Gli Ultrasuonati
JAZZ Esplosioni armolodiche Inizia con un collettivo di suono a dir poco fiammeggiante, il nuovo disco del Dave Gisler Trio, See You Out There: sarebbe piaciuto a Ornette Coleman: un’esplosione […]
JAZZ Esplosioni armolodiche Inizia con un collettivo di suono a dir poco fiammeggiante, il nuovo disco del Dave Gisler Trio, See You Out There: sarebbe piaciuto a Ornette Coleman: un’esplosione […]
JAZZ
Esplosioni
armolodiche
Inizia con un collettivo di suono a dir poco fiammeggiante, il nuovo disco del Dave Gisler Trio, See You Out There: sarebbe piaciuto a Ornette Coleman: un’esplosione «armolodica» di colori palpitanti che vibrano nell’aria. Il tiro ritmico, invece, è degno del punk jazz alla Tacuma, e tutti i conti tornano: perché aggregata al Trio c’è la tromba magmatica di Jaimie Branch, e l’immensa carica del sax tenore di David Murray. Novità dalla svizzera Intakt, come gli altri due che si segnalano, a cominciare da un disco in linea con il primo citato, Zurich Concert di Punkt.Vrt.Plastik, impressionante sforzo di «rifondazione» del classico piano trio jazz alla luce di una libertà di forme, di metri ritmici accennati e dissolti in una nuvola di possibilità, di spezzoni melodici alternati a furenti cluster di note da parte di Kaja Draksler. Ingrid Laubrok ai sax, Tom Rainey alla batteria e Brandon Lopez al basso per il magnifico No es la playa: ancora una volta la musicista tedesca con base statunitense mostra di essere una delle reali teste pensanti del jazz contemporaneo. Con attorno degni compagni. (Guido Festinese)
INDIE ITALIA
La sorpresa
in arrivo
Ancora un trittico dedicato ad artisti e band nostrane. Shiva Bakta è lo pseudonimo dietro il quale si cela lo spezzino, da tempo a Bologna, Lidio Chiericoni, il quale dopo una lunga gavetta si ripresenta con l’album 6/4 of Love (Noja Rec.). Un mix di pop di ispirazione british e elettronica, il tutto dal mood pacato, quasi etereo, che denota una interessante vena compositiva. Tornano le I’m Not a Blonde, il duo electro pop al femminile con base a Milano. Lo fanno con un ep, This Is Light (Inri/Metatron), che guarda appunto alla scena electro british anni Ottanta, con uno spirito dreamy dettato anche dalla vocalità. Tra i cinque brani spiccano il singolo Speak Loud e la strofa di My Best, mentre Special ricorda «pericolosamente» 1979 degli Smashing Pumpkins. Infine l’esordio dei Korobu, Fading | Building per la neonata label bolognese Locomotiv. Sperimentazione, elettronica, post punk, ritmiche tribali e indie pop per il trio felsineo che sembra avere le idee chiare, guardando a band come Animal Collective e Tv on the Radio. Da seguire con attenzione, potrebbero riservare sorprese. (Roberto Peciola)
SPERIMENTALE
Ambizione
profonda
Le intenzioni, le ambizioni, le necessità creative. Hanno un ottimo impatto quelle di So Sner espresse in Reime (Tal). Si tratta del duo composto da Susanna Gartmayer al clarinetto basso e Stefan Schneider alla strumentazione elettronica. Ottengono profondità e immediatezza, grazie a strade non consuete; nove incisioni mai banali che appaiono come una delle uscite più fresche e avvincenti in ambito sperimentale. Senza sofismi e con molta creatività, spadroneggiano in particolare con Gentle Healing, Animals Will Help e Worrying. L’australiano Jason Sweeney, noto come Panoptique Electrical, licenzia Picturesque Ruins (Midira Records) dove in cinque temi che giungono a mezz’ora di estensione propone la sua versione splenica di un mondo sonoro dove ambient e drone si fondono assieme. Lavoro troppo omogeno, che ha guizzi in Delusion e Stay. Erik K Skodvin conosciuto come Svarte Greiner, pubblica Devolving Trust (Miasmah Recordings). Oltre la title-track, è presente una sola altra traccia intitolata Devolve: un totale di quarantatré minuti tra droni e neo classicismo. (Gianluca Diana)
CLASSICA
Il richiamo
del barocco
