Gli Ultrasuonati
Alias

Gli Ultrasuonati

Ultrasuoni FOLK ITALIA Una sorpresa galloitalica Una sorpresa dal folk revival meno museale? Procuratevi Roda (Finisterre) della possente Eleonora Bordonaro. Nel Medioevo, San Fratello nel messinese fu ripopolata dai Normanni con […]
Pubblicato 3 mesi faEdizione del 13 luglio 2024

FOLK ITALIA
Una sorpresa
galloitalica

Una sorpresa dal folk revival meno museale? Procuratevi Roda (Finisterre) della possente Eleonora Bordonaro. Nel Medioevo, San Fratello nel messinese fu ripopolata dai Normanni con coloni dal cuneese, dall’astigiano, dal savonese. Arrivò anche gente emiliana e lombarda: ecco l’origine del magnifico, vivo dialetto galloitalico, e delle Bande dei Giudei, musicanti trombettieri, arlecchini disturbatori e festosi, osteggiati durante il cupo ventennio fascista. Tutte queste storie le racconta Bordonaro in galloitalico su una festosa, irresistibile miscela di suoni. Tre musiciste e un musicista negli Assurd, all’ottavo disco con ’O ’mbruoglio (Suonitineranti), con un ricordo speciale per Marcello Colasurdo. Tammurriate, tarantelle, una dedica a Pasolini, sapienti innesti di elettronica sul pulsare degli strumenti acustici e il gioco vocale. Altri efficaci incroci? Ascoltate Ibridanze (Dodicilune) del fisarmonicista e organettista Paolo Presta, di formazione folk e jazz assieme, con sette amici musicisti a fiati, corde, percussioni, voce a illuminare la sua musica: visionaria e apolide. (Guido Festinese)

CONTEMPORANEA
Le note
multiformi

Identità multiformi che travalicano i generi dandogli nuova vita. Il compositore irlandese David Fennessy raggiunge livelli notevoli con Caruso (Unsounds). Vi riesce mettendo assieme stralci presi dalle opere del tenore napoletano ai quali aggiunge le sue chitarre, coadiuvato dagli archi suonati dall’Ensemble Modern Orchestra, dai suonatori di viola Megumi Kasakawa e Garth Knox, dalla celesta di Michel Maurer e dall’elettronica di Pete Dowling. Tanti talenti che concorrono alla riuscita di quattro incisioni tra neoclassica, contemporanea e improvvisazione. Mood cinematografico e melanconico al vertice in Hauptstimme. Il violinista canadese Jeremy Gignoux presenta Odd Stilness (Autoprod.): sono sette brani in bilico tra ambient, minimalismo e jazz dal carattere riflessivo e intimo. La quiete evocata nel titolo è figlia di un incidente fisico che lo ha portato a scrivere l’album, da cui consigliamo Grouny. Lo svizzero Rolf Gisler si cela dietro DarkSonicTales, e pubblica l’ep Ellipsis (Hallow Ground) con un lungo brano omonimo di sapore ambient. (Gianluca Diana)

JAZZ
Il filo rosso
del free

Il sessantaduenne pianista afroamericano Matthew Shipp da Wilmington (Delaware), già a 18 anni domiciliato a New York, non è solo un esponente di punta delle ultime avanguardie rimaste, ma risulta da tempo un grande maestro del jazz, con produzione discografica abbondantissima, ma sempre di ottimo livello: in questa prima metà del 2024 ha già pubblicato quattro album con l’etichetta parigina Rogue Art: il doppio The Data 1&2 per piano solo, Speak Cube Jazz in duo con il trombonista Steve Swell e Water Music con l’Ivo Perelman Quartet, con il leader (sax), Mark Helias (contrabbasso), Tom Rainey (batteria). Comune un filo rosso «free», ma sono tre dischi anche molto diversi tra loro a dimostrazione della efficacia e duttilità attraverso cui Matthew sa spaziare tra le note, citando spesso la storia del jazz magari strutturandola e ricostruendola in nuovi contesti iper-moderni. Shipp rimarca così l’appartenenza alla comunità afroamericana e il tutto viene comunque realizzato mantenendo una concreta fruibilità a svariati livelli. (Guido Michelone)

