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Gli anestesisti: «È presto per riaprire, mettiamo l’economia prima della salute»

Gli anestesisti: «È presto per riaprire, mettiamo l’economia prima della salute»Roma – Mauro Scrobogna/LaPresse

Pandemia 15.370 i nuovi positivi, 310 i decessi in un giorno. La media settimanale delle vaccinazioni sotto le 300mila dosi

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 18 aprile 2021

Sono stati 15.370 i nuovi casi Covid ieri in Italia su 331.734 test, il tasso di positività è sceso al 4,63%. I decessi sono stati 310 (da inizio pandemia 116.676). In terapia intensiva i ricoverati sono calati di 26 unità, 3.340 in totale; nei reparti ordinari 643 in meno, 24.100 il numero complessivo. In isolamento domiciliare 477.868 persone. Le regioni con il maggior numero di pazienti in intensiva sono: Lombardia (723), Lazio (385), Emilia Romagna (299), Piemonte (290) e Puglia (285).

La Lombardia ha fatto segnare il picco di positivi ieri (2.546) quindi Campania (2.232), Puglia (1.525), Lazio (1.378). Venerdì l’Italia ha raggiunto il record di somministrazioni di vaccino in un solo giorno: 347.279 dosi (ma in Germania sono andati oltre le 700mila inoculazioni). Nell’ultima settimana la media è stata di 291mila dosi al giorno, l’83,8% di quelle consegnate. Gli over 80 che hanno ricevuto la prima iniezione ieri erano il 76,09%, il 45,19% ha completato il ciclo. Solo un italiano su 6 ha ricevuto la prima dose. Tra i 70-79 anni, quelli che hanno ricevuto la prima somministrazione sono appena il 30,14%.

Giovanni Sebastiani, matematico del Cnr: «Negli ultimi giorni la curva dà segnali iniziali di frenata, probabilmente dovuti al ritorno alla didattica in presenza. Sarebbe opportuno che le riaperture avvenissero a fine maggio, quando avremo vaccinato in modo completo tutte le persone con 70 anni o più». Molto critica con le riaperture annunciate da Draghi anche Flavia Petrini, presidente della Società italiana di anestesia e rianimazione: «Non ci sono le condizioni, ma si può fare. Basta, però, che si dichiari che abbiamo deciso di sopportare decessi e impossibilità di cure per salvare un’economia che è arrivata a un punto limite. L’economia deve avere la precedenza? Bisogna dichiararlo».

Dall’altro lato, si lamentano anche gli esercenti della Fipe: «Riaprire solo le attività che hanno i tavolini all’esterno significa prolungare il lockdown per oltre 116mila pubblici esercizi. Il 46,6% dei bar e dei ristoranti non è dotato di spazi all’aperto e questa percentuale si impenna nei centri storici. I sindaci mettano a disposizione spazi extra per evitare di subire la beffa di vedere i clienti seduti nei locali vicini».

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