioni musicali in questi tempi, ma iniziamo le segnalazioni con questo primo lotto e con un’incisione, Limbo, guidata da un eccellente compositore e contrabbassista che, fino ad ora, aveva proposto lavori in quintetto, Mauro Mussoni col suo Trio. Qui c’è il pianoforte effervescente e lirico di Nico Tangherlini, la batteria precisa di Enrico Smiderle, la pastosa affidabilità del basso del leader. Il primo Quartetto (a volte arricchito dal trombone di Massimo Morganti) è quello del tenorista Lorenzo Bisogno, vincitore della ventunesima edizione del premio Massimo Urbani. Open Spaces è una significativa vetrina per Bisogno, dal suono limpido, lucido e memore di tutta la modernità di fraseggio del suo strumento. Ma perché omettere la scaletta dei brani dal cd? Il sax contralto è agile, ficcante strumento tra le mani di Federico De Zottis, leader del 3:00 AM Quartet all’esordio con Open, arricchito dal synth di Edoardo Maggioni nella traccia finale, che rammenta i Weather Report. Bell’inizio, preludio per altra musica di valore. (Guido Festinese)

PSYCH ROCK
Nessun
rimpianto

La psichedelia nelle sue varie forme. A partire da quella che guarda alle origini del genere, tra sonorità rock d’antan, con organi, chitarre fuzz e melodie pop portate da una voce riverberata il giusto, degli scozzesi Helicon al terzo lavoro con God Intentions (Fuzz Club), incentrato su rimpianti, redenzione e resurrezione. A dare una mano un quartetto d’archi che fa virare alcuni brani verso un prog dai sapori mediorientali. Da Portland, Oregon, arrivano i Dommengang, che pubblicano Wished Eye (Thrill Jockey), dove ad avere la parte principale sono le chitarre di Dan «Sig» Wilson, che ci riportano alle elucubrazioni soniche della West Coast di fine anni Sessanta, tra tirate fuzz, wah-wah, distorsioni potenti e rimandi al blues. Se amate band come King Buffalo questo disco fa per voi. A chiudere i giapponesi Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O., i quali proseguono con il loro stile, che li porta a ponderose sparate psych, come nel doppio Paralyzed Genius Brain (Offset), riproposizione di un lavoro pubblicato a supporto di un tour europeo del 2018, riedito con due brani in più. (Roberto Peciola)

BLUES
Inversione
di rotta

Sapore d’estate nell’aria, sapore di buon blues. Gran bel lavoro di Blancos, nome d’arte dietro cui si cela il bluesman torinese Dave Moretti che assieme ai sodali Alan Brunetta alla ritmica e Gianfranco Nasso al basso presenta Short Songs | To Be Strong (Bonzo Recording). Si tratta di dieci brani che lo vedono invertire la rotta rispetto al passato: il suono si è decisamente orientato verso un carattere raw and dirty, esaltando il groove che la formazione riesce a creare. Significative sono Heart + Sand dove si mette in luce l’ospite Francesco Piu, Butterflies e Queen Be. Soul blues di spessore quello firmato da Deb Callahan in Backbone (Blue Pearl Records). Il sesto disco da studio per l’artista di Filadelfia, pur se non presenta innovazione alcuna, è appassionato e verace. Lo dimostra in canzoni come Danger Zone, What I’m Workin with e Anytime You Want. Doppio singolo intitolato Bentonia Blues 2023 Festival Fundraiser (Autoprodotto) dove è ben chiara l’amorevole intenzione del bravo Ryan Lee Crosby che ci delizia con il classico Devil Got My Woman. (Gianluca Diana)

