C’è il senso di una perdita che incombe, di una forma slabbrata che si spalma sull’esistente lasciando esposte alle intemperie della vita troppo parti di sé. Anche se non manca la sensazione, all’inverso, che invece più che ciò che non è mai arrivato sia un eccesso di pieno, di risposte certe, di orizzonti tracciati a carboncino ma con forme fin troppo nette a togliere l’aria, a rendere incerto il respiro e, a volte, a mozzare letteralmente il fiato. LO SPAESAMENTO voluto, doloroso, straniante che sembra dominare le pagine di La linea (La nave di Teseo, pp. 340, euro 20) esordio...