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Gli Ultrasuonati

CANTAUTRICI Essenza intimista Cantautorato al femminile, dall’Europa all’America. Arriva da Liverpool e non ha bisogno di presentazioni, visto che è in giro da praticamente un quarto di secolo, Kathryn Williams, […]

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 23 luglio 2022

CANTAUTRICI
Essenza
intimista

Cantautorato al femminile, dall’Europa all’America. Arriva da Liverpool e non ha bisogno di presentazioni, visto che è in giro da praticamente un quarto di secolo, Kathryn Williams, che si ripresenta al pubblico con un disco variegato, Night Drives (One Little Independent/Bertus), che la vede cimentarsi con brani che passano dal classico folk intimista di The Me for You a sonorità più contemporanee ed elettroniche come il primo singolo, e forse il migliore del lotto, Radioactive. Una garanzia. Ci si sposta in Svezia per ritrovare Lykke Li con il suo Eyeye (Pias/Self), un breve album con il quale fa un passo indietro rispetto al precedente lavoro, virato verso una sorta di hip hop-trap acchiappa click. Chitarre delicate, qualche pad tastieristico, la sua voce e poco altro fanno di Eyeye forse il suo lavoro più intimo, e quello più vicino alla sua «anima». Stesse motivazioni che hanno portato Half Waif a registrare e pubblicare un ep, Portraits (Anti-/Self), con quattro tracce già ascoltate nei suoi ultimi due lavori, asciugate e portate all’essenza di piano e voce. Ed è un bel sentire. (Roberto Peciola)

TRIBUTI
Occhio
ai Seventies

Questi tre «tributi», diversi fra loro come genere musicale, hanno però in comune la scelta di artisti omaggiati (Ferré, Dylan, Shorter) dai picchi espressivi negli anni Settanta. Xavier Carles con Jo te dono: Interpreta Léo Ferré (Segell Microscopi) traduce dal francese al catalano ben quindici brani dell’auteur/compositeur (1916- 1993), restituendo una sorta di attualità al repertorio di un «poeta anarchico» oggi dimenticato quasi ovunque. Scarlet Rivera, violinista nel 1975 con il Nobel ottantunenne, con Dylan Dreams (Appaloosa/Ird) riprende sei brani di quest’ultimo, tra i meno noti, quasi un gesto d’amore, evitando inutili parafrasi, ma insistendo comunque sulle atmosfere del country rock dell’epoca. Infine l’italiana Sonia Schiavone con Wayne Shorter’s Legacy (DaVinci Jazz) in sestetto jazz interpreta il songbook dell’immenso sassofonista (classe 1933), scegliendo dieci ballad e scrivendone i testi: i pezzi rischiano di appiattirsi su un unico registro espressivo, lasciando l’ascoltatore con un senso di monotonia, sia pur virtuosistica. (Guido Michelone)

BLUES
Temperature
infuocate

Temperature alte per blues infuocati. La Easy Eye Sound, se per caso non ve ne foste accorti, sta facendo un gran bel lavoro in ambito blues. Succede quindi che Hank Williams Jr. in Rich White Honky Blues, ad esclusione di un paio di passaggi dal sapore country affonda nell’Hill Country Blues più viscerale. Questo perché Dan Auerbach che è sempre della partita oltre che come produttore anche come chitarrista, assolda il trio delle meraviglie delle Hills. Kenny Brown alla chitarra, Eric Deaton al basso e Kinney Kimbrough alla batteria fanno la differenza con Hank che vola alto in Fireman Ring the Bell, TV Mama e Georgia Woman. Qualità a iosa anche per le storie di matrice New Orleans condotte a piano e voce da Max Lazzarin che con Struck (Epops Music) esprime melanconia e allegria in una pulsazione continua che cattura l’ascolto. Si impongono Secret Diary, Keep Calm Girl e la delicata Blue. Edward Phillips dalla South Carolina ci regala Plays the Country Blues (Autoprodotto) dove si muove tra i classici del country e del Piedmont Blues. Ci piace Crow Jane. (Gianluca Diana)