CLASSICA
Il desiderio
di innovare

A fine Ottocento Claude Debussy (1862-1918) con La mer (Harmonia Mundi) rompe con la classicità tardoromantica per creare quello che, più o meno a ragione, viene chiamato impressionismo musicale; nel cd c’è pure l’inedita Première Suite d’Orchestre quasi a confermare il desiderio di innovare: eccellente, su strumenti d’epoca, l’interpretazione, grazie a Les Siècles diretti da François-Xavier Roth. Quasi mezzo secolo dopo, Sergei Prokofiev (1891-1953) torna a un accentuato melodismo con due Violin Concertos (Channel Classics) indicativi di una fase neoclassicista, benvoluta dal regime sovietico, entro cui è costretto a lavorare; la solista Maria Milstein con la Phon Orchestra (direttore Otto Tausk) ne esalta anche i segni virtuosistici. Nella Francia tra le due guerre, la generazione di orfani debussiniani intraprende percorsi avanguardisti eterogenei. Con Visages (Stradivarius) antologizzati cinque autori (Boulanger, Honegger, Migot, Milhaud, oltre il più giovane Werner) nell’intento di scrivere per viola e pianoforte (Andrea Cagnin e Patricia Pagny), recuperando uno strumento quasi rimosso da oltre un secolo. (Guido Michelone)

LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

WORLD MUSIC
Ipnotico
Ghana

AA. VV.
THIS IS ZOLOGO BEAT (Makkum Records)

**** Vi consigliamo, se avete l’opportunità, di programmare un viaggio nell’area nord ovest del Ghana. Che sia il momento opportuno, capace di regalare attimi di clamorosa bellezza musicale, lo testimonia questa raccolta. Il re, parliamo di King Ayisoba, da quelle parti non è di certo solo. Il Fra Fra, la lingua locale, scandisce il cantato di dieci diversi artisti locali, che si rincorrono a suon di battiti ipnotici e convulsi. Un dancefloor raw and dirty, come si apprezza grazie a Sammy e la sua ancestrale Tu Daana e alla pulsante Life Is a Mission di Prince Buju. Fino alla hit Hosowo di Dondada. (gianluca diana)

 

 

ART POP
Non smettere
di sognare

NABIHAH IQBAL
DREAMER (Ninja Tune)

**** Nonostante la fortuna non le abbia certo arriso – visto che nel 2020 mentre la polizia londinese faceva i rilievi per cercare di scoprire chi le avesse completamente svaligiato lo studio, con anche il disco appena finito, fu chiamata in Pakistan al capezzale del nonno, e poi, lì, il lockdown -, l’artista londinese non ha smesso di essere una «sognatrice». E con questo suo secondo lavoro, a quasi sei anni dal debutto, fa sognare anche noi, con un disco tra cold wave, dream e synth pop. Un nome da seguire. (roberto peciola)

 

 

 

ALT POP
Ispirazioni
ritrovate

THE NATIONAL
FIRST TWO PAGES OF FRANKENSTEIN (4AD/Self)

**** The National è uno di quei gruppi che, a domanda, ci vien da rispondere che «sì, ci piacciono ma…». Perché quel «ma» è affiorato, più o meno, per ognuno degli otto album della band dei fratelli Dessner e del frontman Matt Berninger. Ora arriva questo nono disco, nato dopo un periodo difficile dal punto di vista dell’ispirazione proprio di Berninger, ispirazione ritrovata grazie al capolavoro di Mary Shelley, e dove i National fanno i National, ma – riecco un «ma» – meglio dei National. Se si capisce ciò che si intende. Con l’aiuto di ospiti come Sufjan Stevens, Phoebe Bridges e Taylor Swift. (roberto peciola)

 

 

INDIE ITALIA
Dall’altra parte
dello specchio

CLAUDIO ORFEI
MY WONDERLAND (Autoprod.)

**** Di quanti dischi che mettono assieme musica e parole d’autore (in lingue diverse, peraltro) si può dire oggi, che siano sorprendenti? Non vale il conteggio. Passate direttamente ad ascoltare Claudio Orfei, musicista imprevedibile e autore, voce angelica, e vi sorprenderà perfino la confezione raffinata a libro di questo viaggio onirico eppure ben ancorato alla terra dall’altra parte dello Specchio di Alice, un volo aiutato, per la parte vocale, solo da ali di donna: Maria Pia De Vito, Raffaella Siniscalchi, Elisabetta Antonini, Susanna Stivali e tante altre. (guido festinese)

 

 

 

DISCO MUSIC
Riferimenti
dichiarati

JESSIE WARE
THAT! FEELS GOOD! (Emi/Parlophone)

