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Gli Ultrasuonati

INDIE ITALIA Guardare avanti Tre brillanti artiste che osano e guardano avanti. Torna con il sesto album la formidabile Beatrice Antolini. Iperborea (La Tempesta/Orangle/Virgin) è per la prima volta tutto […]

Pubblicato 4 giorni faEdizione del 9 novembre 2024

INDIE ITALIA
Guardare
avanti

Tre brillanti artiste che osano e guardano avanti. Torna con il sesto album la formidabile Beatrice Antolini. Iperborea (La Tempesta/Orangle/Virgin) è per la prima volta tutto in italiano, forte impronta cantautorale, il pianoforte a tessere basi e melodie conturbanti, eccellenti orchestrazioni, lirismo spesso aspro, un uso essenziale di elettronica. La classe non è acqua e qui ne troviamo in abbondanza. NicoNote è artista multidisciplinare con una lunga e prestigiosa carriera alle spalle, attiva nei campi della musica e della performance. Regola (New Interplanetary Melodies) è una suite in 9 movimenti ispirata alla compositrice medievale Hildegard von Bingen. Musica contemplativa, elettronica, solenne, «spaziale», avvolgente, sulla quale la voce di NicoNote tesse trame misteriose e austere. Per il suo esordio solista, Crumpled Canvas (WWNBB), Francesca Bono si affianca a Mick Harvey alla produzione e il risultato splende di personalità. L’anima è di estrazione alt folk ma non esita a contaminarsi con melodie dream pop e atmosfere post wave ma non lontana talvolta da PJ Harvey. (Antonio Bacciocchi)

ALT POP
Immagina un giro
intorno al mondo

Giro del mondo al femminile in tre dischi. Partiamo dalla Francia di Helluvah che pubblica Fire Architecture (Dead Bees/Jarane/Araki). Dieci brani composti perlopiù al basso a cui si aggiungono tutti gli strumenti classici del rock e del pop, compresi spunti elettronici, e l’originale voce dell’artista che canta tanto in inglese quanto nella sua lingua d’origine. Un bel mix di indie pop e post punk. Andiamo in Minnesota dove opera colei che si presenta sotto lo pseudonimo di Breymer, dopo aver compiuto il suo percorso di transizione di genere. Percorso che racconta nelle undici tracce dell’ispirato When I Get Through (One Little Independent/Bertus). Pop raffinato che può riportare alla mente (Medication) la miglior Tori Amos o che flirta con l’alt folk. Arriviamo a Toronto, Canada, con la cantautrice di origini palestinesi Nemahsis, al debutto con Verbathim (Autoprodotto), un disco che sarebbe dovuto uscire per una non precisata etichetta che dopo il 7 ottobre ha stracciato il contratto… Alt pop ben strutturato sebbene piuttosto scarno negli arrangiamenti. Un’artista che andrebbe sostenuta, a prescindere. (Roberto Peciola)

SPERIMENTALE
Voglia
di volare

Librarsi in volo è un desiderio comune, riuscire a farlo non è per tutti. Ma alcuni suoni aiutano ad avere la sensazione di raggiungere la volta del cielo. Merito in tal senso va all’artista giapponese Moskitoo che licenzia un lavoro davvero ben congeniato. Unspoken Poetry esce con Headz/Weather, importante label nipponica che porta con sé una storia che merita un capitolo a parte. La voce a dir poco eterea e le abilità da polistrumentista con cui si è fatta conoscere le permettono di creare undici brani che strapazzano il cuore per la loro leggiadria. È uno dei suoni di domani quello che crea e ne abbiamo prove illuminanti in That Awaking Weave, Embroidery Story e Molder and Morrow. Il batterista e percussionista Jon Mueller pubblica Duality (Room40), dove rispettando l’indicazione del titolo dà vita a un tema di cinquantuno minuti imperniati sull’ossessività ipnotica del doppio colpo al tamburo. A dir poco straniante come anche Throb, Shiver, Arrow of Time (RVNG) del violoncellista Oliver Coates, capace di fondere drone music, metal e impro. Per voi Radiocello. (Gianluca Diana)