WORLD MUSIC
Pennellate
mediterranee

Voci oltre: oltre l’incattivita stupidità dei sovranismi e i deliri identitari che trasformano le parole in bastonate e recinzioni. Identità mediterranee fatte di mazzi di identità: com’è ciascuno di noi. Qui si incrociano in bellezza le Voci oltre di Sara Marini e Fabia Salvucci, le Djelem do Mar (Mrm) con l’eccellente produzione di Stefano Saletti, e cantano di dignità, di amore, di poesia in armeno, in sardo, greco, bulgaro, arabo, persiano, italiano, portoghese: gioco di sponde, flussi di civiltà senza fili spinati. Siciliano, wolof, portoghese, gallese, spagnolo, persiano, arabo, bambara, finlandese, bulgaro, armeno: il giro del mondo imbastito da Val Bonetti in A World of Lullabies (Felmay), ninnananne per tutti. Pasquale Ziccardi da un quarto di secolo con la NCCP non è certo un presenzialista da discografie: fa uscire i suoi lavori quando vuole, e i brani hanno sedimentato verità di musica vera. In Via Pia 37 (SoundFly) undici splendide canzoni che oscillano con sapienza tra note d’autore e pennellate world mediterranee, su un impianto di testi di concisa, lirica efficacia. (Guido Festinese)

LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

ALTERNATIVE
Interrogativi
spontanei

BLACK MIDI
HELLFIRE (Rough Trade)

***** Follia? Schizofrenia? Consapevolezza dei propri mezzi? Voglia di stupire? Troppe idee in testa? Quando si ascolta un disco degli inglesi Black Midi, e questo è il terzo in carriera, questi interrogativi possono nascere spontanei. Perché nella musica di questi tre ragazzi c’è davvero un mix di stili, di generi, di idee da lasciare interdetti. Frank Zappa che incontra i Genesis, gli Henri Cow a braccetto con Frank Sinatra, il post punk anni Ottanta che flirta con il krautrock e via così. Sarà quel che sarà, e il futuro ci dirà l’esatta portata dei Black Midi, questa è musica per palati fini. Questa è grande musica! (roberto peciola)

ELETTRONICA
Un futuro
brillante

DELAY+AARSET
SINGLES (Room40)

***** Vladislav Delay, nome reale Sasu Ripatti, è un compositore finlandese da tempo in bilico tra minimal techno e sperimentazione. Quando si è avuta notizia del suo incontro con Aarset le aspettative si son fatte immediatamente alte. L’attesa è stata ripagata, in quanto volumi e fragori che non mancano nei palmares dei due, sono in omeostasi con stralci di suoni soffusi e segmenti melodici. Tra drone music, improvvisazione e ambient, un magma che fonde le peculiarità electro del primo e le chitarre trasfigurate del secondo. Un disco che brilla di futuro. (gianluca diana)

RACCOLTE
Falsetti
lancinanti

THE DELFONICS
THE DEFINITIVE COLLECTION (Bmg)

**** La scomparsa della voce d’angelo di William Hart, falsetto lancinante che ha caratterizzato il successo della band tra i Sessanta e Settanta, ha riportato all’attenzione dei media i Delfonics. Melodie suadenti, armonizzazioni e arrangiamenti sontuosi caratterizzano i loro brani prodotti dal genio di Thom Bell che li spinge a osare. Nascono così hit come La-La Means I Love You, Funny Feeling, I’m Sorry. A segnarne il declino la fine della collaborazione con Bell e l’avvento della disco. Questa raccolta del 1999 – con venti pezzi – è un prezioso condensato della loro carriera. (stefano crippa)

JAZZ ITALIA
Le moltitudini
dell’io

FLORIANA FOTI
SEVEN COLORS (TRP MUsic)

**** Bella e importante la musica, quando riesce ad avere un’identità forte senza essere prevaricatrice, e al contempo eludere quello che Maurizio Bettin in un libro di peso ha definito «il furore dell’identità», l’usarla come arma contundente ai danni della ragione. Ognuno di noi è moltitudine, e un esempio plastico e succoso ci arriva con questo disco: assieme «traditional» siciliani e Gershwin, le melodie dolcissime di Rita Marcotulli dal jazz, i richiami al canzoniere De André, la scrittura personale alla ricerca di una via ulteriore. Bello e potente. (guido festinese)

COLONNE SONORE
Il senso
del classico

ENNIO MORRICONE
L’ASSOLUTO NATURALE (Cinevox)

**** La vena compositiva del geniale musicista romano (1928- 2020) per le colonne sonore, alla fine degli anni Sessanta, in particolare nel cinema d’autore, è ancora fortemente sperimentale, benché per questo dramma tra eros e politica (1969), di Mauro Bolognini, entrambi preferiscono assicurarsi una partitura «classica» in tutti i sensi, affidando la direzione dell’orchestra al collega Bruno Nicolai e inserendo qua e là romanticherie pop e sussulti imprevedibili, con temi, accordi, passaggi, che in parte vanno ripresi o parafrasati in alcune soundtrack successive. (guido michelone)

GALYA BISENGALIEVA
HOLD YOUR BREATH: THE ICE DIVE (One Little Independent/Bertus)
**** Creare musica da accompagnare alle immagini, o creare musica per evocare immagini. Questo è ciò che la compositrice e polistrumentista kazako-britannica Galya Bisengalieva fa, e se il precedente album, Aralkum, ci lasciava «immaginare» le distese del lago Aral, qui accompagna la visione di un documentario Netflix dedicato al tentativo della apneista Johanna Nordblad di battere il record di immersione sotto il ghiaccio con un solo respiro. Il risultato è di grande intensità. (roberto peciola)

JUAN ESTEBAN CUACCI MARIEL MARTINEZ & LA MAQUINA DEL TANGO
ACA LEJOS (Caligola)
**** Il problema annoso del «nuevo tango», è quello di saper diventare «nuovissimo»: perché quello nuovo ha conosciuto il suo punto apicale con il dolcissimo furore espressionistico di Piazzolla. Il pianista Cuacci e la vocalist Martinez, con un organico timbricamente innovativo (voce, viola, piano, basso e batteria: dunque senza bandoneon) ci provano con convinzione e maestria: e si apre una nuova pista da seguire… (guido festinese)

STEFANO OLIVATO
LE PAROLE SONO IMPORTANTI (Freecom Music)
*** Libro-cd per questo curioso personaggio – già sideman di grandi artisti italiani e stranieri – il quale, tra racconti di vita e brani da cantautore, riassume il proprio credo estetico-filosofico che, per restare in ambito musicale, si forgia sull’ascolto dei folksinger – nostrani e statunitensi -, riproponendo, pur con qualche narcisismo forzato, una forma-canzone vecchio stampo ma che vanta citazioni ironiche e che per molti versi sembra più attuale, viva, aggiornata di tanti modaioli velleitarismi. (guido michelone)

RANDI PONTOPPIDAN & POVL KRISTIAN
LIFE IN LIFE (Chant Records)
*** La voce e le manipolazioni elettroniche di lei, il pianoforte di lui. Niente altro. Ascoltare Pontoppidan in Crossing the Rubicon, Juno & Eros e nel capolavoro Ocean of Bliss è una grande emozione. Un lavoro lento, introspettivo e forse a volte, troppo riflessivo. (gianluca diana)

RASENNA JAZZ MESSENGERS DUO
DONCHISCIOTTANDO (Rasenna Music Art)
**** Il Duo è composto da Giulio Boschi, giovane contrabbassista livornese a proprio agio nelle note classiche come nel jazz più colto e consapevole, e dal pianista Max Fantolini, speculare per scelte, tocco elegante e formazione. Le musiche sono tutte di Boschi che dalla sua ha un tocco plastico, fantasioso e risonante gonfio di begli armonici che non può non rimandare a titani del jazz: Buster Williams, Charles Mingus, Jimmy Garrison. Tutti presenti qui: ed è festa grande. (guido festinese)

ANTTI TOLVI
SPECTRAL ORGAN/FEEDBACK GONG (Room40)
**** Finlandia, settembre 2019. In una chiesa del XIV secolo dell’isola di Kemiö – un posto davvero ai confini del mondo -, l’autore suona un organo da chiesa. Il tutto confluisce in una registrazione di poco più di 21 minuti intitolata Spectral Organ. Quasi identica la lunghezza di Feedback Gong, che vede la genesi qualche mese prima a Turku: l’esecuzione prevede un gong sospeso tra due microfoni e un altoparlante. Incisioni catartiche, spettrali e vicine a un mantra. Affascinante. (gianluca diana)

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