BLUES
New Orleans
non tradisce

Possiamo girarla come vogliamo, ma New Orleans non tradisce mai. Provare per credere, magari passando dalle parti del 7th Ward da dove arriva la migliore sessione delle tre che vi presentiamo: Sierra Green & The Giants pubblicano Here We Are con la Big Radio Records, ed è una bomba autentica. È una cantante stellare che ha dalla sua le capacità per imporsi, come questo disco ben manifesta con le interpretazioni di brani che affondano nella storia del blues e dintorni. A supportarla una band notevole di vecchie volpi capitanata dal pianista David Torkanowsky. A volume alto Get Low Down, Same Old Blues e Can You Get to That. Ricordate la Operation Baby Lift riguardante gli orfani di guerra trasferiti di forza dal Vietnam agli Usa e altri paesi? Bene, la brava soul blueswoman Lara Price è una di quelle bimbe. Grinta e carattere da vendere nell’esordio Half & Half (Gulf Coast). Si apprezza in We’re Still Friends e Trouble, Heartache, Sadness. Sanguigno è Blues Everywhere I Go (Autoprod.) del tedesco Michael van Merwyk, che si innalza con Abi’s Boogie e Bye Bye Blues. (Gianluca Diana)

LEGENDA
* nauseante
** insipido
*** saporito
**** intenso
***** unico

WORLD MUSIC
Ibridazioni
hip hop

ANCIENT ASTRONAUTS
CYPHER KABAKA (Switchstance Recordings)

**** Non fallisce il colpo il duo tedesco che da anni macina dischi interessanti. In questa occasione incontrano la crew hip hop rintracciabile nel titolo, con la quale erano entrati a contatto in passato attraverso le storie del Nilotika Cultural Ensemble. I sette vocalist che si alternano garantiscono una qualità altissima, con l’esito che ci troviamo tra le mani un lavoro innestato sui ritmi reggae dub dallo spiccato tenore percussivo tipico di Kampala. Le migliori performance si hanno con Bitiingu, Kakebe, Makubo Manji e Gwakke. (gianluca diana)

 

JAZZ/2
Fantasia
in azione

GREG BURK
AND THE SEA AM I (Tonos Records)

**** Una sola ripresa sonora in studio per incidere Letting Go: buona la prima, come si dice in gergo. Certo, con la classe strumentale, la perizia e la fantasia in azione di musicisti come Greg Lamy, chitarrista di radici americane e lussemburgesi, e la tromba sapiente di Flavio Boltro, il gioco sembra esser stato facile: in realtà molti concerti preparatori del duo hanno strutturato a dovere questa magnifica session, con Gautier Laurent al basso e Jean-Marc Robin alla batteria, dove segnaliamo la favolosa versione di Chi tene ’o mare di Pino Daniele a chiudere in bellezza. (guido festinese)

 

JAZZ/3
L’idea
coraggiosa

MIHA GANTAR
NEW YORK CITY (Clean Feed)

**** Oggi basterebbero solo l’idea e il coraggio (anche da parte della casa discografica) di pubblicare un secondo cofanetto di cinque cd di un ventiseienne pianista jazz sloveno, trapiantato in Olanda, per guadagnarsi il massimo dei voti. Ma il bello è che non solo la teoria, ma soprattutto la prassi (artistico- musicale) funziona a meraviglia in solo, duo, trio e quintetto, con solo nove musicisti invitati (per lo più americani) . Dopo il box Amsterdam, questo statunitense presenta sempre musica tra jazz, minimalismo e sperimentazione di gusto europeo, con il suggello della materia classica. (guido michelone)

 

NEOPROG
Antipasto
art rock

THE RADICANT
WE ASCEND (Kscope/Audioglobe)

**** Degli Anathema si sono perse le tracce da qualche anno, una pausa a tempo indeterminato, hanno detto. Ora uno dei due fratelli Cavanagh, Vincent, riprende in mano gli strumenti per dar vita a un ep che anticipa un album vero e proprio previsto per il prossimo anno. Cinque brani che in qualche modo ci riportano alle sonorità sviluppate dalla band di Liverpool nella seconda parte della loro carriera, quella più vicina al neo prog e all’art rock, con derive verso l’elettronica cinematografica. Cinque brani intensi e accattivanti, in attesa dell’album, un gran bell’antipasto. (roberto peciola)

 

ELECTRO PUNK
Un’apocalisse
sonora

ALAN VEGA
INSURRECTION (In the Red Records)

