Si intitola Alchimia e ha come sottotitolo Ars moriendi. Eppure, questa breve e intensa storia (Diabasis, pp. 73, euro 13) con la quale Davide Barilli si immedesima negli ultimi giorni del Parmigianino in preda a una febbricitante ricerca alchemica, in fondo non parla di morte, ma di ansia di vita. «Poche albe prima dello scoccare di quel 24 agosto dell’anno del Signore 1540, aveva bussato ai frati della chiesa dei Servi chiedendo, con furia da invasato, di esser sepolto nudo. Andava gridando che la materia macerata, la putredine, non è che l’altra faccia della vita, che ogni misero alchimista lo...