La battaglia della Casa Internazionale delle Donne e degli spazi femministi di Roma arriva al Parlamento Europeo. Una delegazione di attiviste della Casa, di Lucha Y Siesta e della rete dei centri anti violenza D.i.Re., è intervenuta ieri in un’audizione alla Commissione «Femm» per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere del Parlamento Europeo. Le donne coinvolte nell’iniziativa hanno chiesto il sostegno del Parlamento Europeo in difesa degli spazi di autogestione femminile che subiscono un duro attacco in Italia, in particolare a Roma, sotto il governo della giunta Raggi.

IL 3 AGOSTO, nonostante la forte mobilitazione cittadina che da mesi si oppone al provvedimento, è arrivata per la Casa Internazionale delle Donne la revoca ufficiale della concessione dello stabile di Via della Lungara. Lo spazio da più di trent’anni è un crocevia di autorganizzazione culturale e politica delle donne a Roma. Anche la casa delle donne Lucha y Siesta nel quartiere Tuscolano è oggi sotto sgombero, un punto di riferimento per l’accoglienza e la tutela di donne, soprattutto migranti, vittime di violenza, e luogo di incontro politico attivo dal 2008.

L’INIZIATIVA a Bruxelles è stata sottoscritta dall’europarlamentare Eleonora Forenza, gruppo Gue-Ngl, che ha firmato una lettera diretta al presidente del Parlamento Europeo Tajani e al Presidente del Consiglio Conte, che chiede alle istituzioni di schierarsi in difesa degli spazi di libertà delle donne. «L’Europa ha bisogno del pensiero politico delle donne se vuole davvero combattere i sovranismi e i razzismi – sostiene Forenza – le pratiche femministe di cooperazione, internazionalismo e sorellanza hanno molto da insegnare».

LA LETTERA è già stata firmata da 43 eurodeputate. Nell’audizione le attiviste hanno sottolineato come i luoghi impegnati a sradicare la violenza sulle donne e a promuovere l’autorganizzazione politica femminile stiano subendo l’attacco del governo e delle amministrazioni locali. La Commissione «Femm» ha accolto con grande interesse le istanze valutando la possibilità di emettere una risoluzione in difesa degli spazi.

«LA SODDISFAZIONE dopo l’audizione è stata enorme. Le eurodeputate, al contrario dell’amministrazione capitolina, hanno dimostrato vicinanza e comprensione, nonché preoccupazione per i fatti denunciati e l’evidente progressivo logoramento della garanzia dei diritti e delle libertà delle donne» ha dichiarato Francesca Koch, della Casa Internazionale di via della Lungara.

IL 22 SETTEMBRE a Lucha y Siesta, in Via Lucio Sestio 10 a Roma , è stato convocato dal movimento Non Una di meno un incontro nazionale delle case delle donne. L’iniziativa «Le città femministe esistono e resistono» è preliminare all’assemblea del movimento prevista per ottobre. «Noi sappiamo che questi luoghi non sono centri servizi al femminile o start up per il terzo settore, ma luoghi di autodeterminazione, ricostruzione di vissuti e relazioni, presidi a tutela della dignità» .

L’APPELLO di convocazione dell’assemblea denuncia, tra l’altro, un processo di istituzionalizzazione volta a rendere le case delle donne luoghi di mera erogazione di servizi, controllati dall’autorità politica di turno: «Si vogliono spazzare via luoghi costruiti sulla solidarietà e il mutuo aiuto femminista – sostengono le promotrici – Questi luoghi possono invece contrastare l’emergere delle forze autoritarie e reazionarie e i senatori leghisti che vorrebbero mettere mano alla legge 194. Carissime compagne abbiamo voglia di Utopia».