Economia

Gli immigrati ci regalano 3 miliardi

Gli immigrati ci regalano 3 miliardi – Andrea Sabbadini/Tam Tam

Dossier Idos Non sono quelli della flessibilità Ue, ma la differenza tra entrate fiscali e previdenziali assicurate dai "nuovi italiani" e le spese sostenute per loro dal nostro Paese. Gli stranieri residenti sono ormai oltre 5 milioni, e si avvicinano al 10% della popolazione: rimpatriata la metà degli irregolari

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 30 ottobre 2015

Rappresentano quasi il 10% della popolazione italiana: gli immigrati hanno raggiunto ormai una ragguardevole dimensione numerica nel nostro Paese: secondo il dossier Idos 2015, infatti, l’Italia è uno dei grandi paesi europei di immigrazione, con 5.014.000 stranieri residenti alla fine del 2014 (incremento di 92 mila unità rispetto all’anno precedente), mentre i cittadini italiani all’estero, aumentati di 150 mila unità, sono 4.637.000.

I dati emergono dal Dossier statistico Immigrazione 2015, a cura dell’Idos in collaborazione con Confronti e Unar: il rapporto spiega che l’incidenza degli immigrati sulla popolazione residente (8,2%) continua a essere superiore al valore medio europeo (6,2%). Inoltre, il Dossier ha stimato in 5.421.000 persone la presenza straniera regolare complessiva, includendovi anche i soggiornanti non comunitari in attesa di registrazione anagrafica.

Gli stranieri residenti in Italia per oltre la metà sono cittadini di un paese europeo (oltre 2,6 milioni) e per poco meno del 30% provengono da un paese della Ue (1,5 milioni). La collettività più numerosa è quella romena (1.131.839), seguita dai cittadini dell’Albania (490.483), del Marocco (449.058), della Cina (265.820) e dell’Ucraina (226.060).

Ma l’arrivo degli immigrati nel nostro Paese rappresenta un costo o un beneficio? Sicuramente il costo c’è, come è ovvio, ma poi facendo i calcoli risulta molto più alto il beneficio: secondo una stima riportata nel Dossier, le entrate fiscali e previdenziali ricollegabili ai lavoratori immigrati sono state nel 2013 pari a 16,6 miliardi di euro, mentre il totale delle uscite sostenute nei loro confronti è stato di 13,5 miliardi. Il saldo quindi è positivo di 3,1 miliardi di euro: che poi, pensandoci bene, è più o meno la cifra in maggior «flessibilità» sul deficit che dovrebbe concederci la Ue proprio a causa della cosiddetta «emergenza migranti». A ben vedere, quindi, 3 miliardi e rotti, grazie alla presenza degli stranieri, in cassa li mettiamo già.

Ancora, nel 2013 il contributo al Pil nazionale assicurato dagli occupati stranieri è stato di 123.072 miliardi di euro (l’8,8% del totale). In particolare, essi versano in media 7-8 miliardi di contributi l’anno ma, non riuscendo tutti a maturare il diritto alla pensione, l’Inps ha stimato che abbiano lasciato nelle casse previdenziali oltre 3 miliardi improduttivi di prestazioni. Attualmente, i cittadini non comunitari beneficiari di pensioni previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti sono 35.740 (lo 0,2% di tutti i beneficiari), mentre i titolari di pensioni assistenziali sono 51.361 (l’1,4% del totale).

A livello abitativo, la morosità incolpevole ha motivato nel 2014 il 90% delle richieste di sfratto in Italia, coinvolgendo molte famiglie immigrate. I costi d’affitto nelle aree metropolitane, dove gli immigrati sono più numerosi, risultano decisamente più alti: molti capifamiglia stranieri hanno trovato un rimedio alle peggiorate condizioni di vita nel rimandare temporaneamente la moglie e i figli nel paese di origine. D’altra parte, complici la crisi occupazionale e le restrizioni nella concessione dei mutui, l’affitto resta la scelta maggioritaria per le famiglie di immigrati (62,8%), seguito dall’acquisto della casa (19,1%).

Altro dato interessante, i cittadini stranieri sembrano più “virtuosi” degli italiani, almeno dal punto di vista penale. Secondo il Dossier Idos, infatti, nel periodo 2004-2013 le denunce penali verso italiani sono aumentate del 28% mentre quelle a carico di stranieri sono diminuite del 6,2%. Al 30 giugno 2015, i detenuti nelle 198 carceri italiani erano 52.754, di cui 17.207 stranieri, cioè il 32,6% del totale, in calo del 4% rispetto a cinque anni fa. Nel contesto di una diminuzione globale della popolazione detenuta, sottolinea il dossier, gli straneri sono diminuiti in misura maggiore rispetto agli italiani.

Nel 2014 gli stranieri intercettati in condizione irregolare sono stati 30.906 (dati del ministero dell’Interno) e di essi il 50,9% è stato effettivamente rimpatriato (15.726). Gli arrivi via mare di profughi e altri migranti sono stati oltre 170 mila. Le richieste di asilo sono state 64.625 nel 2014 e 30.535 nei primi sei mesi del 2015.

Lo studio offre anche uno spettro delle religioni: gli immigrati cristiani sono quasi 2 milioni e 700mila e i musulmani più di 1 milione e 600mila (meno numerose le altre comunità religiose).

L’Idos ha passato allo scanner anche il sistema di accoglienza italiano per i richiedenti e i titolari di protezione internazionale: comprende 4 Centri di primo soccorso e accoglienza (Cpsa); 10 di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e di accoglienza (Cda); la rete Sprar (Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo) e le strutture di accoglienza temporanea (Cas). In particolare, le persone accolte dalla rete Sprar sono passate da 7.823 nel 2012 a 22.961 nel 2014, mentre a giugno 2015 la rete accoglieva solo il 25% dei 78 mila richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, il 62% dei quali stava in strutture di accoglienza temporanea.

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