Gli editori indipendenti affermano il loro antifascismo
Salone del Libro Giovedì 9 maggio, giorno di apertura del trentaduesimo Salone del Libro di Torino, il frastuono delle polemiche era già diventato un’eco lontana. Chiuso lo stand dell’editore fascista Altaforte, peraltro felicissimo […]
Salone del Libro Giovedì 9 maggio, giorno di apertura del trentaduesimo Salone del Libro di Torino, il frastuono delle polemiche era già diventato un’eco lontana. Chiuso lo stand dell’editore fascista Altaforte, peraltro felicissimo […]
Giovedì 9 maggio, giorno di apertura del trentaduesimo Salone del Libro di Torino, il frastuono delle polemiche era già diventato un’eco lontana. Chiuso lo stand dell’editore fascista Altaforte, peraltro felicissimo delle vendite on line schizzate alle stelle, Il gioco del mondo, titolo dell’edizione 2019, poteva cominciare. In questo gioco, però, qualcuno aveva ancora qualcosa da dire. O meglio, da ribadire. «Noi piccoli editori indipendenti, il nostro antifascismo, il nostro essere di sinistra, lo dimostriamo con gli autori e i libri che pubblichiamo.
Abbiamo voluto semplicemente ribadirlo, e di comune accordo lo abbiamo fatto così». Riccardo Zanini della Diabolo Edizioni di Collegno (Torino), graphic novel soprattutto, indica l’adesivo sulla parete dello stand: la scritta ‘Salone del Libro Antifascista’ corre lungo un tondo con due bandiere, una rossa e l’altra nera. Lo ha adottato anche la romana Gorilla Sapiens, cui si devono i sei volumi del Gargantua e Pantagruel di François Rabelais, ripubblicati nella splendida traduzione del 1980 di Augusto Frassinetti, un illustratore diverso per ogni volume. Poco più in là, lo stesso adesivo è esposto dalla Eris di Torino, narrativa di giovani autori, fumetti, saggistica con titoli come Black hole, uno sguardo sull’underground italiano. Le Edizioni Alegre di Roma, dieci collane, da Quinto tipo a Studiare con lentezza, appartengono al gruppo che ha scelto una variante sul tema: cartello bianco, scritta ‘Qui c’è un editore antifascista’, l’ultima parola dentro un cuore rosso. Più chiaro di così.
La pavese Ibis, specializzata in diari e resoconti di viaggiatori di altri tempi, l’adesivo se l’è fatto da sola «Quando è nata la questione di Altaforte eravamo ancora a Pavia, e ci è venuta subito l’idea di disegnarlo». Si indigna Mariagrazia della Goodfellas, distributore delle edizioni Stampa Alternativa, contro l’ignoto che ha staccato l’adesivo da una colonna dello stand. Poi c’è chi ha preferito lasciar parlare solo i suoi libri. Ad esempio Coconino Press, nome di spicco della graphic novel, e la Effeq di Firenze, appena uscita con Scansatevi dalla luce. Libertà e resistenza nel digitale, di James Williams. La Add di Torino ha schierato in prima fila il saggio di Carlo Pestelli sulla storia di Bella ciao. Sabato 11 maggio, le strofe di Bella Ciao le ha cantate un anziano signore a Chiara Giannini, che nei corridoi del Salone sventolava una copia del suo libro – intervista a Matteo Salvini. Scelta politica, con un pizzico forse involontario di ironia.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento