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Gli indipendentisti si contano in piazza

Gli indipendentisti si contano in piazza

Catalogna Grande attesa oggi per la festa "nazionale" della Diada

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 11 settembre 2015

C’è grandissima attesa, in Catalogna e nell’intera Spagna, per l’esito della manifestazione indipendentista di oggi pomeriggio a Barcellona. Non un corteo qualunque, perché oggi è la festa nazionale catalana, la Diada : ricorrenza che celebra, curiosamente, una sconfitta, e cioè la presa della città da parte delle truppe borboniche, l’11 settembre 1714, nell’ambito della guerra di successione spagnola. E oggi è anche il primo giorno ufficiale di campagna elettorale in vista del voto del 27 settembre: urne che diranno se i catalani seguono i disegni separatisti del governatore uscente Artur Mas (centrodestra nazionalista) oppure no.

È dal 2012 che questa giornata è diventata il momento clou delle rivendicazioni indipendentiste: l’anno scorso si raggiunse l’apice dei partecipanti: secondo alcune rilevazioni, quasi 2 milioni di persone. Oggi ne sono attese meno, anche perché mai come quest’anno la marcia corre il rischio di essere strumentalizzata politicamente. Junts pel Sí, la lista secessionista formata dal centrodestra di Mas e dalla sinistra repubblicana (Erc) di Oriol Junqueras, ha chiamato a «partecipare massicciamente», e molti suoi esponenti (forse lo stesso governatore Mas) scenderanno in piazza, mentre dall’area che si riconosce nella lista co-promossa da Podemos (Catalunya Sí que es Pot) vi saranno solo presenze «a titolo personale». Non ci sarà Ada Colau, sindaca di Barcellona, mentre andrà il suo vice, Gerardo Pisarello «per il rispetto del diritto a decidere».

E proprio alla vigilia della Diada è stato reso noto il sondaggio pre-elettorale del più importante istituto di studi demoscopici di Spagna, il Cis. I risultati confermano il trend già colto da inchieste di opinione precedenti: le due liste indipendentiste, cioè Junts pel Sí e la sinistra radicale della Cup, sarebbero appena sopra la soglia della maggioranza assoluta dei seggi (68 su 135 in totale).
Un dato che non equivarrebbe, però, alla maggioranza assoluta dei voti, che si fermerebbero al 44%. Se si trattasse dunque di un vero e proprio «referendum sull’indipendenza», come sostiene Mas, allora sarebbe legittimo concludere che la maggioranza dei catalani non vuole la separazione dal resto della Spagna.

Per il governatore uscente sarebbe dunque difficile cantare davvero vittoria, nonostante la sua lista sia quella che otterrà sicuramente più voti e seggi (38% pari a 60 deputati). A seguire, i centristi di Ciudadanos (14,2%) in leggero vantaggio su Catalunya Sí que es Pot (13,9%).

Proprio per vincere questa sorta di derby per il secondo posto, il leader di Podemos Pablo Iglesias ha annunciato che nelle prossime due settimane parteciperà intensamente alla campagna elettorale catalana. Il messaggio-chiave: il governatore Mas e il premier Mariano Rajoy sono due facce della stessa medaglia, quella dell’austerità neoliberista.

Anche il leader del Psoe Pedro Sánchez si farà vedere nei comizi (il primo già ieri sera), cercando di aiutare i malconci socialisti catalani guidati da Miquel Iceta ad assicurarsi almeno il quarto posto, staccando i conservatori del Pp di Rajoy.

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