TRIBUTI
Un immenso
serbatoio

Quando si sceglie di cantare facendosi accompagnare dal solo contrabbasso, è chiaro che il repertorio cada su quell’immenso serbatoio musicale di pop e jazz standard, che è da sempre la cartina tornasole per mostrare le doti vocali di una jazz singer, benché in Italia purtroppo si preferisca optare per un cantautorato che prova tutto e il contrario di tutto. Ma con questi tre lavori si va sul sicuro, a cominciare da Marilena Paradisi in Here and Now (Losen Records) che, assieme allo statunitense Bob Nieske, offre dodici stupendi temi assai poco battuti e perciò molto adatti per intraprendere un fitto dialogo voce/strumento all’insegna della sperimentazione. E sperimentale risulta pure Elly per I’ve Grown Accustomed to the Bass (Diffusione Arte), la quale con Pietro Ettore Gozzini rende omaggio al songbook di Sheila Jordan, a sua volta composto da molti pezzi bebop: niente imitazioni, ma solo un tributo ideale. Infine la chicagoana Julia Danielle con Julia Danielle (Shitting Paradign) si giostra tra i classici songwriter: con riletture in guitar trio, voci a cappella e quartetto d’archi. (Guido Michelone)

LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

POST PUNK
Il risveglio
del gigante

THE CURE
SONGS OF A LOST WORLD (Capitol/Universal)

***** Ammettiamolo, dopo le ultime uscite, ormai più di tre lustri orsono, avevamo dato per certa la fine dell’era compositiva di un gigante degli Eighties come Robert Smith e mai avremmo pensato di ritrovarci ad ascoltare un nuovo disco che se non è un capolavoro poco ci manca. Smith e soci hanno saputo ricreare atmosfere e sonorità che credevamo perse, abbinate a una vena melodica sopraffina. Con le tastiere spesso a dettare le linee armoniche, gli otto brani, a partire dalla meravigliosa Alone per chiudere con l’evocativa Endsong, sono «Cure» al 100%: cupi, melanconici, intensi. Mai come questa volta: ben tornati! (roberto peciola)

JAZZ ITALIA
La favola
colorata

FEDERICO GILI
LA LANTERNA (Encore Music)

**** Un grande disco, che racconta una favola colorata dalle tinte intense, dipanata in otto stazioni (più una bonus track) che chiamano all’immediato riascolto, per guizzante presenza e spessore compositivo. Ne è titolare Federico Gili, fisarmonicista in continua crescita e compositore che sa scrivere cose frizzanti ritmicamente e su arcate melodiche profonde, con un gruppo notevole in cui citeremo i maestri Zeppetella, Tavolazzi e Ciammarughi. Accanto ci sono i giovani e affidabili Lorenzo Bisogno, Manuel Magrini e Lorenzo Brilli, e la musica brilla. (guido festinese)

OMAGGI
Tango
a sei corde

FAIRY GUITAR QUARTET
VOLVER (Stradivarius)

**** Affrontare il tango in maniera colta con un ensemble di chitarre classiche (Francesco Fausto Magaletti, Roberto Mercorio, Mariapia Napoli, Francesco Smirne) potrebbe apparire strambo, in realtà non è così: da un lato la musicalità dei brani delle origini (nove in tutto a firma Gardel, Troilo, Ramirez, Leguizamón, Toro) viene mutuata in delicato lirismo; dall’altro lato i restanti pezzi di Piazzolla di fine Novecento sono già concepiti per trasformare la primigenia carica erotica in rispettosa accettabile cultura, senza rinunciare a prerogative etniche. (guido michelone)

CANTAUTRICI
Psicanalisi
musicale

LAURA MARLING
PATTERNS IN REPEAT (Numero Group)

*** C’è una dolcezza inaspettata nel nuovo album di Laura Marling, una sensibilità sopraggiunta con la maternità e con una nuova rappresentazione della sua vita privata e sentimentale. Poggiato principalmente su voce e chitarra, Patterns in Repeat è un album ricco di piccole citazioni che riportano alla mente il Nick Drake di Pink Moon o il Mark Linkous di It’s a Wonderful Life. Classico ma mai scontato, a tratti umbratile ma anche ricco di trovate sonore originali, questo ottavo disco dell’artista britannica è un ispirato esempio di psicanalisi musicale. (michele casella)

BLUES
Nel solco
old school

JERRON PAXTON
THINGS DONE CHANGED (Smithsonian)

