«Gli anelli del potere» e la lingua della discriminazione
Streaming La serie Amazon al centro delle polemiche per una rappresentazione discriminatoria degli irlandesi
Streaming La serie Amazon al centro delle polemiche per una rappresentazione discriminatoria degli irlandesi
La costosissima serie Amazon Gli anelli del potere, espansione della narrazione de Il signore degli anelli, ha fatto il suo debutto all’inizio del mese ma ha finora trovato ben pochi estimatori. Al di là dei giudizi di merito e degli inevitabili confronti con la trilogia filmica di Peter Jackson, una nuova polemica è scoppiata oltremanica. Sì, perché nella serie vengono presentati i pelopiedi, in inglese harfoots, un popolo di origine nomade considerato progenitore dei più noti hobbit. I pelopiedi sono sporchi, grezzi, vestiti di stracci e molto infantili nei loro scambi. Insomma un popolo non civilizzato. Per un’ulteriore caratterizzazione di questo gruppo, i creatori della serie – che annovera anche una «dialect coach», Leith McPherson – hanno fatto una scelta discutibile, ovvero quella di far recitare gli attori con un marcato accento irlandese, nonostante non appartenesse alle origini di nessuno di loro. Una decisione che si è attirata le critiche del «Guardian», di «Indipendent» e quelle ancora più risentite dell’«Irish Times».
Il punto è che le scelte linguistiche della serie mostrano una sconfortante logica basata su stereotipi. Gli elfi, popolo «nobile» ed elegante, parla infatti con la pronuncia standard dell’Inghilterra del sud, la cosiddetta «received pronunciation», in sostanza la lingua «corretta» che si parla a Londra. Ora, come fa notare l’autore dell’articolo dell’«Irish Times» Ed Power, gli elfi dell’universo di Tolkien sono evidentemente ispirati ai popoli Celti. E se quindi un accento doveva esserci, questo avrebbe dovuto essere senz’altro irlandese.
DIVENTA invece inevitabile vedere dietro alle scelte fatte un’introiezione della discriminazione centenaria che i britannici hanno agito nei confronti degli irlandesi. Tanto più che i film di Peter Jackson de Il signore degli anelli avevano indicato un’altra via, facilmente percorribile: gli attori recitavano con le lievi inflessioni che appartenevano al proprio background, e se tra gli hobbit c’era Frodo che parlava l’inglese di Londra, Sam quello del Somerset e Merry e Pipino avevano un lieve accento di Stockport e Glasgow, nessuno ci aveva mai fatto troppo caso, considerato che sullo schermo rappresentavano un popolo immaginario non legato a nessun luogo realmente esistente. Evidentemente a Gli anelli del potere si sono fatti troppe domande – senza darsi le giuste risposte.
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