Oltre Bach, il primo Settecento, definito barocco, è ricchissimo di grandi compositori e rappresentato da nuovi ottimi cd (tutti assai ben curati nelle note critiche) a partire dal napoletano Francesco Durante (1684-1755) del quale Work for Harpsichord (Urania Records) presenta Toccate e Sonate per il clavicembalo di Maria Luisa Baldassari, la quale rivela l’originale virtuosismo tecnico, fra scale rapide, arpeggi evoluti, incroci delle mani. Del veneziano Antonio Vivaldi (1678-1741) con Flute Concertos (Note 1 Music) si offre un’inedita registrazione dell’Op. 10, prima raccolta flautistica con musica programmatica (Notte, Tempesta, Cardellino) nella perfetta esecuzione di Carlo Ipata allo strumento traverso con gli Auser Musici. Infine del grande tedesco George Frideric Handel (1685-1759) con Winged Hands (Out Here Music) vengono antologizzate 8 Suite e 4 Ouverture operistiche dal clavicembalista Francesco Corti, una summa della fusione di stili (italiani, francesi, germanici) precipuamente handeliana. (Guido Michelone)
* Nauseante
** Insipido
*** Saporito
**** Intenso
***** Unico
JAZZ ITALIA
Provocatorio
ma non troppo
STEFANO BATTAGLIA STANDARDS QUARTET
THE BEST THINGS IN LIFE ARE FREE (Emme Records)
**** Il contrabbassista Battaglia, coadiuvato qui da un gruppo di eccellente preparazione (Marcello Allulli al contralto, Daniele Germani al tenore, Marco Valeri alla batteria: gruppo pianoless, dunque) propone, provocatoriamente ma non troppo, un ensemble che indaga soprattutto le note di Ornette Coleman e di Paul Motian. Due innovatori radicali, quindi ancora non nel canone degli «standard». Tornare a riflettere su queste note non è mai superfluo. È una lezione di storia che abita confortevolmente il presente, anche quando il presente è distratto e ignavo. (guido festinese)
ALT POP
Pensando
a un musical
FATHER JOHN MISTY
CHLOË AND THE NEXT 20TH CENTURY (Bella Union/ Pias/Self)
*** Il disco che non ti aspetti, o forse sì. Perché Josh Tillman, in arte Father John Misty, è artista capace di stravolgere le previsioni e passare da dischi dall’anima alt folk a lavori come questo, che sembrano arrivare dalla colonna sonora di un musical degli anni Quaranta del secolo scorso (non a caso il titolo fa riferimento proprio al Novecento). Sebbene non manchino riferimenti al classico cantautorato Seventies, vedi Goodbye Mr. Blue che ricorda Everybody’s Talkin’, o piccoli capolavori contemporanei come la conclusiva The Next 20th Century. Un artista «eclettico». (roberto peciola)
JAZZ/2
Dialoghi
da inventare
NOSAX NOCLAR
RËD SISTERS (Yolk Music)
**** Da Nantes arriva questo duo che, giocando sul nome, comprende proprio un saxman (Bastien Weeger) e un clarinettista (Julien Stella), oltre il trombone (Thomas Gruselle) in Promotion 23: da Bleuet a Bomí, da Mulino mio a Maja Yoka, i dieci brani in scaletta evidenziano un fitto dialogo inventivo; dal fraseggio al virtuosismo, dal timbro alla sonorità, i ragazzi suonano un jazz postmoderno attualissimo, pur all’insegna di sofisticate rivisitazioni «storiche» in un ambito «conteso» fra swing, bop, folk, classica, world, avantgarde. (guido michelone)
PSYCH ROCK
Un cuore
«atomico»
PINK FLOYD
THE HEART OF THE SUN/LIVE 1970 (Audio Vaults)
**** Di recente, notoriamente, i Pink Floyd hanno dato libero accesso a una decina abbondante di concerti registrati nel ‘70, l’anno in cui, lasciatisi alle spalle il magnifico rompicapo Ummagumma la strada era verso Atom Heart Mother. La Audio Vaults su quei concerti ha lavorato di fino, ed ecco un doppio cd per la ben nota e strepitosa data del 29 aprile al Fillmore West californiano. Atom ancora senza titolo definitivo (The Amazing Pudding), la leggendaria Embryo, una rara Granchester Meadows, tutti i primi classici psichedelici. (guido festinese)
SPERIMENTALE/2
Trame
electro
SAINT ABDULLAH
INSHALLAHLAND (Room40)