***** A volte si incorre nell’errore di dimenticare quanto sia vasto il territorio statunitense. Geografia e tempo che scorre via sono in realtà più legati di quanto si possa credere. Ciò significa che quanto afferma il giovane e già assai esperto bluesman è inconfutabile: non si considera un revivalista, bensì un musicista giovane consapevole di essere nel solco della vecchia scuola, in quanto è cresciuto nel suburbio di Los Angeles con le vecchie abitudini rurali di Shreveport, Louisiana. Oltre il fascino dei rapporti familiari da lui cantati, siamo davanti a dodici meravigliose canzoni. (gianluca diana)

LEON BRIDGES
LEON (Columbia)
**** Perdersi può esser doloroso, ma è quasi sempre bello ritrovarsi. E l’amore, accidenti, lascia ferite ma ancor di più nuova pelle e uno sguardo fresco e radioso. Questo è quanto arriva dal nuovo capitolo soul pop nei suoni del formidabile afroamericano. Che riempie di cultura e colori del Deep South le tredici tracce: bellissimi sono la sferzata emotiva a New Orleans in That’s Way I Love e i tratti quasi spiritual di Ivy. Una’atmosfera southern si impossessa di When a Man Cries e Panther City. Applausi. (gianluca diana)

NICO MORELLI
LET ME PLAY, LET ME PRAY (Tuk Music)
**** Nico Morelli, al pianoforte, ha una diteggiatura sontuosa e sciolta, ma non è questo il punto. La Penisola è ben ricca di musici con una formazione ai limiti della perfezione. Il punto è avere idee, fantasia, sguardo a tutto campo sulla musica, e non solo sul proprio orticello estetico. Cosa che accade qui, in una policromia in sedici quadri in cui si passa da Riturnella al ragtime riveduto e ben corretto, dai Police a Kodaly, da John Coltrane fino al gospel. Senza dar mai l’impressione del catalogo caotico. (guido festinese)

NAPSTAMIND
NEL GIARDINO A VAPORE (Saint Louis Music Prod.)
**** Il giovane trio romano all’esordio con un album possente che usa il linguaggio della distorsione chitarristica e della ritmica vigorosa, surfando tra grunge, hard rock, alternative ma senza disdegnare atmosfere psichedeliche e più classic rock. I brani viaggiano decisi e senza freni, grazie a ottime capacità compositive. Il sound è duro e aspro ma l’uso di sapienti melodie rende la fruizione meno ostica. (antonio bacciocchi)

THE PINEAPPLE THIEF
LAST TO RUN EP (Kscope/Audioglobe)
*** Si sa, quando un artista, o un gruppo, entra in sala di registrazione spesso ne esce con un numero di brani di molto superiore a quelli che poi finiranno nel futuro disco. E così, altrettanto spesso, anziché buttare il materiale in eccesso dopo qualche tempo lo si riprende e lo si pubblica. Così è stato per i Pineapple Thief di Bruce Soord, che durante le sessioni di It Leads to This si sono ritrovati in mano cinque pezzi che avrebbero meritato di finire all’interno di quell’album e che ora, ripresi e «corretti», ritroviamo in questo ep, in perfetto stile neoprog pop. (roberto peciola)

SAUGHELLI
FREGI DELL’ANIMA (La Cellula Records/Maxsound)
*** Disco particolare e vario. Già edito nel 2008, viene ora rimasterizzato e contiene anche demo version e remix. Il ritocco rende tutto molto moderno e ci dà modo di apprezzare lo strano intreccio tra rock, prog a tratti sinfonico e suoni anni Ottanta garantiti da tastiere vintage. Ad impreziosire il tutto la voce pop dell’autore/cantautore campano e i testi mai scontati. (viola de soto)

NANCY TUNGSTEN
TENDER (Goodfellas)
*** Eli Nancy Natali è sound engineer, cresciuta tra Sidney, Ginevra, Roma. Dopo esperienze con Anso Key e Female Trouble Band debutta come vocalist da solista, tra folk lo-fi e neo psichedelica, con questo ep tra atmosfere notturne e melanconiche, che narrano la vicinanza al dolore nell’esporsi al mondo e nel percepirlo con maniere propositive. Nella sua musica si ascolta una mistura di beat e di techno, dove emerge la chitarra elettrica distorta (talvolta sintetizzata), quasi si trattasse di un concerto per voce, strumento, sequencer, sintetizzatore monofonico. (guido michelone)

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