Gli operai tornano sui tetti: alla Dema è servito
Vertenze L’azienda di Somma Vesuviana manda tutti in cassa a zero ore. Due delegati salgono in cima e il Mise convoca subito un tavolo
Vertenze L’azienda di Somma Vesuviana manda tutti in cassa a zero ore. Due delegati salgono in cima e il Mise convoca subito un tavolo
Gli operai tornano a protestare sui tetti, prodromo di un autunno che si annuncia durissimo, specialmente in Campania.
Il ritorno ad una protesta che da qualche anno era scemata è arrivato da parte dei due operai della Dema, azienda del settore aeronautico che giovedì aveva comunicato a gran parte degli operai la cassa integrazione a zero ore via Whatsapp.
Mentre Fim, Fiom e Uilm avevano già deciso per ieri mattina un presidio sotto la sede del Consiglio regionale della Campania per sollecitare i gruppi consiliari regionali a chiedere in tempi brevi un incontro al Ministero dello Sviluppo economico, due delegati hanno deciso di salire sul tetto e passarci la notte.
LA VERTENZA DELLA AZIENDA di Somma Vesuviana (Napoli) specializzata nella progettazione, industrializzazione e produzione di componenti e assemblaggi per aerei civili e militari – che conta 650 addetti di cui 360 nel sito di Somma Vesuviana, 170 a Paolisi (Benevento) e 120 a Brindisi – va avanti da mesi. Il passaggio del controllo dal fondo inglese Bybrook ha portato un nuovo management per una azienda storica cliente di Leonardo. Il peso dei debiti negli anni si è fatto sempre più gravoso, la nuova proprietà ha puntato ad una ristrutturazione con il congelamento dei debiti e piani di rientro. Il creditore più difficile è però l’Inps: la vecchia proprietà eludeva spesso il pagamento dei contributi dei lavoratori e la legge prevede al massimo 5 anni per rientrare, non i 10 proposti dall’azienda ai dirigenti dell’ente di previdenza sociale.
In questo quadro il taglio delle commesse da parte di Leonardo ha portato alla cassa integrazione a rotazione, nonostante durante il Covid l’azienda fosse assurta agli onori delle cronache per un premio di produzione per chi tornava a lavorare.
Mercoledì la riunione fra direttore del personale e delegati sindacali sembrava ribadisse la cassa integrazione a rotazione. Ma poche ore dopo i lavoratori trovavano su Whatsapp la comunicazione di cassa integrazione a zero ore e preannuncio di esuberi.
A QUEL PUNTO È SCATTATA la protesta con due delegati, uno della Fiom e uno della Fim che sono saliti sul tetto della fabbrica e hanno passato lì la notte con sotto i colleghi in presidio. «Il nostro gesto – spiega il delegato Fiom Andrea Morisco – è la reazione alle balle che ci hanno raccontato i vertici aziendali. In una situazione già drammatica. In meno di un’ora ci fanno parlare con i colleghi per poi smentire, via messaggio, quanto promesso. Un’azienda che non si fa scrupoli a sfruttare le vite delle persone».
LA PROTESTA HA SORTITO SUBITO l’effetto sperato. E nel primo pomeriggio è arrivata la convocazione del tavolo a Roma al Mise per lunedì 14 settembre. «Stiamo seguendo e lavorando da molti mesi sulle tematiche dell’azienda Dema e siamo estremamente sensibili alle preoccupazioni dei lavoratori», spiega la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde (M5s). «Per questo abbiamo convocato al Mise in videoconferenza il tavolo per il 14 settembre», conclude Todde. All’incontro parteciperanno l’azienda, il Ministero del Lavoro, l’Inps e le organizzazioni sindacali.
«I delegati sono scesi dal tetto all’annuncio della convocazione del tavolo al ministero. Fatta l’assemblea con i lavoratori però abbiamo deciso che manteniamo lo sciopero ad oltranza se l’azienda non rimuove la cassa a zero ore», spiega il segretario della Fiom Napoli Rosario Rappa.
La situazione in provincia di Napoli è molto dura. La vertenza Whirlpool è ancora senza soluzione con la multinazionale che continua a voler chiudere la fabbrica a ottobre. Anche per questo una delle manifestazioni nazionali del 18 settembre di Cgil, Cisl e Uil si terrà proprio a Napoli con la presenza di Maurizio Landini.
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