***** Un piccolo capolavoro per i due fratelli iraniani. Quattro brani che suonano in modo surreale, contemporaneo e carismatico. Il clou del disco, in apertura, si intitola Glamour Factory ed è una suite dove i nostri campionano la voce di uno dei principali doppiatori di cinema del loro paese. Sfibrano e deframmentano la sua arte, la ricompongono e la sciolgono tra trame electro e tradizionali. Non son da meno Blurring of Management Theory e 4000 Rat Patrol Posters, dove droni, sperimentazioni, e schegge melodiche si fondono in una narrazione cupa, ma onirica e avvolgente. Genialità. (gianluca diana)
ROSALIA DE SOUZA
INSPIRADA (Ce Agency)
*** Pianista di valore, Paolo Di Sabatino – autore delle musiche – è fra i jazzisti italiani più dotati e creativi da un punto di vista melodico che unisce a grande tecnica compositiva. L’incontro con Rosalia De Souza ha prodotto le tredici canzoni del disco, i cui testi sono scritti interamente dall’interprete brasiliana. Il singolo che intitola l’album, rappresenta una storia d’amore in tutte le sue tappe, con il suo inizio, evoluzione e fine, proprio come l’ispirazione per l’artista che si accende, si infiamma, arde e infine si spegne. (stefano crippa)
GABRIELLA DI CAPUA
IN THE NIGHT (Romolò Dischi)
**** Una notevole preparazione costruita con docenti jazz di primissimo piano (Ada Montellanico, Danila Satragno, Maria Pia De Vito, ad esempio) ha rafforzato e precisato l’impianto vocale di Gabriella Di Capua, giovane talento emergente. Il suo In the Night, primo disco a suo nome, era pronto da tempo, ma il Covid ha ritardato il tutto. Eccolo, ora: smooth jazz morbidamente elettrico, di composizione, assai piacevole, e una versione della vertiginosa Nature Boy – con inserto rap – da ricordare e riascoltare. (guido festinese)
KILLING JOKE
LORD OF CHAOS (Spinefarm/Universal)
**** Saranno anche ripetitivi, nel suono, nelle ritmiche, nelle scelte melodiche. Si può dire tutto ciò che si vuole su Jaz Coleman e i suoi Killing Joke, però, forse, è proprio questo che ci piace. Perché quei chitarroni spinti, quelle tastiere pesanti e avvolgenti, quel drumming spesso in 4, e soprattutto il modo di cantare di Coleman con la capacità di creare ritornelli sempre uguali ma sempre diversi, ci dà la giusta carica. E questo ep, due inediti e due remix, ne è l’ennesima riprova. (roberto peciola)
JONATHAN LARSON
TICK, TICK… BOOM (Masterworks)
***** Jonathan Larson è stato un musicista sfortunato. Morto troppo giovane, aveva dato alle scene di Broadway due grandi capolavori: Rent e Tick, Tick…Boom. Ora di quest’ultimo è uscito il film e nelle canzoni presenti si ritrova tutta la freschezza dell’autore e la sua lieve genialità nell’appropriarsi dei codici del miglior musical Usa. Da ascoltare ricordando il tempo che passa. (marco ranaldi)
ALEX RICCI
LA VERITÀ (FreecomHub)
** Il bluesman passato al cantautorato, in questo secondo album solista conferma pregi e difetti della svolta: un pop gradevole, ma prevedibile che, musicalmente, acquista una parziale qualità con l’apporto di ospiti illustri (Erica Mou e Corey Harris), mentre i testi non vanno oltre le solite introspezioni, pure quando ambiscono al sociale, come Il gigante o La nave (evocazione di Rigopiano). Ma non esistono scuole di scrittura creativa anche per i folksinger? (guido michelone)
JARKKA RISSANEN & TONAL BOX FEAT. KALLE FÄLT
BONES (Humu Records)
**** Che stile. La consolidata formazione blues finlandese torna alla grande. Seguendo le coordinate dello slideman leader, il trio non la manda certo a dire con Chickenhawk, brano che farebbe la felicità di Tom Waits. Coeso come se facesse parte del gruppo da lustri, è il suono del sassofonista Fält. Che emerge in Alfred e Della, dal tocco r’n’b niente male. Da applausi sia la muscolare Down the Road, che la sbilenca e istrionica Sun Ra. (gianluca diana)
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