**** Superstar assoluta nel Regno Unito, Jessie Ware, voce potente e fraseggio irresistibile, rende omaggio alla disco music e ai suoi re e regine. Note riempipista – si sarebbe detto una volta – dove i riferimenti sono chiari e, soprattutto, dichiarati. Monardo, Chic, Moroder e la musa Donna Summer accanto a certi retaggi italo-disco. Ritmi frenetici e ondeggianti nei dieci brani prodotti da Stuart Price e James Ford dei Simian Mobile Disco. Alta qualità nella scrittura ma se proprio dobbiamo, la scelta cade sul singolo Free Yourself e la drammatica catarsi 4/4 di Begin Again. (stefano crippa)

 

 

CHRIS BROWN
OCCHIO (Artifact Recordings)
**** È un caso più unico che raro che un disco americano derivi da un libro di poesie di un’autrice italiana. Eppure I canti dell’occhio di Erika Dagnino, attiva nella jazz poetry, ispirano il Chromelodia Project con il leader (piano ed elettronica), Theresa Wong (violoncello e voce), Kyle Bruckmann (oboe): la musica s’inserisce nel filone avant-garde, con riferimenti espliciti a compositori dotti (Harry Partch, Henry Cowell, Leon Theremin) in un ambito cameristico che presenta qualche richiamo orientale. (guido michelone)

BEBO FERRA
LIGHTS (Ada Music)
*** Chitarrista acustico – tra i rari in Italia nel jazz – il leader in trio con tastiere (Gianluca Di Ienno) e batteria (Nicola Angelucci) si apre a una raffinata modernizzazione verso i suoni elettrici, pur confermando nei nove brani in scaletta (tutti a firma Ferra, tranne Very Early di Bill Evans) la vena poetica, tra atmosfere equilibrate, dove cantabilità, poliritmia, armonia restano ancorate a espressioni morbide e trasognanti, anche quando sgorgano riferimenti al blues e al rock. (guido michelone)

PHIL MARCOWITZ
SOLO PIANO LIVE IN ROME (Parco della Musica/Egea)
**** Micidiali labirinti ritmici che a ondate impetuose di accordi fanno seguire deflagrazioni di cluster e silenzi improvvisi, cromatismi accentuati, studi sugli intervalli, rielaborazioni dalla sua suite per piano e orchestra sinfonica, variazioni a catena, i riferimenti ineludibili a Thelonious Monk e Duke Ellington e quello, meno consueto, a Messiaen. Un’esplosione di idee e di intelligenza musicale applicata a un tocco sapiente sui tasti, raccolta il 9 maggio 2006 dal vivo al Parco della Musica. (guido festinese)

PIVIO
PYCNOLEPTIC (Creuza/I Dischi dell’Espleta)
**** Esce in vinile, in digitale e in particolare in Binaural e Atmos il nuovo lavoro del compositore genovese che con Aldo De Scalzi costituisce una coppia di ferro nel mare procelloso delle colonne sonore. Pivio, qui coadiuvato per i testi dal sodale di sempre Marco Odino, e manovratore di tutti gli strumenti ancora una volta dà spazio alla sua magnifica, tormentata disillusione sul nostro «stato di disunione» e di narcosi sociale con un lavoro che mette assieme psichedelia, tratti industrial e techno pop, dark wave. Brividi intelligenti. (guido festinese)

READING MUSIC
VOLUME 1 (Ausculto Fonogram)
*** Il trio svedese esprime un linguaggio fortemente d’avanguardia, ponendosi in quella zona ricca di esperimenti a metà tra free jazz e improvvisazione. Osano senza timore, palesando coraggio e voglia di riuscire a creare qualcosa di nuovo nelle tre incisioni che toccano quasi i sessanta minuti di lunghezza. È compito improbo, ma si impegnano con dedizione e discreti risultati. (gianluca diana)

VIENNA PHILARMONIC
NEW YEAR CONCERT 2023 (Sony Classical )
***** Franz Welser Most è stato il mattatore indiscusso del primo capodanno viennese post tutto. A capo della Vienna Philarmonic con i Vienna Boys Choirs ha magnificato con brani poco conosciuti della dinastia Strauss e di altri rampolli meno fortunati come Carl Ziehrer e Joseph Hellmesberger II. Per non parlare di Eduard Strauss il meno fortunato dei figli dell’irraggiungibile Johann. (marco ranaldi)

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