***** Incisi tra il 1997 e il1998, riemergono undici brani inediti della carriera solista dell’ex voce dei Suicide, scomparso nel 2016. Una colonna sonora come quella che esce da questo album che è diventata sinistramente perfetta per descrivere in musica il mondo e la società in cui ci ritroviamo immersi ai giorni nostri. Electro industrial punk opprimente, devastante, eccessivo, claustrofobico, durissimo, a tratti insopportabile per ferocia. Un’apocalisse sonora, così minacciosa da togliere il fiato. (antonio bacciocchi)

 

 

I FENOMENI
SIGNORE E SIGNORI, CANTANO… I FENOMENI! (Psych Out Records)
**** Si chiude con una raccolta la frizzante storia de I Fenomeni, che, in tre sempre ottimi album, hanno scavato nei meandri più oscuri della scena beat italiana degli anni Sessanta. In questo ultimo lavoro riassumono la loro divertente vicenda, tra brillanti cover di Motowns e primi New Trolls, Who, sferzate garage rock, momenti più psichedelici, tanto divertimento, esecuzioni impeccabili ed energiche, grande conoscenza della materia. Album prezioso per cultori e non. (antonio bacciocchi)

AHMED MALEK
MUSIQUE ORIGINALE DE FILMS VOL. 2 (Habibi Funk)
*** Nuovo episodio dedicato al grande compositore algerino, autore di colonne sonore di valore nella sua terra. Qui ascoltiamo l’ennesima sorpresa derivante da decine di nastri accumulati nel tempo, che grazie alla figlia sono giunti nelle mani della casa discografica. Leggerezza e melodie a non finire, che tra folk algerino, jazz e ritmi pescati dal funk e dal continente americano generano delle perle. (gianluca diana)

PINCINI/BUTTA/ZAMPINI
ABSOLUTELY… ENNIO MORRICONE II (Da Vinci Classics)
**** Il violoncello di Luca Pincini, il piano di Gilda Butta e il flauto di Paolo Zampini di nuovo assieme per un altro carotaggio nell’opera di Ennio Morricone: tra pezzi per le sale da concerto e colonne sonore, un corpus che sfiora i settecento titoli. Da qui l’idea vincente di «trattare» alla pari temi anche celeberrimi da film e brani sperimentali vertiginosi come la cadenza per flauto e nastro magnetico del 1988. Si ascolta stupiti e grati per questo dono alla musica. (guido festinese)

KITTY SOLARIS
JAMES BOND (Solaris Empire)
*** Gli anni Ottanta continuano a mietere vittime. No, non stiamo parlando di decessi ma di artisti che cadono di fronte alla tentazione di riprodurre in questo o quel modo stili e sonorità di quella decade. Ora è la volta della berlinese Kitty Solaris, la quale nella sua musica va a ripescare idee dall’electropop, dallo shoegaze con inserimenti Nineties qua e là, riuscendo comunque ad essere credibile e piacevole. E per conferma c’è anche la cover di Johnny and Mary del compianto Robert Palmer. (roberto peciola)

ANTONELLA VITALE/CLAUDIA MARSS/GIULIA SALSONE
ENCONTRO (Filibusta)
**** Notevole e riuscito triangolo musicale al femminile, con due vocalist luminose che si scambiano di continuo le parti e una chitarrista raffinata. Lo scandaglio principale è lanciato nel mare magnum del Brasile classico (Dori Caymmi, Milton Nascimento, Da Silva, ecc), ma non manca una splendida loro composizione, e un affondo in regioni linguistiche castigliane o non portoghesi. Danno una mano molti amici musicisti ospiti, ed è festa grande. (guido festinese)

WONDER 45
WONDERLAND (Golden Rules)
***** Chi ama il cosiddetto retro soul o vintage soul, apprezzerà, senza alcun dubbio, una nuova band londinese, che si destreggia alla perfezione nella storia della soul music, dal r&b a intriganti ballad, blues, funk, echi gospel, blaxploitation, con un’eccellente sezione fiati e la voce di Jessica Greenfield (già al fianco di Noel Gallagher, Paul Weller, Rod Stewart) a condurre le danze con l’altro vocalist Gavin Condor. Non dicono niente di nuovo ma lo dicono benissimo. (antonio bacciocchi)

 

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento